L’applicazione e le sirene sono un supporto aggiuntivo alle già ampie difese militari di Israele. Il sistema di difesa missilistica Iron Dome, per esempio, intercetta o distrugge efficacemente la maggior parte delle armi aeree dirette verso Israele. Ma negli ultimi giorni alcuni razzi sono sfuggiti al suo controllo, causando un discreto numero di feriti e convincendo il governo a incoraggiare i cittadini israeliani a scaricare la sua app di allarme.
Dall’altra parte del confine, tuttavia, la situazione è del tutto diversa. In alcuni casi, infatti, l’esercito israeliano ha tentato di avvertire i civili di Gaza dell’arrivo di un attacco, ma le reti elettriche e le telecomunicazioni sono state inaffidabili sin dall’inizio del conflitto e venerdì 27 ottobre l’accesso a Internet è stato addirittura interrotto del tutto, rendendo vani questi tentativi. L’applicazione Home front command non fornisce avvisi per il territorio controllato da Hamas poiché è fuori dalla giurisdizione di Israele, pertanto i civili di Gaza risultano del tutto sprovvisti di un sistema di allerta valido.
Aumento delle app
Il sistema israeliano di allarme via smartphone ha le sue origini in un progetto avviato nel 2012 da una coppia di ingegneri informatici. Grazie all’accesso autorizzato a un flusso di dati governativi, i due hanno sviluppato un’app ora nota come Red Alert: Israel, che permette di avvisare le persone del suono delle sirene stradali anti-razzo, direttamente sul telefonino, in modo di avvertire anche chi si trovano in zone periferiche della città. L’uso dell’applicazione si è diffuso per la prima volta durante gli attacchi del 2014, in cui, secondo la stima delle Nazioni Unite, hanno perso la vita più di 1.400 civili palestinesi e sei civili israeliani.
Da quel momento sono nate altre app di allerta e il numero degli utenti è cresciuto a dismisura, soprattutto con l’intensificarsi del conflitto in Israele e nei territori palestinesi. Ma è solo nel 2016 che questa categoria di applicazioni ha ricevuto una spinta importante, con il lancio dell’‘app ufficiale Home front command, approvato dal governo israeliano.
Chiaramente, l’interesse degli israeliani per le app di allarme è aumentato dopo che il braccio armato di Hamas ha superato il confine meridionale di Israele il 7 ottobre, uccidendo più di 1.200 persone. Nei diciassette giorni successivi, le prime quattro app di allerta sugli app store israeliani hanno ottenuto circa 200.000 download complessivi, il che rappresenta un aumento notevole rispetto ai 2.500 download dei giorni precedenti. Ma non è tutto. A quanto pare, molte delle persone che avevano le app inattive sui loro dispositivi hanno deciso di riattivarle in concomitanza dell’intensificarsi del conflitto. Nello stesso periodo i residenti di Gaza non hanno avuto alcuno strumento simile a cui rivolgersi, vivendo sotto la minaccia costante degli attacchi aerei israeliani, e affrontando anche la carenza di energia elettrica, acqua e cibo.
Aggiornamenti e svantaggi
Ogni qual volta il sistema di allarme israeliano entra in funzione, le persone che si trovano nelle aree minacciate ricevono avvisi sui propri dispositivi mobili, accompagnati da potenti vibrazioni e lampi di luce, anche quando il loro smartphone è silenziato. Secondo quanto riferito dal tenente colonnello Itay, tra il rilevamento della minaccia e l’avviso dovrebbero trascorrere pochi millisecondi, dando così alla maggior parte degli utenti il tempo sufficiente per mettersi in salvo. Gli utenti hanno anche la possibilità di selezionare una località diversa da quella in cui si trovano per ricevere avvisi, un metodo utilizzato, tra l’latro, da analisti e giornalisti che seguono da lontano le vicende del conflitto.
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di Paresh Dave www.wired.it 2023-11-01 16:00:00 ,