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Perchè leggere questo articolo? In Iran, gli operatori sanitari muoiono o si suicidano per il troppo lavoro. Sottopagati e oppressi da turni estenuanti, sembrano non avere altra scelta di cercare lavoro all’estero. Ma il nuovo presidente Pezeshkian, cardiologo e già Ministro della sanità, potrebbe essere la svolta. Riuscirà a contenere l’esodo di medici e infermieri e risolvere la crisi della sanità?
Di troppo lavoro si muore. E gli operatori sanitari iraniani ne sono sempre più consapevoli. Il mese scorso, infatti, tre infermiere sono morte per eccesso di lavoro. Sono state colpite dalla sindrome di Karoshi, o “morte da superlavoro”, il che evidenzia le gravi ed estenuanti condizioni in cui opera il personale sanitario in Iran. Il Paese sta infatti affrontando una crisi sanitaria senza precedenti. Tanto da costringere, negli ultimi due anni, circa 10mila operatori sanitari a lasciare l’Iran. Un esodo che trascina la sanità iraniana in una spirale: i professionisti che rimangono sono infatti sempre più stanchi e oppressi da turni di lavoro insostenibili, spesso superiori alle 72 ore consecutive, e da stipendi irrisori che non superano i 300 dollari al mese. In soli 50 giorni almeno cinque medici si sono tolti la vita.
Condizioni estenuanti che hanno portato gli infermieri di diverse province a ribellarsi alla situazione attraverso proteste, subito duramente represse dal governo. Al personale sanitario iraniano non resta dunque che cercare lavoro altrove…
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di Francesca Ferri
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2024-07-08 13:08:49 ,