La notte magica. La partita perfetta. La stagione dell’Inter è un’acrobazia sul filo di paradiso e inferno, apoteosi e fallimento, e ancora non si è capito dove penderà la bilancia alla fine. Ma al Da Luz di Lisbona, Simone Inzaghi, allenatore con la valigia in mano e un piede e mezzo in semifinale di Champions League, mette un pesetto dalla parte giusta, che pesa un quintale. Come il gol di Barella che indirizza la sfida, giocata sempre a testa alta dalla miglior Inter dell’anno e non solo. Come il rigore trasformato allo scadere da Lukaku, che sarà pure un disastro davanti alla porta, ma quando c’è da prendere il pallone decisivo non si tira mai indietro. Oppure la manona di Onana all’ultimo secondo, quando l’Inter per un attimo è tornata se stessa e per poco non rovinava quasi tutto. Non stasera, non in Europa.
I nerazzurri vincono 2-0 in dimora del Benfica e mettono una seria ipoteca sul passaggio del turno, una semifinale di Champions che sarebbe storica, e non solo perché dall’altra parte ci sarà sicuramente un’italiana, la vincente fra Napoli e Milan. Lo fanno con merito, facendo sembrare semplice una partita che non lo era affatto, contro una squadra che aveva perso solo due garein tutta la stagione, ancora imbattuta in Europa. Rischiando quasi nulla, comunque il giusto, tranne per quella sciagurata disattenzione finale che non è costata nulla.
Fin qui il Benfica è stato una delle grandi sorprese della stagione. Una squadra che non aspetta mai, anche quando sembra farlo, che si lancia sempre in avanti anche se lascia palla all’avversario. Un’interpretazione che fin qui aveva portato a un dominio assoluto, in Portogallo e anche in Europa (ne sa qualcosa la Juve, eliminata nel girone). Sarà per caratteristiche o per la magia di una sera, ma l’Inter è sembrata incastrarsi alla perfezione negli spigoli dell’avversario. Senza l’obbligo di dover attaccare squadre chiuse a catenaccio come nelle ultime, disastrose uscite in Serie A, l’Inter ha potuto rispolverare quelle uscite dalla difesa ammirate nei due anni di Conte e anche nel primo Inzaghi. La chiave è stata tutta qui: saltare il primo pressing dei portoghesi, aprire il campo e attaccare gli spazi. I nerazzurri lo hanno fatto bene, e soprattutto con continuità, dal primo all’ultimo minuto.
Del resto che l’Inter sia in versione europea lo si capisce subito. I ragazzi di Inzaghi approcciano bene la gara, con gli occhi giusti, maglie strette, fraseggi di qualità. Il Benfica prova a imporre il fattore dimora per qualche minuto ma i nerazzurri non si fanno intimorire. Le squadre si rispettano, il pressing del Benfica gira a vuoto, quello dell’Inter è appena accennato. Ne viene fuori un bel primo tempo, in cui però non succede quasi nulla. Un rinvio sbagliato di Dimarco in area regala la prima e unica occasione a Rafa Silva, pronto Onana. La risposta dell’Inter, più che il tiro dai 35 metri di Acerbi, fuori di poco, è un contropiede a campo aperto mal rifinito da Lautaro.
Nella ripresa il Benfica prova a cambiare ritmo, accentrando Joao Mario, che sembra anche scompaginare lo spartito. Ma l’Inter si sblocca, e la sblocca. Col suo marchio di fabbrica, la percussione del braccetto di difesa, in questo caso Bastoni, l’area pienissima sul cross pennellato, e Barella chirurgico di testa.
La reazione del Benfica ferito è furiosa, come la mischia che si accende a un metro dalla linea di Onana. Ma al di là dell’episodio l’Inter controlla ancora, con attenzione e sempre con coraggio. Continua a ripartire fino alla fine. E viene premiata. Sull’azione in fotocopia del gol, lo stesso identico cross di Bastoni, Dumfries si stampa per due volte sulla difesa avversaria a colpo sicuro. Ma il Var concede anche la terza occasione, pizzicando un fallo di mano di Joao Mario: braccio larghissimo, pallone che forse colpisce prima la testa. Un rigore molto simile, per intenderci, a quello che in Italia fu dato qualche settimana fa al Milan, non senza polemiche. L’arbitro Oliver non ha dubbi e nemmeno Lukaku, glaciale dal dischetto. Tutta la panchina si abbraccia in campo, e per poco i nerazzurri mentre festeggiano non si segnano da soli nel recupero, perdendo una palla sanguinosa con Brozovic sprecata da Ramos. Fra una settimana a San Siro, l’Inter avrà tre risultati a disposizione, perché potrà persino perdere con un gol di scarto. Ma questa squadra è capace di tutto, l’ha dimostrato stasera.
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di Lorenzo Vendemiale
www.ilfattoquotidiano.it
2023-04-11 20:51:30 ,