Con ampia maggioranza e in una storica votazione, il Parlamento europeo ha approvato il 14 giugno la sua posizione sull’Ai act, il regolamento sull’intelligenza artificiale europeo. Ora la palla torna a Commissione e al Consiglio, con una prima seduta nella serata odierna, e ai negoziati con gli stati membri.
I parlamentari europei hanno votato contro l’utilizzo di sistemi di identificazione biometrica negli spazi pubblici (come per esempio il riconoscimento facciale), in tempo reale. Una richiesta portata avanti in tutta Europa dalla campagna Reclaim Your Face negli ultimi due anni, e che fino all’ultimo ha visto i parlamentari del partito popolare europeo di centro-destra (Ppe) proporre emendamenti poi bocciati.
Cosa c’è nel regolamento
Alcune settimane fa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha paventato la possibilità di introdurre sistemi di riconoscimento facciale nelle stazioni italiane, una posizione che stride con quanto appena approvato a livello europeo. Sul punto il relatore dell’Ai act a Bruxelles Brando Benifei, contattato da Wired, ha chiarito: “il ministro Piantedosi sbaglia nel voler andare in questa direzione, perchè sistemi di questo tipo non favoriscono la sicurezza dei cittadini e poi proprio in virtù delle posizioni europee espresse negli scorsi mesi e quest’oggi. Il riconoscimento biometrico a posteriori è possibile unicamente con autorizzazione dell’autorità giudiziaria, e per finalità legate a un crimine già commesso o in corso di investigazione“.
No del Parlamento anche alle attività non mirate di scraping di immagini facciali su internet o in filmati a circuito chiuso, ovvero nei casi in cui quest’attività non sia volta alla ricerca di un particolare soggetto e a seguito di un mandato di polizia o di autorizzazione da parte dell’autorità giudiziaria.
Divieto poi per quanto riguarda i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili, come il sesso, l’etnia, la religione o l’orientamento politico; e per i sistemi di riconoscimento delle emozioni nelle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nei luoghi di lavoro e nelle scuole. I parlamentari hanno votato contro anche alla classificazione dei cittadini europei in base al loro comportamento sociale, così come alle caratteristiche personali, in virtù di una presa di posizione netta contro il social scoring.
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di Laura Carrer www.wired.it 2023-06-14 15:37:54 ,