È nella natura umana voler mantenere vivo il ricordo dei propri cari. La fotografia, per esempio, si è rivelata un potente strumento in questo senso, un aspetto che nel 2020 ho esplorato nel progetto Alive: Lost for Words, nel quale ho fotografato persone accompagnate dalla proiezione dell’immagine dei cari che avevano perso. Recentemente, la pandemia ci ha fatto sentire più vicini che mai alla morte, costringendoci a fare i conti con la nostra mortalità e con l’eredità che lasciamo. Con la normalità delle nostre vite che veniva minata dall’isolamento sociale forzato, gli strumenti digitali hanno avuto un impatto drastico anche sui rituali che tradizionalmente circondano la morte. Abbiamo usato Zoom per dare l’ultimo saluto e piangere insieme, oppure acceso candele di preghiera virtuali dai nostri computer portatili.
Immortalità virtuale
Nei prossimi anni, tecnologie come l’intelligenza artificiale (Ai) e la blockchain ci permetteranno di creare nuove forme di presenze digitali postume. L’adozione di queste tecnologie sta già aprendo le nostre menti all’idea di vivere per sempre nel mondo virtuale. Nel 2020, per esempio, l’azienda Kaleida ha creato in collaborazione con Kanye West per un ologramma del padre defunto di Kim Kardashian, in occasione del quarantesimo compleanno dell’influencer. Il sito dedicato alle ricerche genealogiche MyHeritage ha sviluppato Deep Nostalgia, uno strumento per realizzare deepfake che anima i volti dei parenti scomparsi nelle foto di famiglia. Stonses, una piattaforma commemorativa alimentata dalla blockchain, può conservare repliche nft dei nostri beni più cari, garantendo l’immortalità ai ricordi che associamo a questi oggetti.
La maggiore diffusione delle tecnologie del Web3 porterà questo concetto a un livello superiore. La realtà virtuale immersiva, combinata con la stimolazione multisensoriale, ci permetterà di interagire con l’immagine dei nostri cari. Abbiamo già visto applicazioni di questa tecnologia nel settore dell’intrattenimento, dove la startup Positron ha creato una gamma di poltrone che amplificano l’esperienza cinematografica grazie a cuscini aptici e diffusori di profumi. Ripensata per scopi commemorativi, questa tecnologia ci permetterà non solo di vedere l’immagine del defunto, ma anche di sentire il suo profumo e di percepire fisicamente la sua presenza.
Nel prossimo futuro la tecnologia sarà utilizzata non solo per salvare le conversazioni con i nostri cari scomparsi, ma anche per replicarle, grazie a strumenti come l’iperrealistico chatbot online Project December, che utilizza l’intelligenza artificiale per emulare lo stile di qualsiasi testo gli venga sottoposto. Imparando dalle tracce digitali – messaggi di testo, post sui blog, tweet pubblicati a tarda notte – l’Ai ci permetterà di parlare con uno strumento supertetch in grado di imitare una persona che non c’è più.
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di Rankin www.wired.it 2022-12-24 12:00:00 ,