“Ci sono stati momenti in cui ho sentito un vero e proprio vuoto. Ho avuto un lungo pianto. Le lacrime non si sono fermate per giorni“. A dirlo non uno qualunque, ma un grande nome della finanza internazionale, campione degli investimenti nella tecnologia e nel digitale. Si tratta di Masayoshi Son, presidente e amministratore delegato di SoftBank, la holding di investimento multinazionale giapponese con sede a Minato, Tokyo. Una confessione intima arrivata l’assemblea annuale degli azionisti della società. E risultato non di un momento di depressione, ma di rilancio, con l’annuncio di una nuova strategia di investimento con cui Son si ripromette di tornare a perseguire il suo “vecchio sogno”: essere un “architetto della tecnologia” che utilizza il lato creativo del suo cervello.
La missione illustrata da Son è quella di buttarsi sull’intelligenza artificiale, realizzando anche proprie invenzioni nel campo. Le dichiarazioni riportate dal Wall Street Journal sono bellicose: “Si sta avvicinando il momento di passare alla controffensiva. Voglio che SoftBank guidi la rivoluzione dell’intelligenza artificiale“. Il vuoto di cui parla Son è stato probabilmente causato dal momento di smarrimento vissuto dalla sua creatura, che sembrava aver subito una trasformazione esistenziale: dall’audace serie di investimenti nel settore tecnologico era passata a una postura molto più cauta a causa del calo del tech globale e delle perdite negli investimenti. Con tanto di dismissione di buona parte del coinvolgimento in Cina a causa della campagna di rettificazione lanciata da Pechino contro i suoi colossi.
Dalla dismissione degli investimenti al rilancio
Lo scorso anno Son ha ritirato quasi tutta la sua partecipazione in Alibaba, quando il gigante fondato da Jack Ma era ancora nel mirino delle autorità di Pechino, prima del recente grande spacchettamento in sei unità distinte. Una mossa che era coincisa con grandi perdite di ricavi, parzialmente arginate nell’anno fiscale concluso a marzo. Nelle scorse settimane, SoftBank ha spiegato di aver registrato una perdita netta di 970 miliardi di yen, pari a 6,9 miliardi di dollari. La ripresa che si era già intravista negli scorsi mesi sul mercato azionario, col prezzo delle azioni che avevano recuperato dopo il brusco calo nel 2021, potrebbe ora essere alimentata dal rilancio di Son. Subito dopo l’annuncio della nuova strategia di investimenti, le azioni di SoftBank sono salite di quasi il 3% nelle contrattazioni a Tokyo, toccando il livello più alto da novembre scorso.
Ma che cosa prevede la nuova strategia annunciata da Son? Sostanzialmente, un ribaltamento completo della postura sugli investimenti, più che un cambio di rotta sui settori in cui opera. SoftBank è già tra i più grandi investitori al mondo nel settore dell’intelligenza artificiale, ma la cautela degli ultimi due anni lascerà posto a un atteggiamento più proattivo, grazie anche a una liquidità ritornata a essere sostanziosa dopo il letargo. Sarà data grande attenzione alle applicazioni di intelligenza artificiali e agli utilizzi a rafforzare e sviluppare le sue attività nei settori della ricerca, della messaggistica e dei pagamenti.
Vision Fund riapre il portafoglio
La rinascita arriva anche grazie ChatGPT, che Son ha dichiarato di usare ogni giorno per fare brainstorming e grazie alla quale ha più di 600 idee, tra cui una tecnologia in grado di dare ai programmi di intelligenza artificiale “una sorta di autocontrollo” per farli lavorare insieme agli esseri umani. “Quando i vostri nipoti avranno la nostra età, credo che vivranno in una realtà in cui il computer sarà 10.000 volte più intelligente della somma di tutta la saggezza umana“, ha dichiarato Son, il quale ha anche allontanato l’avvento di un successore: “Mi sto divertendo troppo“. A giocare un ruolo fondamentale sarà ovviamente Vision Fund, il braccio “armato” degli investimenti tech che di recente era stato ben poco mobile. Il suo ritorno in azione sarà gradito a un ecosistema di startup, da Uber Technologies a Coupang Inc., che si è sempre giovato dei finanziamenti del colosso giapponese
L’azienda di punta resta sempre Arm, leader nel settore di progettazione dei chip. La società britannica dovrebbe essere protagonista di una delle più grandi offerte pubbliche iniziali del 2023, con l’obiettivo ambizioso di raccogliere fino a 10 miliardi di dollari. Son ha descritto Arm come il fulcro della sua nuova strategia di crescita. “Alcune persone hanno detto che l’acquisizione di Arm con ingenti fondi era inutile, ma ora è sulla strada per raggiungere una crescita esplosiva”, ha detto Son, che prima dell’ultimo annuncio qualcuno riteneva fosse ormai in procinto di dedicarsi solo all’azienda con sede nel Regno Unito.
Quello che non vuole più ripetere Son, che nell’ormai lontano 1981 sembrava aver fondato una semplice società di telecomunicazioni rivelatasi poi un motore propulsore dell’innovazione tecnologica, è un errore come quello commesso con la dismissione delle quote di Nvidia, il chipmaker statunitense con cui ha ricavato 3,6 miliardi di dollari nel 2019. Oggi quella quota varrebbe oltre 50 miliardi. Son vuole prendersi ora qualche rischio in più, per non correre il pericolo di ripetere un passo falso come quello.
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di Lorenzo Lamperti www.wired.it 2023-06-26 05:00:00 ,