Author: Virginia Piccolillo
Data : 2023-01-26 06:12:43
Dominio: www.corriere.it
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La presidente della commissione Giustizia del Senato: «Il Parlamento delle toghe metta da parte correntismo e carrierismo»
C’è un nuovo Csm, il primo eletto con nuove regole. Il presidente Mattarella ha ricordato il valore dell’indipendenza della magistratura. Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia del Senato, che Csm sarà?
«L’indipendenza della magistratura è un caposaldo dello stato liberale e il Csm dovrebbe destinare ai più alti uffici giudiziari i magistrati più idonei, a prescindere da appartenenze correntizie. Purtroppo, invece, spesso nella realtà hanno prevalso logiche spartitorie. Il sistema introdotto dalla Cartabia, che la Lega aveva criticato, non ha cambiato nulla. Ora serve una profonda riforma».
Il vicepresidente Luigi Pinelli è sostenuto dalla Lega, come crede che inciderà?
«Tutti i nuovi eletti hanno ottime qualità professionali, è irrilevante chi abbia sostenuto il vicepresidente. A noi interessa che si operi con trasparenza, mettendo da parte il correntismo esasperato e il carrierismo».
Intanto però si discute di intercettazioni. In Commissione avete fatto molte audizioni. Cosa è emerso?
«Spunti utili sui quali riflettere».
Quali?
«In particolare mi ha colpito apprendere che attraverso i trojan si potrebbero alterare i contenuti dei cellulari: dunque, si potrebbero, per esempio, falsificare messaggi. Sul punto c’è una vistosa lacuna normativa».
Il ministro Nordio è stato criticato in questi giorni. Ha sbagliato qualcosa?
«Polemiche inutili, perché la riforma ancora non c’è. La Lega è al fianco del ministro, con convinzione».
Giorgia Meloni ha chiesto di non arrivare allo scontro con i magistrati.
«Condivido: in passato, nella stagione degli scontri, ho sempre cercato di mediare».
Il tema intercettazioni sarà affrontato, rinviato o limitato a sanzionare la pubblicazione?
«Sulle intercettazioni si potrebbero recepire alcuni paletti in tema di utilizzabilità indicati dalla stessa giurisprudenza, recuperando spunti di matrice garantista offerti dalle sezioni unite della Cassazione, poi disattesi dai singoli tribunali. Anche dalla magistratura arrivano contributi importanti. È una riforma da fare con il bisturi: si deve intervenire solo laddove serve, sia sul tema della pubblicazione sia su quello dell’utilizzazione».
La premier chiede buon senso, Berlusconi definisce irrinunciabile la riforma. Come se ne esce?
«Siamo tutti allineati, vogliamo tutti riforme incisive che abbiano come punto di partenza l’efficienza della giustizia. Ma poi la riforma dovrà essere estesa al codice penale, al Csm, alle intercettazioni e agli altri temi inseriti nel programma».
Le elezioni regionali imminenti influenzano il dibattito sulla giustizia?
«L’opposizione cerca nella maggioranza divisioni che non ci sono: avere idee diverse su come cambiare una norma è fisiologico, non c’è mai un’unica soluzione tecnica».
Silvio Berlusconi interviene personalmente, auspica la riforma e rivendica affinità con Nordio. Il Terzo polo offre una sponda «garantista». Che sviluppi politici possono esserci nei rapporti interni alla maggioranza?
«Anche la Lega è garantista, come dimostra il referendum che abbiamo portato avanti. Ciò non è in contrasto con la certezza della pena, altro tema che ci sta a cuore. Per il resto, stiamo parlando di un dibattito astratto: prima vediamo i testi, poi chi effettivamente concorderà su di essi».
Salvini ha indossato la veste inedita del pacificatore. C’è stato un suo intervento?
«No, ma condivido. La giustizia è materia complessa, ed è essenziale cercare di coinvolgere magistratura e avvocatura, anche per evitare il ripetersi di riforme annunciate come salvifiche, ma rivelatesi alla prova dei fatti inutili, se non dannose».
26 gennaio 2023 (modifica il 26 gennaio 2023 | 07:12)
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