Israele – Hamas in guerra, le notizie di oggi | Bombe su Gaza. Ostaggi, stop ai negoziati Israele ritira la sua delegazione in Qatar

Israele – Hamas in guerra, le notizie di oggi | Bombe su Gaza. Ostaggi, stop ai negoziati Israele ritira la sua delegazione in Qatar

Israele – Hamas in guerra, le notizie di oggi | Bombe su Gaza. Ostaggi, stop ai negoziati Israele ritira la sua delegazione in Qatar


• È il 58esimo giorno di guerra: oltre 16.000 palestinesi morti, di cui 5.600 bambini, secondo Hamas. In Israele 1.200 morti nell’attacco del 7 ottobre.
• L’area di Khan Yunis, nel sud della Striscia, bersagliata da intensi bombardamenti dall’aria, dal mare e da terra da Israele. Secondo Hamas, sono già 300 i morti dopo la fine della tregua
• «Continuiamo a combattere per distruggere Hamas. Faremo di tutto per liberare gli ostaggi», dice il premier Netanyahu in un intervento in diretta tv

• Monito del capo del Pentagono Austin: «Israele tuteli i civili a Gaza o sarà una sconfitta strategica»
• Le parole e le sigle per capire il conflitto: qui il glossario.
• La storia del conflitto tra palestinesi e israeliani, spiegata qui.

Ore 23:39 – Telefonata Qatar-Blinken: discusse modalità per cessate fuoco

Il premier e ministro degli Esteri del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani ha ricevuto una telefonata dal segretario di stato americano Antony Blinken in cui hanno discusso «delle modalità per la de-escalation e il cessate il fuoco» nella guerra in corso tra Israele e Hamas. Lo ha riferito il ministero degli Esteri di Doha in una nota. «Durante la telefonata si è discusso degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza e nei territori palestinesi occupati, delle modalità per la de-escalation e il cessate il fuoco», si legge nella nota. Il Qatar «è impegnato, con i suoi partner di mediazione, a proseguire gli sforzi per il ritorno della calma, sottolineando che i continui bombardamenti sulla Striscia di Gaza dopo la fine della pausa complicano gli sforzi di mediazione ed esacerbano la catastrofe umanitaria in atto la striscia», sottolinea il comunicato.

Ore 23:27 – Usa confermano: nostra nave ha abbattuto droni sul Mar Rosso

Gli Stati Uniti confermano che il cacciatorpediniere Carney ha abbattuto dei droni sul Mar Rosso. «Oggi ci sono stati quattro attacchi contro tre diversi mercantili che operavano nelle acque internazionali nel sud del Mar Rosso. Questi tre mercantili sono legati a 14 diversi Paesi. La Uss Carney ha risposto alle loro chiamate e fornito assistenza», afferma il Centcom sottolineando che «questi attacchi rappresentano una minaccia diretta al commercio internazionale e alla sicurezza marittima. Abbiamo ogni ragione di ritenere che questi attacchi anche se lanciati dagli Houthi in Yemen sono stati consentiti dall’Iran».

Ore 22:57 – Sale a 15.523 il numero delle vittime palestinesi

Sale a 15.523 il numero delle vittime palestinesi degli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza dal 7 ottobre. A dichiararlo il ministero della Sanità gestito da Hamas. Il portavoce del ministero, Ashraf al-Qidra, ha affermato durante una conferenza stampa che il numero di feriti nell’enclave palestinese ha superato i 41.000, in un contesto di collasso dei servizi sanitari. Al-Qidra ha affermato che centinaia di feriti vengono curati sul posto con risorse mediche estremamente limitate, poiché gli ospedali nel nord di Gaza «sono diventati sempre più incapaci di fornire l’assistenza sanitaria necessaria». «Ha aggiunto che tutti gli ospedali della Striscia di Gaza sono stati sovraccaricati oltre le loro capacità mediche e di posti letto, mancando le risorse chirurgiche necessarie per gestire i casi critici. Al-Qidra ha criticato la lentezza del meccanismo che permette ai feriti di cercare cure all’estero, affermando che solo 403 persone sono state autorizzate a lasciare la Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas. Ha ribadito la richiesta di corridoi umanitari sicuri per garantire il flusso di forniture mediche, farmaci e carburante, e ha chiesto sforzi per consentire ai feriti e ai pazienti di viaggiare all’estero per ricevere cure.

Ore 21:45 – Esercito Israele: offensiva si espande in tutte le aree di Gaza

L’offensiva di terra delle Idf si sta espandendo «in tutte le aree della Striscia di Gaza». Lo ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, citato dal Times of Israel. Il portavoce ha anche rivelato che oggi in un raid aereo è stato ucciso il comandante di Hamas che «ha guidato i combattimenti nell’area di Shati» e che è stato coinvolto nel massacro del 7 ottobre.

Ore 20:56 – Esercito Israele: ucciso altro comandante Hamas

Il portavoce delle forze di difesa israeliane, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha affermato che l’esercito sta espandendo l’offensiva di terra a «tutte le aree della Striscia di Gaza». Lo riporta il Times of Israel. Hagari ha anche rivelato che il comandante del battaglione Shati di Hamas è stato ucciso oggi in un attacco aereo nella Striscia. «Stiamo monitorando 24 ore su 24 per localizzare i dirigenti di Hamas nella Striscia. L’obiettivo è eliminarli tutti», ha aggiunto ancora.

Ore 20:23 – Hagari: Nessun legame di Israele con le navi colpite nel mar Rosso

Le due navi commerciali colpite oggi da missili nel mar Rosso «non hanno alcun legame con Israele»: lo ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari. «Una di esse è stata colpita in maniera significativa e a quanto pare rischia il naufragio. La seconda ha riportato danni minori». Hagari ha rilevato che le armi, le informazioni di intelligence e le tecniche di combattimento utilizzate dai ribelli yemeniti Houti «sono di origine iraniana». L’Iran, secondo Israele, mette in pericolo la libertà di navigazione in quella parte del mondo. «Si tratta adesso di un problema mondiale e regionale. Vedremo quale sarà la reazione».

Ore 19:55 – Shin Bet: elimineremo capi Hamas ovunque

Il capo dello Shin Bet, l’agenzia di intelligence per gli affari interni di Israele, Ronen Bar ha detto che l’obiettivo fissato dal governo «è quello di eliminare Hamas, e noi siamo determinati a farlo». Lo riporta Kan Tv. «Questa è la nostra Monaco», ha aggiunto ricordando come l’operazione per eliminare i terroristi che uccisero 11 atleti alle Olimpiadi tedesche «è andata avanti per quasi 20 anni, anche questa volta sarà così». «Ovunque: a Gaza, in Libano, in Turchia, in Qatar, ovunque. Ci vorrà qualche anno, ma noi saremo lì per farlo», ha concluso.

Ore 19:32 – Israele: operazione a Sud di Gaza potente come quella al Nord

Il capo di stato maggiore dell’Idf, tenente generale Herzi Halevi, ha confermato che l’esercito sta iniziando a operare nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel. L’operazione – spiega – «non sarà meno potente» di quelle nel Nord della Striscia «e non avrà risultati inferiori. I comandanti di Hamas incontreranno l’Idf ovunque. Abbiamo le capacità per farlo nel modo più completo e approfondito».

Ore 17:59 – Gli Houthi rivendicano l’attacco a 2 navi nel Mar Rosso

I ribelli Houthi dello Yemen alleati dell’Iran hanno rivendicato con un comunicato letto da un portavoce gli attacchi a due navi nel Mar Rosso al largo della costa, in risposta alla guerra a Gaza. Il gruppo ha parlato una «operazione contro due navi «israeliane» colpite nello stretto di Bab al Mandab con un missile e un drone.

Ore 17:45 – Iniziate le operazioni a Sud di Gaza e Kahn Yunis

L’esercito israeliano ha iniziato le operazioni di terra nel Sud della Striscia di Gaza fino al Nord di Khan Yunis. Mezzi blindati sono presenti nell’area e hanno iniziato ad attaccare molteplici obiettivi di Hamas. Lo ha fatto sapere la radio militare israeliana.

Ore 17:33 – Paralizzato uno dei tre studenti palestinesi attaccati

Uno dei tre studenti palestinesi assaliti in Vermont il mese scorso è rimasto paralizzato. Lo ha annunciato la sua famiglia. Hismam Awartani, 20 anni, «ha dimostrato un significativo coraggio, una resilienza, una forza e un senso dello humor anche di fronte alla realtà della sua paralisi», ha detto la famiglia.

Ore 17:18 – Esercito Israele, 10mila raid su Striscia da inizio operazioni

Le forze di difesa israeliane hanno affermato di aver effettuato 10mila attacchi aerei sulla Striscia di dall’inizio dell’operazione militare. Lo riporta il Times of Israel.

Ore 17:13 – Pentagono conferma attacchi a navi nel Mar Rosso

Una nave da guerra americana e diverse navi commerciali sono state attaccate domenica nel Mar Rosso. Lo ha confermato il Pentagono. Episodi che potrebbero segnare una grave escalation legata alla guerra fra Israele e Hamas. «Siamo a conoscenza di rapporti riguardanti attacchi alla USS Carney e a navi commerciali nel Mar Rosso e forniremo informazioni non appena saranno disponibili», ha affermato il Pentagono. L’esercito britannico in precedenza aveva affermato che vi era stato un sospetto attacco di droni ed esplosioni nel Mar Rosso, senza fornire ulteriori dettagli. Il Pentagono non ha identificato la provenienza degli attacchi. Tuttavia, i ribelli Houthi dello Yemen hanno lanciato una serie di attacchi contro navi nel Mar Rosso, oltre a lanciare droni e missili contro Israele dallo scorso 7 ottobre.

Ore 16:51 – Esercito: tank a Khan Yunis, inizia azione di terra al sud

Israele ha allargato oggi la manovra terrestre al settore sud di Gaza. Lo ha confermato la radio militare. Unità terrestri, ha precisato, «stanno operando a nord di Khan Yunis. In quell’area ci sono mezzi blindati che hanno iniziato ad attaccare obiettivi di Hamas». Secondo l’emittente, l’esercito intende estendere le proprie attività di terra, dopo che nei giorni scorsi ha fatto ricorso ripetutamente a bombardamenti dell’artiglieria, della aviazione e della marina.



I civili palestinesi fuggono da Khan Yunis dopo l’annuncio di Israele (Afp)

Ore 16:27 – Cpi «intensificherà» indagini sui crimini di guerra a Gaza

Il procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) ha promesso che la Corte intensificherà gli sforzi per indagare su eventuali crimini di guerra nel conflitto tra Israele e Hamas, dopo aver visitato Israele e i territori palestinesi. Karim Khan ha sottolineato che la sua visita non era finalizzata alle «indagini» e ha spiegato di averla sfruttata come un’opportunità per parlare con i morti di entrambe le parti del conflitto. «Le accuse credibili di crimini di guerra durante questo conflitto devono essere esaminate e indagate in modo indipendente», ha dichiarato Khan. «I miei servizi intensificheranno gli sforzi per far avanzare le indagini».

Ore 16:19 – Governo Gaza: 316 morti da ripresa combattimenti

Sono 316 i morti a Gaza dalla ripresa dei combattimenti, secondo le cifre del ministero della Salute di Gaza. Altri 664 sono stati segnalati come feriti. Altre centinaia di vittime sono rimaste bloccate sotto le macerie. Secondo il ministero, il numero totale di vittime dall’inizio del conflitto è di 15.523, con 41.316 feriti.

Ore 16:03 – 10 soldati e un civile feriti da razzo di Hezbollah

Dieci soldati e un civile feriti in un attacco con missili anticarro nel nord di Israele, lo scrive Haaretz. Il portavoce dell’ospedale Ziv ha dichiarato che i feriti sono stati colpiti da schegge dopo che un missile anticarro è stato sparato contro un veicolo dell’esercito vicino a Beit Hillel, una piccola comunità nel nord di Israele.

Ore 16:00 – La Corte penale internazionale: Israele e Hamas rispettino il diritto

Il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha detto che sia Israele e sia Hamas devono rispettare il diritto umanitario internazionale, sottolineando che l’istituzione porterà avanti indagini su potenziali crimini di guerra. Lo riporta Al Jazeera. Khan è reduce da una visita di 4 giorni in Israele e nei territori occupati.

Ore 15:58 – Hamas, superati i 15.500 morti a Gaza

Il nuovo bilancio delle vittime a Gaza dal 7 ottobre fornito da Hamas è di 15.523 morti. E si contano anche 41.316 feriti. Lo ha comunicato il portavoce del ministero della Salute della Striscia Ashraf al-Qidreh.

Ore 14:45 – Usa: non avevamo intelligence Israele su piano Hamas

L’intelligence americana «ha indicato che non aveva accesso al documento» a cui fa riferimento il New York Times, secondo il quale Israele aveva il piano di attacco di Hamas da oltre un anno. Lo afferma il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale degli Usa John Kirby con Nbc.

Ore 13:32 – Soldati israeliani feriti in attacco dal Libano sud

Alcuni soldati sono stati feriti a Beit Hillel (alta Galilea) dalla esplosione di un razzo anticarro sparato dal Libano sud. Lo riferisce il portavoce militare israeliano secondo cui il veicolo su cui si trovavano è stato danneggiato. Il portavoce ha aggiunto che altre esplosioni sono segnalate alle pendici del monte Hermon, sul Golan.

Ore 12:41 – Razzo dal Libano, esplosione in alta Galilea

Un’esplosione si è verificata in alta Galilea in seguito al lancio di colpi di mortaio o di un razzo anticarro. Lo riferiscono i media secondo cui l’incidente è avvenuto presso il villaggio di Beit Hillel, a breve distanza dal confine con il Libano. Secondo le prime informazioni un veicolo è stato danneggiato. In precedenza altre esplosioni erano state segnalate sulle alture del Golan, per il lancio di un razzo dalla Siria, e presso il kibbutz Yiftach, a ridosso del confine col Libano.

Ore 12:28 – Netanyahu: «Sarebbe un errore affidare all’Anp la responsabilità di Gaza»

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso di impedire qualsiasi tipo di influenza da parte dell’Autorità Palestinese sulla Striscia di Gaza una volta terminata l’operazione militare contro l’enclave e il movimento islamista Hamas. «È un errore affidare all’Autorità Palestinese la responsabilità di Gaza perché ci ritroveremo con lo stesso risultato. Sono accomunate dal rifiuto dell’esistenza di Israele, ha aggiunto.

Ore 12:26 – Papa Francesco: «Addolora la tregua rotta a Gaza»

«In Israele e Palestina la situazione è grave. Addolora che la tregua sia stata rotta: ciò significa morte, distruzione e miseria. Molti ostaggi sono stati liberati, ma tanti sono ancora a Gaza. Pensiamo a loro, alle loro famiglie che avevano visto una luce, una speranza di riabbracciare i loro cari». Così il Papa all’Angelus, in un appello letto al suo posto da monsignor Paolo Braida. «A Gaza c’è tanta sofferenza, mancano i beni di prima necessità – ha proseguito -. Auspico che tutti coloro che sono coinvolti possano raggiungere al più presto un nuovo accordo per il cessate il fuoco e trovare soluzioni diverse rispetto alle armi, provando a percorrere vie coraggiose di pace».

Ore 11:22 – Israele avverte capi Hamas: «Gettate le armi o morirete»

Nell’imminenza di un attacco diretto al rione di Sajaya (Gaza City) l’esercito israeliano ha avvertito i comandanti locali di Hamas che devono arrendersi, se non vogliono morire. Sul web il portavoce militare Avichay Adraee ha pubblicato un testo in arabo in cui espone le immagini di 11 comandanti di Hamas attivi, secondo Israele, a Sajaya. «Gettate le armi – ha scritto – se non volete fare la stessa sorte di Wissam Farhat e di Yunis Mishtaha».

Ore 10:40 – Sirene di allarme nei kibbutz vicini alla Striscia

Sirene di allarme risuonano a ripetizione stamane nei kibbutz vicini alla striscia di Gaza. Lo aggiorna il portavoce militare. In particolare l’allarme riguarda i kibbutz Nir Oz e Kissufim, nonché la vicina località di Magen. Sono situati di fronte al settore centrale e meridionale della striscia di Gaza, dove sono in corso attività dell’esercito israeliano. Gli abitanti hanno avuto ordine di raggiungere i rifugi.

Ore 10:24 – Carri armati vicini a Khan Yunis, nel sud della Striscia

Mezzi blindati israeliani hanno superato la scorsa notte il Wadi Gaza e sono entrati nel settore meridionale della Striscia, assestandosi sulla arteria Khan Yunis-Deir el-Ballah. Altri blindati hanno preso posizione sulla spiaggia di Deir el-Ballah. Lo riferiscono fonti locali secondo cui la scorsa notte ci sono stati combattimenti fra l’esercito e miliziani di Hamas nella vicina zona di Karara. Mentre l’aviazione continua i bombardamenti il portavoce militare Avichay Adraee ha ordinato la evacuazione del centro di Khan Yunis, dopo che ieri erano stati sgomberati alcuni rioni. Gli ordini sono di raggiungere la città di Rafah.

Ore 10:10 – Israele arresta 60 palestinesi in Cisgiordania

Israele ha arrestato almeno 60 palestinesi durante raid notturni in Cisgiordania. Lo rende noto La Società dei Prigionieri Palestinesi, secondo cui gli arresti della scorsa notte sono avvenuti principalmente nelle città di Hebron, Betlemme, Gerico, Ramallah, Nablus e Jenin. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito che almeno quattro donne sono tra le persone fermate. Gli ultimi arresti si aggiungono agli oltre 3.000 palestinesi fermati in Cisgiordania dal 7 ottobre, secondo l’ Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani. Molti prigionieri sono trattenuti senza processo né accuse, in un sistema di «detenzione amministrativa».

Ore 09:41 – L’Iran: «Se Israele non si ferma la guerra si estenderà»

«Se gli attacchi e i crimini di guerra del regime israeliano contro Gaza e la Cisgiordania non si fermano, c’è la possibilità che la guerra si estenda»: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri dell’Iran, Hossein Amirabdollahian, citato dall’agenzia Irna, nel corso di una conversazione telefonica avvenuta in serata con l’Alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell. «Il regime sionista deve anche togliere l’assedio, permettere l’accesso all’enclave (della Striscia di Gaza) degli aiuti umanitari e mettere fine allo sgombero forzato dei palestinesi», ha aggiunto il capo della diplomazia di Teheran.

Ore 09:16 – L’esercito israeliano individua un punto di lancio razzi in Siria

L’esercito israeliano ha comunicato di aver identificato il punto da cui è stato lanciato un razzo dalla Siria verso Israele e ha detto che la sua artiglieria ha risposto colpendolo. Non sono stati forniti ulteriori dettagli.

Ore 09:08 – Aerei di sorveglianza britannici sorvoleranno Gaza

Aerei di sorveglianza britannici sorvoleranno la Striscia di Gaza per aiutare Israele a trovare gli ostaggi rimasti. Secondo il governo britannico gli aerei non dovrebbero avere armi a bordo e lo scopo è esclusivamente quello di raccogliere informazioni su dove si trovano gli ostaggi. Il Ministero della Difesa britannico farà volare aerei di sorveglianza sul Mediterraneo orientale, compreso lo spazio aereo sopra Israele e Gaza, ha annunciato sabato sera.

Ore 08:46 – Dipartimento di Stato americano: Israele accetta la creazione di ampie zone di sicurezza a Gaza

Secondo un alto funzionario del Dipartimento di Stato, Israele ha accettato di designare ampie zone di sicurezza nel sud di Gaza man mano che le sue operazioni militari si espandono. L’accordo arriva dopo il terzo viaggio del Segretario di Stato Antony Blinken nella regione e il quarto viaggio in Israele dall’attacco del 7 ottobre, su un punto sul quale gli Usa hanno molto insistito. In ciascuno dei viaggi di Blinken in Israele, si è armato di richieste specifiche, ha detto il funzionario. Prima ci sono stati gli aiuti umanitari a Gaza, poi la pausa nei combattimenti, e ora Blinken vuole un piano per ridurre al minimo le sofferenze dei civili nel sud di Gaza, mentre le operazioni militari si espandono. Inizialmente Israele si è opposto alle prime due richieste, ma questa volta si è dimostrato più disponibile e starebbe già lavorando per elaborare un piano.

Ore 07:35 – Israele e il piano di una guerra lunga un anno. I capi di Hamas sono «destinati a morire»

(Davide Frattini) Ventisei anni fa al primo dei suoi sei mandati la strada di Benjamin Netanyahu incrocia quella di Khaled Meshaal in una via di Amman. Due agenti del Mossad tentano di eliminare l’allora capo di Hamas con una tossina velenosa, devono arrivargli vicini molto vicini. Riescono a contaminargli un orecchio, le guardie del corpo si insospettiscono e li bloccano, vengono consegnati ai giordani. Erano entrati con passaporto canadese, possono uscirne solo se il premier israeliano accetta di consegnare a re Hussein — è ormai un alleato ma minaccia di condannarli a morte — l’antidoto per salvare l’uomo mezzo deceduto che ha ordinato una serie di attentati kamikaze in Israele. Bibi cede, la partita letale con Meshaal e Hamas si riapre, come il suo leader l’organizzazione resuscita e si rafforza dopo quell’assassinio mancato.

Qui l’articolo completo.

Ore 06:34 – Raid israeliani nella notte a Gaza, sette morti a est di Rafah

Nuovi raid di Israele su Gaza. Sette palestinesi sono stati uccisi molti altri sono rimasti feriti questa notte in un attacco israeliano su una casa a est della città di Rafah, nel sud di Gaza. Lo ha riferito il ministero degli Interni guidato da Hamas.

Ore 03:55 – Hamas: «Stop alla tregua fino a quando Israele non smette gli attacchi»

«I negoziati per lo scambio di prigionieri sono terminati e non riprenderanno fino a quando Israele non interromperà le operazioni militari a Gaza e consegnerà tutti i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane». Lo afferma un funzionario di Hamas ad Al Jazeera. Israele ha ritirato la propria delegazione negoziale del Mossad a Doha, in Qatar, dopo l’«impasse» nella trattaviva per proseguire la tregua.

Ore 03:30 – Fonti Usa, Israele pronto a «safe zone» nel Sud di Gaza

Israele ha accettato di designare ampie zone di sicurezza nel Sud di Gaza in seguito all’espansione delle sue operazioni militari. L’accordo arriva dopo il terzo viaggio del Segretario di Stato Anthony Blinken nella regione e il quarto viaggio in Israele dopo l’attacco del 7 ottobre. È quanto riferisce un alto funzionario del Dipartimento di Stato Usa a Nbc News.

In ognuno dei suoi viaggi in Israele, Blinken ha avanzato richieste specifiche, precisa il funzionario, partendo dagli aiuti umanitari a Gaza, per arrivare poi alle tregue nei combattimenti mentre ora Blinken chiede un piano per ridurre al minimo le sofferenze dei civili nel Sud di Gaza. Israele – prosegue l’alto funzionario alla Nbc News – ha inizialmente respinto le prime richieste, ma questa volta è stato più disponibile e stava già lavorando alla creazione di un piano per delle «safe zone» nel Sud della Striscia. Il funzionario ha infine dichiarato che le aree di sicurezza richieste sono molto più grandi di quelle inizialmente discusse e che i dettagli devono ancora essere definiti. Secondo l’accordo, alcune persone dovranno lasciare le loro case, ha concluso il funzionario, aggiungendo che queste zone potrebbero comunque essere al centro di operazioni antiterrorismo mirate.

Ore 03:18 – La conferenza stampa di Netanyahu

«Non c’è un complotto, non c’è stato un complotto e non può esserci. Ci sono domande a cui è necessario rispondere: cosa è successo, come è successo e questo sarà esaminato alla fine della guerra». Con queste parole il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha risposto alla domanda di Haaretz su un sondaggio secondo il quale un terzo dell’opinione pubblica ebraica ritiene che funzionari della Difesa israeliana fossero coinvolti o sapessero in anticipo dell’attacco di Hamas.

Alla domanda su come reagirà se Hamas dovesse proporre una nuova tregua, Netanyahu sottolinea: «Hamas ha violato l’accordo. Ho detto che se lo avessero fatto avremmo ripreso la guerra, ed è quello che è successo». «C’è una pressione internazionale», riconosce, ma dice di aver creato lo spazio affinché Israele possa continuare i suoi obiettivi di guerra. «Alla fine, siamo noi a prendere le decisioni, e la nostra decisione definitiva è distruggere Hamas, riavere i nostri ostaggi e garantire che non ci sia un nuovo controllo terroristico su Gaza», dice.

Alla domanda sul perché lui e il ministro della Difesa Yoav Gallant abbiano tenuto conferenze stampa separate, a pochi minuti di distanza, Netanyahu ha risposto: «Stasera ho suggerito al ministro della Difesa di tenere una conferenza stampa congiunta. Ha deciso quello che ha deciso. Ma è importante che il pubblico ci ascolti», dice, e aggiunge che i due e il resto della leadership israeliana «stanno lavorando insieme» per raggiungere gli obiettivi della guerra. Un giornalista suggerisce che Netanyahu negli ultimi anni abbia sprecato l’opportunità di eliminare la leadership di Hamas con un attacco a sorpresa. Lui risponde: «Non agirò in modo irresponsabile e non rivelerò il quadro completo che mi è stato presentato e la serie di raccomandazioni che ho ricevuto dalle istituzioni di sicurezza. Quando è stato possibile, abbiamo eliminato molti leader di Hamas e di altri gruppi terroristici, e ora completeremo la missione», afferma.

Successivamente gli viene chiesto se si dimetterà dopo la guerra, data la sua impopolarità negli ultimi sondaggi. Risponde Netanyahu: «Non mi occupo di sondaggi. Ho ricevuto il mandato dai cittadini israeliani di guidare lo Stato di Israele. Se lavorassimo sulla base di sondaggi quotidiani, mi sembra che non sarei qui nemmeno un giorno». Netanyahu accoglie con favore il sostegno degli Stati Uniti e afferma che gli Usa sostengono alcuni degli obiettivi di guerra, «due di loro di sicuro» – un evidente riferimento alle differenze pubbliche con l’amministrazione riguardo a Gaza nel dopoguerra, dove gli Stati Uniti vogliono vedere un’Autorità Palestinese «rivitalizzata». «Ci sono divergenze di opinione su come raggiungere tutti questi obiettivi», riconosce, ma afferma che i due alleati sono ampiamente riusciti a superarli. Riconosce anche qualche disaccordo «sulle questioni umanitarie». «In definitiva questa è la nostra guerra. Alla fine dobbiamo prendere le decisioni. Alla fine, prendiamo le decisioni. Cerchiamo e spesso riusciamo a convincere i nostri amici americani. Spero e credo che sarà così anche in futuro».

Ore 02:56 – Usa: Israele tuteli civili Gaza, o sarà sconfitta strategica

Il capo del Pentagono mette in guardia Israele sul rischio si una «sconfitta strategica» nella sua guerra contro Hamas se non terrà conto degli avvertimenti sul crescente numero di vittime civili a Gaza. «Ho personalmente spinto sui leader israeliani per evitare vittime civili, per evitare una retorica irresponsabile e per prevenire la violenza dei coloni in Cisgiordania», ha detto il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg.

Ore 02:41 – Sistema evacuazione Gaza rende vita macabra battaglia navale

Il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) dell’Onu ha avvertito che il nuovo sistema israeliano per l’evacuazione forzata nel sud della Striscia di Gaza rischia di trasformare la vita dei palestinesi in un «macabro gioco di battaglia navale». Lo riporta il Guardian, ricordando che Israele ha iniziato a utilizzare un nuovo sistema di evacuazione, che suddivide Gaza in più di 600 blocchi ed è accessibile tramite un codice QR su volantini e post sui social media. Tale sistema – prosegue il Guardian -, sembra progettato per consentire alle forze di difesa israeliane di provare a spostare i civili in un’area sempre più ristretta mentre prendono di mira i combattenti di Hamas. Ma dopo settimane di bombardamenti e blocchi, la maggior parte delle persone ha poco accesso all’elettricità per caricare telefoni e altri dispositivi, e anche per coloro che possono connettersi online, il sistema di telecomunicazioni collassa regolarmente. Ciò significa che i residenti non hanno un modo affidabile per accedere alla mappa, ha affermato Ocha.

Ore 02:34 – Stop negoziati, Israele ritira sua delegazione in Qatar

Israele ha deciso di ritirare la sua delegazione dai negoziati che si stavano svolgendo in Qatar per un cessate il fuoco a Gaza. Gli esponenti del Mossad che si trovavano a Doha sono stati richiamati in patria a causa della «impasse» nei negoziati. «Su indicazione del primo ministro Benjamin Netanyahu, David Barnea, capo del Mossad, ha ordinato alla sua squadra a Doha di tornare in Israele», ha dichiarato l’ufficio di Netanyahu in un comunicato citato da Al Jazeera. Hamas, secondo il premier israeliano, «non ha rispettato la sua parte dell’accordo, che prevedeva il rilascio di tutti i bambini e le donne secondo una lista trasmessa ad Hamas e da loro approvata. Il capo del Mossad ringrazia il capo della CIA, il ministro dell’Intelligence egiziano e il primo ministro del Qatar per la loro collaborazione negli enormi sforzi di mediazione che hanno portato al rilascio di 84 bambini e donne dalla Striscia di Gaza oltre a 24 cittadini stranieri», si legge ancora nel comunicato. Il problema riguarderebbe la proposta di Hamas di includere nel numero degli ostaggi da liberare anche alcuni fra quelli morti a Gaza.

Ore 01:53 – Usa, ogni sforzo per garantire rilascio ostaggi

L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden «perseguirà ogni sforzo» per garantire il rilascio degli ostaggi che Hamas tiene a Gaza, compresi i cittadini americani che rimangono dispersi. Lo ha detto alla Cnn un alto funzionario dell’amministrazione Usa sulla scia dei negoziati a Doha, in Qatar, che si sono interrotti . La Casa Bianca ha affermato che vi sono una donna americana e sette uomini dispersi in seguito all’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre.

Ore 01:17 – Hamas: in ostaggio abbiamo solo uomini e soldati

Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri, ha detto in un’intervista ad Al Jazeera che l’organizzazione ha consegnato tutte le donne e bambini e che ora «rimangono solo uomini e soldati» in mano ai miliziani. Lo scrive Haaretz. «Israele insiste che abbiamo ancora donne e bambini, anche se abbiamo chiarito che abbiamo consegnato tutte le donne e i bambini in nostro possesso, e ora rimangono solo uomini e soldati», ha affermato, aggiungendo che attualmente non sono in corso negoziati per una tregua e che Hamas non libererà altri ostaggi senza un cessate il fuoco globale e il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi.

Ore 01:01 – Gallant: Hamas non vuole rilasciare 15 donne e 2 bambini

Hamas ha infranto gli accordi «quando si è rifiutato di rilasciare 17 ostaggi: 15 donne e due bambini»: lo ha detto il ministro della difesa Yoav Gallant. Per questa ragione ieri l’esercito israeliano ha ricevuto l’ordine di «accrescere e potenziare le attività militari a Gaza». «La pressione militare – secondo Gallant – consente di raggiungere due obiettivi: arrecare danni a Hamas e favorire la liberazione degli ostaggi». Israele, ha precisato, ha recuperato 110 ostaggi e i corpi di tre prigionieri. «Nessun esercito ha mai fatto meglio contro gruppi terroristici». Israele ha inoltre ucciso «migliaia di terroristi».

Ore 00:42 – Raid su Khan Yunis dal mare e dal cielo,ordine di evacuare

L’area di Khan Yunis, nel sud della Striscia, è stata bersaglio la scorsa notte ad intensi bombardamenti. L’aviazione, secondo fonti locali, ha colpito edifici nella città, mentre in parallelo l’artiglieria ha sparato verso l’area agricola di Karara, a ridosso del confine con Israele e la marina ha aperto il fuoco verso obiettivi sul litorale della vicina Deir el-Ballah. Intanto il portavoce militare ha divulgato, in arabo, ordini immediati di evacuazione per gli abitanti di rioni di Khan Yunis e di Deir el-Ballah. Gli ordini sono di spingersi a sud verso le dune di Muwassi e la città di frontiera di Rafah.

A Khan Yunis, ha riferito il portavoce militare, l’aviazione ha colpito la scorsa notte 50 obiettivi. Ha poi aggiunto che a Deir el-Ballah la marina «ha colpito obiettivi militari di Hamas, ricorrendo a munizioni ad alta precisione». Inoltre sono state colpite infrastrutture utilizzate dalle forze navali di Hamas. La radio militare ha rilevato che per il momento Israele opera in quella zona sparando da distanza. Si tratta di operazioni di preparazione, secondo la emittente, in vista di un possibile intervento di forze di terra.

Ore 00:24 – Unicef: «Prima della tregua più di 5.300 bimbi uccisi»

Prima della pausa dai combattimenti più di 5.300 bambini palestinesi sono stati uccisi in 48 giorni di bombardamenti incessanti, un dato che non include molti bambini ancora dispersi e presumibilmente sepolti sotto le macerie. A dirlo è l’Unicef che aggiunge: «i bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco umanitario duraturo. Tutti i bambini dello Stato di Palestina e di Israele meritano la pace. Se la violenza dovesse tornare su questa intensità, possiamo presumere che altre centinaia di bambini saranno uccisi e feriti ogni giorno. La Striscia di Gaza è di nuovo, da ieri, il luogo più pericoloso al mondo per essere un bambino».

«Per sette giorni – spiega la direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell c’è stato un barlume di speranza per i bambini in mezzo a questo orribile incubo. Più di 30 bambini tenuti in ostaggio a Gaza sono stati liberati e riuniti alle loro famiglie. La pausa umanitaria ha permesso di aumentare le consegne di aiuti di prima necessità a Gaza e in tutta la regione. L’Unicef e i suoi partner hanno potuto incrementare in modo significativo le operazioni e i programmi. E abbiamo potuto iniziare a riunire i bambini separati con le loro famiglie. Ciò non è stato sufficiente per soddisfare l’entità dei bisogni umanitari, ma è stato un inizio. Ora abbiamo bisogno di un accesso più sicuro e prevedibile per raggiungere i bambini feriti, sfollati e traumatizzati. E dobbiamo far arrivare gli aiuti ai bambini che sono vulnerabili al clima freddo e umido che è arrivato. I bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco umanitario duraturo. Chiediamo a tutte le parti di garantire che i bambini siano protetti e assistiti, in conformità con gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario. Tutti i bambini dello Stato di Palestina e di Israele – conclude Russell – meritano la pace e la speranza di un futuro migliore».

Ore 00:03 – Hamas: «È di 240 morti il bilancio da fine della tregua»

Il governo di Hamas nella Striscia di Gaza ha affermato oggi che 240 persone sono state uccise nel territorio palestinese da quando è terminata la pausa nei combattimenti. Altre 650 persone sono rimaste ferite in «centinaia di attacchi aerei, bombardamenti di artiglieria e della marina, ovunque nella Striscia di Gaza», si legge in una nota, aggiungendo che le forze israeliane hanno «preso di mira in particolare Khan Yunis, dove decine di case sono state distrutte».



Source link
di
www.corriere.it
2023-12-03 22:39:21 ,

Previous Calcio: Inzaghi, dall’Inter una prova di forza – Calcio

Leave Your Comment