Come molti altri spettatori, forse anche voi avete notato che c’è qualcosa di strano nei titoli di testa di Secret Invasion, la nuova serie del Marvel Cinematic Universe (Mcu) in streaming su Disney+. In mezzo a tutto quel “verde Skrull”, c’è qualcosa che fa pensare a Midjourney, il sistema di intelligenza artificiale (Ai) in grado di generare immagini a partire da richieste testuali. Se avete avuto questa sensazione, non vi siete sbagliati: la sigla della serie è stata effettivamente realizzata con l’aiuto dell’Ai.
Il produttore esecutivo di Secret Invasion Ali Selim ha dichiarato che l’idea era quella di realizzare dei titoli testa che riflettessero il tema della serie, ovvero la presenza di alieni che si nascondono tra di noi. A una prima analisi, il ragionamento fila. Ma nel mondo attuale, in cui gli sceneggiatori televisivi americani sono in sciopero perché, tra le altre cose, chiedono garanzie sul fatto che non verranno sostituiti dall’intelligenza artificiale, l’idea risulta sinistramente inquietante. Method Studios, la società che ha realizzato i titoli di testa, ha spiegato a The Hollywood Reporter che l’Ai è stata “solo uno degli strumenti” usati, aggiungendo che la tecnologia non ha sostituito “il lavoro di nessun artista“. Al pubblico però le rassicurazioni non sono bastate. Dopo il debutto della serie, i fan si sono riversati sui social media per criticare i titoli di testa, bollandoli come “disgustosi“, “privi di etica“, “una delusione” e “la peggiore sigla televisiva di sempre“.
Dal momento che ho già parlato lungamente di quanto il clamore che circonda l’intelligenza artificiale possa risultare estenuante, qui vorrei sottolineare invece che la polemica sulla sigla di Secret invasion fa in qualche modo ben sperare. La vicenda sottolinea come alcune persone – in particolare i fan – facciano caso a questi aspetti forse non accetteranno acriticamente le opere che non sono state realizzate da essere umani, e nemmeno quelle fatte da esseri umani e potenziate dall’intelligenza artificiale. Anche se una manciata di tweet non fanno una rivoluzione, in un’epoca in cui i geni della tecnologia sembrano inclini a offrire soluzioni che implichino il ricorso all’Ai per ogni cosa, la reazione alla sigla di Secret Invasion dimostra che Hollywood non può ancora infilare la tecnologia nei film e nelle serie televisive senza incorrere in critiche.
Questo non vuol dire però che tutti le applicazioni dell’Ai vadano criticate. Come abbiamo raccontato, la Pixar è riuscita a utilizzare gli strumenti di intelligenza artificiale di un laboratorio Disney per dare alle fiamme di Elemental un aspetto più realistico, con l’aiuto di molti illustratori umani. Al contrario, nonostante Method Studios abbia fatto affidamento anche sugli esseri umani per i titoli di testa di Secret Invasion, dichiarazioni come quelle rese da Selim – “discutevamo [con gli artisti] di idee, temi e parole, e poi il computer partiva e creava qualcosa” – sono meno incoraggianti. E gli spettatori se ne accorgono.
Forse non è del tutto casuale che la notizia sull’uso dell’Ai per Secret Invasion sia arrivata poco un’intervista a Rolling Stone di Samuel L. Jackson, in cui il protagonista della serie ha raccontato di essere preoccupato da tempo dall’eventualità che le case di produzione possano sfruttare la sua immagine per l’eternità. Qualche mese fa, Keanu Reeves ha rivelato a Wired che nei suoi contratti inserisce una clausola che vieta di alterare digitalmente sue interpretazioni senza il suo consenso. Gli attori e i loro rappresentati legali – così come gli sceneggiatori – guardano da tempo con sospetto le implicazioni della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. E ora che l’Ai si sta infiltrando nella vita quotidiana di tutti noi, anche i fan hanno iniziato a monitorare l’invasione.
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di Angela Watercutter www.wired.it 2023-06-28 04:30:00 ,