Tra le preoccupazioni più immediate c’è la possibilità che l’AI venga usata per automatizzare la disinformazione, generare video e audio falsi, sostituire in massa i lavoratori ed esacerbare i pregiudizi della società su scala industriale. “C’è un senso di urgenza e le persone sentono che dobbiamo collaborare“, commenta Nelson.
Tra competizione e collaborazione
Le proposte dell’Onu riflettono l’elevato interesse dei politici di tutto il mondo a regolamentare l’AI per mitigare questi rischi. Ma arrivano anche in un momento in cui le grandi potenze – Stati Uniti e Cina su tutte – si contendono il primato di una tecnologia che promette enormi vantaggi economici, scientifici e militari, e in cui queste nazioni sono impegnate nella definizione di una loro visione su come dovrebbe essere usata e controllata.
A marzo, gli Stati Uniti hanno presentato all’Onu una risoluzione che invitava gli stati membri ad abbracciare lo sviluppo di un’intelligenza artificiale “sicura ed affidabile“; a luglio, la Cina ne ha proposta un’altra che enfatizzava l’importanza della cooperazione per lo sviluppo dell’AI e di un’ampia disponibilità della tecnologia. Le due risoluzioni sono state firmate da tutti gli stati membri dell’Onu.
“L’AI fa parte della competizione tra Stati Uniti e Cina, quindi non c’è molto su cui i due paesi saranno d’accordo“, afferma Joshua Meltzer, esperto del Brookings institute, un think tank di Washington. Le differenze principali, secondo Meltzer, riguardano le norme e i gioielli che l’AI dovrebbe incarnare e la tutela di privacy e dati personali.
I punti di vista discordanti sull’AI tra i paesi più ricchi stanno già causando spaccature nel mercato. L’Unione europea ha inserito una normativa di ampio respiro per normare la tecnologia, che prevede controlli sull’utilizzo dei dati che hanno spinto alcune aziende statunitensi a limitare la disponibilità dei loro prodotti nel blocco. L’approccio meno stringente adottato dal governo statunitense ha invece indotto la California a proporre una sua normativa sull’AI che attenua le precedenti regole locali, criticate dalle aziende di AI nello stato perché ritenute sovrabbondante pesanti.
Meltzer aggiunge che l’AI si sta evolvendo a un ritmo così rapido che l’Onu da sola non sarà in grado di gestire la cooperazione unitario nel campo: “È chiaro che l’Onu ha un ruolo importante nella governance dell’AI, ma deve far parte di un’architettura distribuita“, in cui le singole nazioni si occupano direttamente del tema, osserva l’esperto.
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di Will Knight www.wired.it 2024-09-19 10:47:54 ,