Israele – Hamas in guerra, le notizie di oggi | I Pasdaran iraniani: «7 ottobre rappresaglia per la morte di Soleimani». Ma Hamas smentisce: «È la risposta all’occupazione»

Israele – Hamas in guerra, le notizie di oggi | I Pasdaran iraniani: «7 ottobre rappresaglia per la morte di Soleimani». Ma Hamas smentisce: «È la risposta all’occupazione»

Israele – Hamas in guerra, le notizie di oggi | I Pasdaran iraniani: «7 ottobre rappresaglia per la morte di Soleimani». Ma Hamas smentisce: «È la risposta all’occupazione»


• È l’81esimo giorno di guerra: «più di 21.000 palestinesi morti», di cui circa 8mila bambini, secondo Hamas. In Israele 1.200 morti nell’attacco del 7 ottobre.
• L’Emiro del Qatar sente Biden: «Possibile mediazione congiunta a Gaza»
• Israele: «La guerra andrà avanti per molti mesi»
• Ucciso da un raid israeliano in Siria il generale Moussawi. La minaccia di Raisi: «Israele pagherà per la sua morte».
• L’esercito israeliano colpisce la sede della Mezzaluna Rossa a Khan Yunis
• Netanyahu in visita nella Striscia: «Non ci fermeremo».
• Hamas e Jihad islamica respingono il piano di pace dell’Egitto.

Ore 22:57 – M.O.: Blinken prepara nuova missione

Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, è atteso entro la prossima settimana in Medio Oriente per riprendere i negoziati sulla guerra a Gaza. Lo riporta l’agenzia Axios che cita fonti delle amministrazioni arabe e israeliane. Questo sarà il quarto viaggio di Blinken nella regione, e la quinta visita in Israele da quando è cominciata la guerra. Blinken andrà anche in Giordania, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar. Ieri il capo della diplomazia americana ha incontrato a Washington il ministro israeliano degli affari strategici Ron Dermer. Secondo fonti dell’amministrazione Biden, Dermer ha affrontato il tema di comegovernare in futuro Gaza anche in un incontro con il consigliere alla sicurezza nazionale Jake Sullivan. Fino a oggi sono più di ventunomila i palestinesi uccisi dall’inizio del conflitto, secondo il ministero della Salute a Gaza.

Ore 22:24 – M.O.: media, Shin Bet aveva ricevuto informazioni su attacco Hamas ma sono state sottovalutate

Mesi prima dell’assalto di Hamas del 7 ottobre, lo Shin Bet, il servizio di intelligence israeliano, avrebbe ricevuto delle informazioni secondo cui il gruppo palestinese stava pianificando «una grande mossa», con la data specifica in cui il massiccio attacco sarebbe stato effettuato ma l’informazione sarebbe stata sottovalutata. A sostenerlo è il canale televisivo israeliano «Channel 12» sottolineando che lo Shin Bet avrebbe ricevuto la soffiata da una fonte nella Striscia di Gaza che ha avvertito che Hamas stava pianificando un attacco durante la settimana dopo il giorno di digiuno ebraico di Yom Kippur. Quest’anno Yom Kippur è stato celebrato il 25 settembre, un lunedì.

L’attacco del 7 ottobre durante il quale sono stati uccise circa 1.200 persone nel sud di Israele e sono stati rapiti oltre 240 ostaggi è avvenuto 12 giorni dopo, il sabato della settimana dopo Yom Kippur. La persona che ha ricevuto le informazioni della fonte, sottolinea «Channel 12», le avrebbe trasmesse ai colleghi dello Shin Bet ma questi le avrebbero bollate come insignificanti sostenendo che se fosse stato cosi «avrebbero ricevuto ulteriori informazioni che le avrebbero corroborate». Secondo quanto riferisce «Channel 12», le informazioni non sarebbero state portate all’attenzione degli alti funzionari dello Shin Bet e il capo dell’agenzia Ronen Bar non ne avrebbe mai sentito parlare.

Il canale televisivo israeliano cita fonti anonime dello Shin Bet che affermano che all’epoca non sono state trovate altre informazioni di intelligence a supporto delle informazioni fornite e l’affidabilità della fonte che aveva iniziato a fornire informazioni allo Shin Bet relativamente poco tempo prima era stata ritenuta poco chiara, anche se da allora hanno ammesso che è altamente affidabile. Lo Shin Bet interpellato ufficialmente sulla vicenda afferma che attualmente si sta concentrando sulla guerra in corso contro Hamas e che successivamente avrebbe indagato a fondo sulla vicenda.

Ore 21:45 – M.O.: colloquio Macron-Netanyahu

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha parlato stasera con il Presidente francese, Emmanuel Macron. Lo ha riferito l’ufficio del primo ministro in una nota. Netanyahu ha ringraziato Macron per il coinvolgimento della Francia nella protezione della libertà di navigazione nel Mar Rosso e per la sua disponibilità a contribuire a ripristinare la sicurezza al confine tra Israele e il Libano, si legge nella nota. Il primo ministro ha aggiornato Macron sugli sviluppi della guerra a Gaza, nonché sugli sforzi per ottenere il rilascio degli ostaggi israeliani, e ha chiesto al Presidente francese di continuare a lavorare per il loro rilascio. «Netanyahu ha chiarito che il popolo e il governo di Israele sono determinati a lavorare per riportare i residenti del Nord e del Sud alle loro case, con ogni mezzo», conclude la dichiarazione.

Emmanuel Macron ha ribadito, nello scambio telefonico con il primo ministro israeliano, la sua richiesta di un «cessate il fuoco duraturo» a Gaza, mentre il bilancio delle vittime civili continua ad aumentare, ha sottolineato la presidenza francese. «La Francia lavorerà nei prossimi giorni, in collegamento con la Giordania, per condurre operazioni umanitarie a Gaza», ha aggiunto l’Eliseo in un comunicato.

Ore 21:25 – M.O., Cohen: leader Hezbollah, Nasrallah, sarà prossimo obiettivo

Il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha detto oggi che il leader del movimento sciita libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, potrebbe essere il prossimo obiettivo di Israele. Visitando il confine di Israele con il Libano, assieme ad alcuni ambasciatori stranieri, Cohen ha detto che il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, «deve capire che il prossimo sarà lui». Secondo il capo della diplomazia israeliana, Hezbollah deve rispettare il cessate il fuoco delle Nazioni Unite del 2006 che invita il gruppo a ritirarsi dalla zona di confine. «Opereremo per sfruttare al massimo l’opzione diplomatica — ha affermato Cohen —. Se non funziona, tutte le opzioni sono sul tavolo», ha aggiunto.

Ore 20:58 – M.O., Gantz: Beirut e il mondo fermino Hazbollah, o lo farà l’Idf

Il ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, ha affermato che la situazione al confine settentrionale di Israele deve cambiare, aggiungendo che il tempo per la diplomazia sta per scadere. «La situazione al confine settentrionale di Israele richiede un cambiamento», ha detto Gantz in una conferenza stampa, secondo quanto riportato dalla Reuters. «Il tempo per una soluzione diplomatica sta scadendo, se il mondo e il governo libanese non agiranno per impedire il fuoco sui residenti nel nord di Israele e per allontanare Hezbollah dal confine, lo farà l’Idf», ha commentato Gantz.

Ore 20:36 – M.O.: tv israeliana pubblica probabile foto recente capo brigate al Qassam Deif

Una foto probabilmente recente e attribuibile al capo delle Brigate al Qassam, il braccio armato di Hamas, Mohammed Deif è stata diffusa dal canale televisivo «Channel 12». Le foto e i video che ritraggono Deif sono scarse perché a differenze di molti altri membri dell’organizzazione palestinese l’uomo soprannominato non a caso il«fantasma di Gaza» ha vissuto la maggior parte della sua vita nell’ombra. La sua ultima foto risale addirittura al 2001 quando fu rilasciato da un carcere dell’Autorità nazionale palestinese.

Secondo diverse informazioni circolate negli anni Deif sarebbe privo di entrambe le gambe, di un braccio e sarebbe cieco da un occhio a causa presumibilmente di un attacco aereo, in uno dei cinque tentativi israeliani di ucciderlo. La foto di Deif, uno dei pianificatori dell’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre ad Israele, sarebbe stata ottenuta dalle forze israeliane durante l’offensiva nella Striscia di Gaza ma «Channel 12» non specifica quando sarebbe stata scattata. Al momento non è possibile verificare l’autenticità della foto.

Nello scatto diffuso dal canale televisivo israeliano all’uomo mancherebbe un occhio e secondo «Channel 12» zoppicherebbe. Una grande quantità di informazioni sui leader di Hamas, riferisce la tv israeliana, sarebbe stata raccolta dagli ostaggi rilasciati e che sono stati successivamente interrogati dallo Shin Bet. Ulteriori informazioni provengono dai tunnel, dal quartier generale di Hamas e dalle case dei presunti terroristi ispezionate dall’Idf, le forze di difese israeliane.

Ore 20:30 – Hezbollah intensifica attacchi, capo Idf: pronti anche a incursione

Durante una visita al Comando Nord, il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano, generale Herzi Halevi, ha affermato che l’esercito è «a un altissimo livello di prontezza», in un contesto di escalation di attacchi da parte di Hezbollah dal Libano. «Il nostro primo compito è riportare i residenti in sicurezza, il che richiederà tempo. Oggi abbiamo approvato diversi piani per il futuro e dobbiamo essere pronti per un’incursione, se necessario», ha detto Halevi, secondo i commenti forniti dall’Idf. «L’Idf, e al suo interno il Comando Nord, sono ad un livello di preparazione molto elevato. Finora l’operazione è stata gestita bene e meticolosamente e così deve continuare», ha aggiunto. Decine di migliaia di residenti nel nord di Israele sono stati evacuati a causa degli attacchi quotidiani di razzi, missili e droni di Hezbollah.

Ore 19:50 – Gantz: «La guerra contro Hamas procede secondo i piani e potrà espandersi ad altre zone»

Il ministro israeliano del gabinetto di guerra ristretto Benny Gantz conferma che la guerra contro Hamas a Gaza procede secondo i piani del capo di stato maggiore Herzi Halevi e anticipa che potrà anche espandersi ad altre zone, se necessario. Ma non nasconde il suo disaccordo con il Premier Benjamin Netanyahu.

«La situazione al confine settentrionale richiede cambiamenti», ha affermato, denunciando che «la clessidra di una soluzione diplomatica si sta esaurendo. Vale a dire che se il Libano o il mondo non interverranno, le forze israeliane procederanno a distanziare Hezbollah dal confine. Dopo gli attacchi del 7 ottobre è stato chiaro a tutti che «gli scontri fra di noi erano benzina per i nostri nemici. Ci siamo uniti immediatamente. Abbiamo dimostrato ai nemici di Israele e al mondo che il potere del Paese è forte e profondo. Ma sfortunatamente negli ultimi giorni c’è chi si permette di tornare al sei ottobre», ha affermato Gantz, indicando nel ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Giv il responsabile della frattura originata sulla mancata conferma della commissaria per le carceri, Katy Perry.

«Non siamo al governo per rimanere», ha precisato dopo aver incontrato Netanyahu, un incontro cui si è confermata la divergenza. «Rimuovere funzionari di rango, in particolare i capi dei servizi di sicurezza, in questo momento danneggia il funzionamento dello stato in guerra e non va bene», ha commentato il suo partito, sollecitando il Premier a evitarlo.

Ore 19:33 – La Casa Bianca: «La nomina Onu di Sigrid Kaag come coordinatrice per gli aiuti a Gaza è un passo importante»

La nomina dell’ex ministra degli esteri e vicepremier olandese Sigrid Kaag da parte dell’Onu come coordinatrice umanitaria e per la ricostruzione di Gaza è un «passo importante mentre continuiamo a lavorare con le Nazioni Unite come partner fondamentale nella consegna e distribuzione di assistenza umanitaria a Gaza». Ad affermarlo in una nota è la Casa Bianca. «Gli Stati Uniti sono il più grande sostenitore finanziario degli sforzi di assistenza umanitaria per sostenere i civili palestinesi che sono intrappolati nel mezzo del conflitto tra Israele e Hamas», ha scritto la Casa Bianca. «Accogliamo con favore la leadership della signora Kaag e non vediamo l’ora di lavorare insieme a stretto contatto per aumentare il flusso di aiuti a Gaza e garantire la sicurezza e la protezione per la consegna degli aiuti e il personale umanitario che fornisce il supporto a coloro che ne hanno bisogno».

Ore 19:21 – Gantz avverte: «Fermate Hezbollah o lo farà Israele»

Nuovo avvertimento di Israele al Libano dopo una giornata di pesanti attacchi contro la Galilea. «La situazione al nostro confine nord richiede un cambiamento. Il tempo per una soluzione di carattere politico sta per esaurirsi», ha affermato il ministro Benny Gantz, ex capo di stato maggiore che fa parte del gabinetto di guerra di Israele. «Se il mondo ed il governo libanese non agiranno per far cessare gli spari contro le nostre località nel nord e non obbligheranno gli Hezbollah ad allontanarsi dal confine, le nostre forze armate provvederanno».

Ore 18:45 – Esercito israeliano nel nord in allerta: «Pronti per un eventuale attacco»

L’esercito israeliano è «in allerta elevata» al confine con il Libano degli Hezbollah e deve «essere pronto per un possibile attacco, se necessario». Lo ha detto il capo di stato maggiore dell’esercito Herzi Halevi, secondo cui «la prima missione è di far ritornare i residenti al nord di Israele e questo richiederà tempo».

Ore 18:33 – Netanyahu: «Condanno totalmente le parole di Erdogan»

«Condanno fermamente e respingo totalmente le parole del presidente turco Erdogan». Lo ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog dopo l’accusa di Erdogan al premier Benyamin Netanyahu di comportarsi come Hitler. «In tutta la storia umana, la Shoah è unica nel suo orrore e nella sua enormità, e le parole di Erdogan sono — ha sottolineato — profondamente offensive per ogni ebreo nel mondo e per la memoria dei milioni di ebrei che morirono per mano dei nazisti». Herzog ha poi osservato che «il `Mai più´ resta un imperativo per lo Stato di Israele, lo Stato nazionale del popolo ebraico, che è impegnato per la sicurezza e la protezione di ogni ebreo».

Ore 18:12 – Un deputato iraniano: «Mousavi ha aiutato Hamas il 7 ottobre»

Un membro del parlamento iraniano, Mojtaba Tavangar, ha affermato che il generale delle Guardie della rivoluzione Seyyed Razi Mousavi, ucciso da Israele mentre si trovava in Siria lunedì, ha sicuramente aiutato ad organizzare l’attacco contro Israele del 7 ottobre. «La vendetta dell’Iran per l’assassinio di Mousavi da parte degli Stati Uniti e Israele non sarà troppo lontana», ha scritto Tavangar su X. Nel frattempo, un generale delle forze armate iraniane, Abolfazl Eslami, ha minacciato Israele per l’uccisione di Mousavi affermando: «Preparatevi per l’Alluvione al-Aqsa 2», in riferimento al nome con il quale Hamas ha chiamato l’attacco contro Israele del 7 ottobre. «L’assassinio di di combattenti del movimento di resistenza accelererà soltanto il conto alla rovescia per la distruzione di Israele», ha aggiunto il militare.

Ore 18:02 – Record di lanci di razzi e droni da Hezbollah contro Israele

Un numero record di razzi e droni contro l’esercito israeliano in Alta Galilea è stato lanciato oggi dagli Hezbollah libanesi. Lo riferiscono media di Beirut, secondo cui una fonte interna al Partito di Dio, sostenuto dall’Iran, ha confermato che oggi sono stati lanciati circa 90 tra droni e razzi. Un numero così alto non si era finora registrato dall’inizio del conflitto tra Hezbollah e Israele lo scorso 8 ottobre. Israele dal canto suo prosegue gli intensi bombardamenti a tappeto del sud del Libano nelle località più a ridosso della linea di demarcazione tra i due Paesi.

Ore 17:23 – Pasdaran: «Risponderemo a Israele per la morte di Mousavi»

«L’Iran si riserva il diritto di reagire in modo deciso al recente assassinio da parte di Israele dell’importante membro delle Guardie della rivoluzione Seyyed Razi Moussavi in Siria, direttamente o con l’aiuto del fronte della resistenza nella regione». Così il portavoce dei pasdaran, Ramazan Sharif.

«La ritorsione dell’Iran continuerà in tempi e luoghi diversi», ha aggiunto Sharif, citato da Tasnim. «In alcuni casi in passato ci eravamo già vendicati di Israele ma non ci è stato permesso di rivelarlo ai media», ha affermato il portavoce. L’Iran sostiene gruppi di miliziani nella regione, definendoli il «fronte della resistenza» contro Israele, gli Stati Uniti e i suoi alleati. Le milizie filo Iran si trovano in Palestina, Iraq, Siria, Libano e Yemen.

Ore 17:17 – Israele: «Nasrallah prossimo in linea, meglio per lui se sposta Hezbollah dal confine»

«Nasrallah dovrebbe capire che è il prossimo in linea. Se non vuole esserlo, dovrebbe immediatamente attuare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’Onu e rimuovere Hezbollah al nord del Litani». Ha detto il ministro degli Esteri Eli Cohen, riferendosi al leader politico e religioso Hezbollah Hassan Nasrallah, accompagnando una serie di ambasciatori stranieri al confine con il Libano e a quello settentrionale. «Lavoreremo per esaurire l’opzione politica e, se non funziona, tutte le opzioni sono sul tavolo. Hezbollah, al servizio del governo terrorista iraniano – ha aggiunto -, mette in pericolo il Libano e l’intera regione».

Ore 16:51 – La minaccia dall’Iran: «Se Israele ci attacca, Tel Aviv sarà rasa al suolo». Teheran posiziona missili in cinque località sensibili del Paese

«Nel caso di qualunque tipo di aggressione contro l’Iran da parte del regime sionista, l’Iran raderà al suolo Tel Aviv». Lo ha detto Iraj Masjedi, il principale consigliere del comandante delle forze “Qods” delle Guardie della rivoluzione iraniana, Esmail Qaani. «L’Iran sostiene la resistenza e i palestinesi oppressi ma le forze della resistenza non hanno bisogno dell’assistenza dell’Iran durante la loro guerra contro Israele a Gaza perché sono in grado di sconfiggere il regime da sole», ha aggiunto, citato dalla tv di Stato. L’Iran ha ripetutamente dichiarato di essere pronto a rispondere a qualunque attacco da parte di Israele. Le forze di terra dell’esercito di Teheran hanno annunciato oggi che posizioneranno cinque unità missilistiche in località sensibili all’interno del Paese per combattere qualunque aggressione.

Ore 16:18 – La Turchia agli Usa: «Serve il cessate il fuoco immediato e i negoziati»

Durante una telefonata con il Segretario di Stato degli Usa, Antony Blinken, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha affermato che dovrebbe essere immediatamente dichiarato un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e che dovrebbero iniziare colloqui di pace. Lo riporta Anadolu.

Ore 16:10 – Gantz: «Le parole di Erdogan dissacrano la memoria dell’Olocausto»

Le parole di Erdogan sono «una sfacciata distorsione della realtà ed una dissacrazione della memoria dell’Olocausto». Così il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz critica il presidente turco per aver paragonato le azioni di Benjamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler. «Hamas è l’organizzazione che ha condotto uno spregevole massacro, rimuovere la minaccia di Hamas per i cittadini di Israele è una necessità esistenziale ed un imperativo morale senza paralleli», ha aggiunto Gantz in un post su X in ebraico ed in inglese.

Ore 15:47 – Difesa italiana: «La nave Vulcano continua la sua attività umanitari»

Anche in questi giorni di festa, l’equipaggio di nave Vulcano supporta, con la propria attività umanitaria, la gente palestinese. Lo sottolinea il ministero della Difesa in un post su X. «Continua incessante l’impegno della Difesa con l’auspicio di donare forza e speranza a chi soffre».

Ore 15:31 – Netanyahu: «Non accettiamo prediche da Erdogan»

«Proprio Erdogan, che commette un genocidio fra i curdi e che si è aggiudicato il record mondiale di arresti di giornalisti contrari al regime, è l’ultimo che ci può fare prediche». Lo afferma il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Riferendosi all’evocazione di Adolf Hitler da parte del presidente turco per la guerra a Gaza, Netanyahu ha aggiunto: «Il nostro è l’esercito più morale al mondo, che combatte ed elimina l’organizzazione terroristica più disgustosa e crudele al mondo. Hamas-Isis, che si è macchiata di crimini contro la umanità e che Erdogan invece loda, offrendo anche ospitalità ai suoi dirigenti».

Ore 15:20 – Iraq, in centinaia alle esequie del comandante dei Pasdaran

Centinaia di persone hanno partecipato oggi in Iraq ai cortei funebri del comandante dei Pasdaran iraniani, Razi Mousavi, ucciso due giorni fa a Damasco, in Siria, in un raid attribuito a Israele. Secondo quanto riferito dai media iracheni, le esequie si sono svolte nelle due città sante sciite di Najaf e Karbala, a sud di Baghdad: il feretro di Mousavi, dirigente della Brigata Qods dei Guardiani della Rivoluzione iraniana (Pasdaran), è stato prima portato nella Grande Moschea di Ali a Najaf, quindi è stato portato in corteo nei mausolei sciiti a Karbala. Nei prossimi giorni il suo corpo sarà inumato a Teheran, in Iran, dopo un terzo corteo funebre.

Ore 14:49 – Axios: Blinken tornerà nella regione prossima settimana

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, volerà in Medio Oriente alla fine della prossima settimana per discutere della guerra a Gaza. Lo ha riferito Axios, citando diverse fonti. Si tratta della quarta visita del capo della diplomazia Usa nella regione dall’inizio del nuovo conflitto, la quinta in Israele, dove dovrebbe arrivare venerdì prossimo. Tappe sono previste anche in Cisgiordania, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Nessuna conferma è arrivata dal dipartimento di Stato.

Ore 14:40 – Iran, 7 ottobre vendetta per Soleimani. Hamas smentisce

Il massacro del 7 ottobre nel sud di Israele è stato una risposta all’assassinio, nel 2020, del comandante del Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane Qassem Soleimani, secondo Al Jazeera citando una dichiarazione dell’IRGC, scrive il Jerusalem Post. Immediata la reazione di Hamas che ha respinto la dichiarazione dell’Iran: «Hamas nega la fondatezza delle affermazioni del portavoce del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell’Iran, generale di brigata Ramadan Sharif, riguardo all’operazione del Diluvio di al-Aqsa e alle sue motivazioni. Abbiamo ripetutamente confermato i motivi e le ragioni dell’operazione Flood of al-Aqsa, e soprattutto i pericoli che minacciano la Moschea di al-Aqsa. Confermiamo inoltre che tutti gli atti di resistenza palestinese sono una risposta all’occupazione sionista e alla sua continua aggressione contro il nostro popolo e i nostri luoghi santi».

Ore 14:09 – Hamas: «Almeno 20 morti nel raid israeliano a Khan Yunis»

Almeno 20 persone sono rimaste uccise e molte altre ferite in un attacco israeliano vicino all’ospedale Al-Amal a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha affermato il ministero della Sanità dell’enclave, controllato da Hamas. L’attacco giunge dopo che il portavoce militare israeliano ha riferito che i commando dell’esercito dello Stato ebraico stanno intensificando le operazioni a Khan Yunis.

Ore 14:08 – Un cimitero islamico a Gerusalemme profanato con una testa d’asino

Torna a salire la tensione a Gerusalemme dopo che stamane la testa di un asino è stata rinvenuta ai bordi del cimitero islamico Bab el-Rahma, situato a ridosso della mura della Città Vecchia non lontano dalla Porta d’oro e dal lato orientale della moschea al-Aqsa. L’autore del gesto è ignoto, anche se l’agenzia di stampa palestinese Maan (ed anche alcuni siti web palestinesi) lo attribuisce ad «ultrà ebreo». Al momento non è noto se l’atto di profanazione sia stato ripreso da telecamere di sorveglianza. Nei primi commenti di parte palestinese si ribadisce la necessità’ che la polizia israeliana individui il responsabile al più presto, per impedire «una ulteriore diffusione dell’odio» fra ebrei e musulmani.

Ore 14:07 – Khamenei (Iran): «Le attività femminili non ostacolino i doveri familiari, stiano attente alle attrazioni sessuali mentre lavorano»

«Non ci sono restrizioni per le donne riguardo al lavoro o all’attivismo in politica, o in campo sociale e culturale, persino riguardo a questioni internazionali come l’attuale guerra a Gaza, ma a condizione che queste attività non ostacolino i loro principali ed esclusivi doveri, ovvero prendersi cura della casa e della famiglia come anche crescere i bambini». Lo ha affermato la Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, parlando con un gruppo di donne a Teheran. «Le donne dovrebbero anche fare attenzione alla loro attrazione a livello sessuale sul posto di lavoro», ha sottolineato Khamenei, come riporta Irna, chiedendo alle donne di essere attive in occasione delle elezioni parlamentari in programma in Iran l’1 marzo del 2024, incoraggiando i membri della famiglia a recarsi a votare.

Dopo la rivoluzione islamica del 1979, le donne in Iran sono obbligate ad indossare il velo in tutti i luoghi pubblici. Non possono lasciare il Paese o iniziare una professione senza il permesso dei loro mariti. Hanno subito anche restrizioni di altro tipo, come ad esempio sul diritto al divorzio o rispetto alla custodia dei figli. Molte giornaliste, avvocate o attiviste si trovano attualmente in prigione, soprattutto dopo le proteste anti governative contro le violazioni dei diritti femminili, scoppiate alla fine del 2022 dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

Ore 14:02 – «Blinken (Usa) tornerà in Medio Oriente la prossima settimana»

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken è atteso in Medio Oriente la prossima settimana. Lo riporta un giornalista di Axios su X citando fonti americane e arabe. Blinken dovrebbe visitare Israele, la Cisgiordania, gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita e il Qatar.

Ore 13:50 – Un soldato israeliano in preda agli incubi spara in un villaggio militare

Un paracadutista israeliano reduce da prolungati combattimenti a Gaza ha aperto il fuoco dopo essersi svegliato all’improvviso di notte mentre si trovava in un villaggio gestito dall’esercito, durante una vacanza di alcuni giorni organizzata in Israele per la sua compagnia. In preda ad incubi, ha riferito la radio pubblica Kan, il militare ha sparato contro una parete della stanza dove dormiva con alcuni commilitoni. Questi, ha aggiunto la emittente, sono stati feriti in modo superficiale dalle schegge dei proiettili. Il paracadutista è stato poi affidato ad esperti secondo cui egli soffrirebbe di una sorta di “reazione ai combattimenti”. La polizia militare è stata incaricata di aprire un’indagine sull’episodio, avvenuto alcuni giorni fa, ma per ora aspetterà che il soldato si sia ripreso.

Ore 13:36 – Israele annuncia: «I commando intensificano le operazioni a Khan Yunis»

I commando dell’esercito israeliano stanno intensificando le operazioni a Khan Yunis, nel sud della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che «sono stati eliminati molti terroristi, localizzato e distrutto gli imbocchi di tunnel, effettuato decine di attacchi mirati e distrutto molte infrastrutture terroristiche e dove sono stati rinvenuti armi e documenti di intelligence». I soldati hanno anche fatto irruzione «in una moschea dove c’era un posto di osservazione di Hamas».

Ore 13:22 – La grave accusa di Erdogan: «Netanyahu si comporta come Hitler»

«Quello che fa (il premier israeliano Benjamin) Netanyahu non è da meno rispetto a quello che ha fatto (Adolf) Hitler». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante una cerimonia ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt, contestando gli attacchi di Israele contro la Striscia di Gaza. «Oggi la Germania continua a pagare il prezzo di Hitler, per questo motivo non alzano la loro voce», ha aggiunto il leader turco. Durante il suo discorso, Erdogan ha anche criticato le «università in Occidente», dove «c’è stata una caccia alle streghe contro coloro che hanno criticato Israele».

Ore 13:14 – Graduale ripresa dei servizi telefonici e internet a Gaza

Le linee telefoniche e i servizi internet stanno gradualmente riprndendo a funzionare nella Striscia di Gaza. Lo ha fatto sapere la compagnia di comunicazioni palestinese Paltel. «Siamo lieti di annunciare – si legge in una nota – la graduale ripresa dei servizi telecom nel centro e nel sud della Striscia dopo un blackout causato dall’aggressione».

Ore 13:01 – Il re di Giordani in Egitto per incontrare al Sisi: colloqui su Gaza

Il re giordano Abdallah II è oggi al Cairo per incontrare il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi e discutere della situazione a Gaza, si legge sul Guardian.

Ore 13:00 – Il ministero della Sanità di Hamas: «21.100 palestinesi morti»

Sale a 21.110 il bilancio delle vittime a Gaza da quando Israele ha iniziato a colpire la Striscia in risposta agli attacchi del 7 ottobre compiuti dai miliziani di Hamas. Lo riferisce il ministero della Sanità di Hamas citato da Al Jazeera. Sempre secondo Hamas, 55.243 palestinesi sono stati feriti e 7.000 sono ancora dispersi. Inoltre, nelle ultime 24 ore 195 persone sono state uccise e 325 risultano ferite.

Ore 12:59 – Hamas smentisce i Pasdaran: «Il 7 ottobre è la risposta all’occupazione»

Hamas ha smentito l’affermazione dei pasdaran iraniani secondo cui l’attacco del 7 ottobre in Israele è stato una risposta all’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani 4 anni fa a Baghdad. «Neghiamo – è detto in comunicato citato dai media – quando riferito dal portavoce delle Guardie Rivoluzionarie riguardo l’operazione e i suoi motivi. Abbiamo sottolineato più volte i motivi, il principale dei quali la principale è stata la minaccia alla moschea di Al-Aqsa (Spianata delle Moschee, ndr). Ogni risposta della resistenza palestinese è una reazione all’occupazione e all’aggressione al popolo palestinese e ai luoghi santi».

Ore 12:17 – Razzi Hezbollah intercettati nel nord di Israele

Diversi razzi sono stati lanciati oggi dal Libano in direzione della località israeliana di frontiera di Rosh ha-Nikra’ (Alta Galilea). Lo ha reso noto il portavoce militare precisando che alcuni razzi sono stati intercettati dopo che erano entrati nello spazio aereo di Israele, mentre altri sono caduti in zone disabitate. Israele, ha aggiunto il portavoce, ha poi colpito l’area da dove erano stati lanciati quei razzi. In precedenza, ha affermato, l’aviazione israeliana aveva anche attaccato una infrastruttura militare degli Hezbollah nel Libano meridionale.

Ore 12:15 – I Pasdaran iraniani: «L’attacco del 7 ottobre rappresaglia per la morte di Soleimani, la nostra risposta sarà dura»

I Pasdaran iraniani, i “Guardiani della rivoluzione” sostengono che l’attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele è stato «una delle vendette» per l’uccisione (in un raid Usa in Iraq nel gennaio del 2020) del capo della Forza Quds, Qassem Soleimani.

«La “Tempesta di al-Aqsa” è stata una delle vendette per l’uccisione di Soleimani», ha detto il portavoce dei Pasdaran, Ramzan Sharif, minacciando che Teheran «risponderà» dopo che lunedì è stato ucciso in Siria un comandante dei Guardiani della Rivoluzione. «Queste vendette continueranno in luoghi e momenti diversi», ha minacciato, ribadendo – come riporta l’agenzia iraniana Tasnim – che Seyed Razi Mousavi, ucciso lunedì nei pressi di Damasco in un raid attribuito a Israele, «era responsabile di sostenere i Guardiani della Rivoluzione in Siria e rafforzare l’asse della resistenza» e «ha avuto un ruolo significativo nella preparazione di combattenti della resistenza nella lotta contro l’Is». Il portavoce ha collegato l’uccisione di Mousavi «alla sconfitta irreparabile subita» da Israele il 7 ottobre. «L’uccisione del martire Mousavi è un proseguimento delle violazioni delle leggi internazionali» da parte di Israele, ha accusato, chiedendo agli organismi internazionali di «fermare questo processo». Altrimenti, ha detto, «si metteranno in pericolo la pace e la sicurezza internazionale». L’Iran, ha ribadito, «si riserva il diritto di vendicarsi» e «sarà una vendetta dura». Secondo Sharif, la «risposta sarà una combinazione di azioni dirette e del fronte della resistenza», ovvero gli alleati di Teheran nella regione.

In questo contesto, con un riferimento alle milizie filo-iraniane di Iraq e Siria, per il portavoce dei Pasdaran «è importante che gli americani accettino di dover abbandonare la regione». Dopo le operazioni attribuite a Israele in territorio siriano e libanese, contro obiettivi iraniani e degli alleati di Teheran, Sharif ha anche accusato il governo israeliano di «voler allargare il conflitto e attaccare altri Paesi» in un momento in cui è «molto sotto pressione». Per Sharif, «una delle strategie» di Israele sarebbe quella di trasformare il conflitto con Hamas nella Striscia di Gaza in una guerra tra Iran e Usa.

Ore 12:02 – Israele: «Intercettato davanti alle coste del Libano un drone proveniente dall’Iraq»

Un drone di fabbricazione iraniana lanciato dall’Iraq è stato intercettato con successo di recente da Israele sul mar Mediterraneo, di fronte alla costa di Beirut. Lo ha riferito la radio militare. Il drone è stato lanciato da una milizia filo-iraniana, ha aggiunto l’emittente, secondo cui in apparenza si è trattato di una iniziativa locale e non di una richiesta giunta dagli Hezbollah. Israele presume che il suo obiettivo fosse la piattaforma Karish per la estrazione di gas naturale, situata di fronte alla costa settentrionale israeliana.

Ore 10:23 – Hezbollah conferma, nostro combattente ucciso in raid sud Libano

Uno dei tre uccisi stamani in un raid israeliano nel sud del Libano era un combattente di Hezbollah: lo ha confermato lo stesso movimento sciita filo-iraniano, annunciando la morte di Ali Bazzi, della moglie e del fratello e il ferimento di un quarto familiare a Bint Jbeil, capoluogo dell’omonima provincia meridionale libanese. Il raid israeliano ha distrutto una palazzina di due piani.

Ore 10:08 – Medio Oriente, Tajani: non sia conflitto fra Oriente e Occidente

Il conflitto in Medio Oriente non deve trasformarsi in uno scontro fra Oriente e Occidente. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo a Mattino 5. «La bussola – ha spiegato – è quella di non creare un conflitto fra ebrei, cristiani e musulmani, fra Oriente e Occidente. La situazione è molto complicata. Abbiamo detto ai nostri amici israeliani che la reazione deve essere proporzionata con l’obiettivo di colpire Hamas, escluderlo da Gaza ma creare comunque due Stati. Troppi morti palestinesi rappresentano una macchia». Per ricordare il ruolo del nostro Paese anche nel sostegno ai civili colpiti a Gaza, Tajani ha raccontato con orgoglio che «a una bambina nata in questi giorni su una nave italiana da una madre palestinese è stato dato come secondo nome Italia».

Ore 09:25 – Sirene d’allarme al confine con il Libano

Le sirene di allarme anti razzi stanno risuonando a Rosh HaNikrà, al confine di Israele con il libano. Lo ha fatto sapere l’esercito.

Ore 09:24 – Wafa: 6 palestinesi uccisi da drone Israele a Tulkarem

L’agenzia palestinese Wafa – che cita fonti mediche – ha riferito che 6 palestinesi sono «stati uccisi questa mattina da un drone israeliano che ha bombardato» il campo profughi di Nour Shams, a est di Tulkarem in Cisgiordania. Tra i morti – secondo la stessa fonte – c’è anche un giovane di 17 anni; inoltre sono segnalati diversi feriti. L’esercito israeliano non ha ancora commentato la vicenda.

Ore 08:58 – Iran all’Onu: abbiamo il diritto di rispondere a Israele

«Ai sensi del diritto internazionale e dello Statuto delle Nazioni Unite, nel momento opportuno che sarà ritenuto necessario, l’Iran si riserva il diritto legittimo di rispondere con decisione» a Israele per l’uccisione del generale delle Guardie della Rivoluzione Seyyed Razi Mousavi, in Siria. Lo ha affermato in una lettera al Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, l’ambasciatore di Teheran presso le Nazioni Unite, Saeed Iravani, definendo «un atto terroristico» l’operazione che ha portato alla morte di Mousavi, «a causa di tre missili sparati dalle posizioni del regime israeliano sulle Alture del Golan occupate».

L’ambasciatore dell’Iran all’Onu, ha anche chiesto al Consiglio di Sicurezza di «condannare le attività maligne del regime di Israele e i suoi atti di aggressione e terrorismo nella regione che rappresentano una seria minaccia alla pace globale e alla sicurezza», riferisce l’agenzia Irna.

Ore 07:53 – Autorità palestinese, almeno 6 morti in raid Cisgiordania

Sono almeno sei i morti palestinesi del raid israeliano della notte scorsa in Cisgiordania: lo ha fatto sapere il ministero della Sanità dell’Autorità palestinese. «Sei morti sono arrivati all’ospedale governativo Tabet di Tulkarem, oltre a un ferito grave», dopo che «le forze di occupazione israeliane hanno preso d’assalto le cittadine di Allar, Atil, Qafin e Sidon, nell’area di Sharawiyah, a nord di Tulkarem», dove hanno perquisito diverse abitazioni e terreni agricoli, ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale palestinese, Wafa. A seguito delle operazioni militari, «sono scoppiati scontri tra i giovani e le forze di occupazione». I militari israeliani hanno anche arrestato almeno un palestinese che era stato rilasciato dalla prigione di Artah, a sud di Tulkarem.

Ore 07:43 – Eshkol Nevo, il diario di guerra: la finta normalità e le lacrime all’improvviso

«Nessuno sa quando» finirà la guerra. «Forse tra un mese. Forse tra un anno. Nel frattempo si è creata una nuova quotidianità- racconta lo scrittore Eshkol Nevo nel suo diario di guerra al Corriere– Una pseudo-quotidianità. Come se l’anima si stesse abituando. Come se la vita tornasse alla normalità. Ma non è vero. Ogni tanto qualcuno crolla. Ogni tanto quel qualcuno sono io».

Ore 07:40 – Gaza, il bombardamento del campo il profughi e la voce di chi è sopravvissuto: «I boati, poi il silenzio e le urla»

A Maghazi, centro della Striscia, sono morte oltre 100 persone la notte di Natale. Il professore di matematica Mussa: «Dove vivremo se non ci sono case rimaste in piedi?». Nel servizio di Lorenzo Cremonesi le voci di chi è sopravvissuto al bombardamento nel campo profughi.

Ore 07:27 – Due morti in attacchi Israele in sud Libano

Almeno due persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano che ha preso di mira una casa a Bint Jbeil, nel sud del Libano. Lo riportano i media libanesi.

Ore 07:25 – Hamas: Israele ha rubato organi 80 cadaveri palestinesi

L’Ufficio stampa governativo di Gaza gestito da Hamas ha accusato Israele di aver rubato organi da 80 corpi di palestinesi restituiti ieri al valico di frontiera di Kerem Shalom. Secondo il movimento islamista Israele «ha rubato la dignità di 80 martiri» riconsegnandoli «mutilati», si legge in un comunicato citato dai media arabi. «L’esame dei corpi indica chiaramente che l’occupazione israeliana ha rubato loro organi vitali», afferma la nota di Hamas sostenendo che non è la prima volta che Israele «mutila» corpi di palestinesi e chiedendo un’indagine internazionale indipendente sull’accaduto. I media israeliani riportano che i cadaveri di 80 palestinesi uccisi a Gaza sono stati restituiti e sepolti in una fossa comune a Rafah, dopo che erano essere stati prelevati dagli obitori e dalle tombe e portati in Israele per verificare che tra di loro non ci fossero ostaggi.

Ore 06:22 – Idf: «Altri tre soldati uccisi a Gaza, bilancio sale a 164»

Altri tre soldati israeliani sono morti nel nord della Striscia di Gaza. Lo rende noto l’Idf (Israel Defense Forces ) secondo quanto riportano i media israeliani. I soldati uccisi sono il tenente Yaron Eliezer Chitiz, 23 anni, il sergente maggiore Itay Buton, 20 anni e il sergente maggiore. Efraim Yachman, 21 anni. Il bilancio dei soldati israeliani uccisi sale a 164.

Ore 06:08 – Incontro Sullivan-Dermer su passaggio a nuova fase guerra

Il consigliere americano per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, ha ricevuto a Washington il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, per discutere della cooperazione tra Stati Unite e Tel Aviv nella guerra contro Hamas. Lo riporta The Times of Israel che, citando un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, sostiene che durante l’incontro si sia discusso, fra le altre cose, della «transizione a una fase diversa della guerra per massimizzare l’attenzione sugli obiettivi di alto valore di Hamas».

In programma c’erano anche colloqui su «sulle misure per migliorare la situazione umanitaria a Gaza e ridurre al minimo i danni ai civili e sugli sforzi per riportare a casa gli ostaggi rimanenti, nonché «la pianificazione per il giorno dopo» la fine della guerra «compresa la governance e la sicurezza a Gaza, un orizzonte politico per il popolo palestinese e il proseguimento del lavoro sulla normalizzazione e l’integrazione».

Ore 05:56 – AlQahera News: «La proposta accordo dell’Egitto è ancora sul tavolo»

La nuova proposta di accordo di cessate il fuoco messa sul tavolo dall’Egitto è ancora in sospeso, ma non ci sono ancora risposte definitive. Lo dice in un’intervista al canale egiziano AlQahera News, una fonte egiziana di alto livello. Secondo la fonte la proposta dell’Egitto per un nuovo accordo che consentirebbe il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza in cambio di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas è preliminare, e verrebbe ampliato solo dopo aver ricevuto risposte da tutte le parti coinvolte. Le affermazioni della fonte contraddicono le notizie secondo cui Hamas e la Jihad islamica avrebbero rifiutato l’offerta.

Ore 05:30 – Al Jazeera: «Raid di Israele in Cisgiordania, sei morti»

Raid notturni delle forze israeliane in Cisgiordania. Lo riporta Al jazeera, secondo cui sarebbe stato effettuato un attacco di droni e sei palestinesi sarebbero stati uccisi. Gli attacchi sono avvenuti nella città di Tulkarem, nel campo profughi di Nour Shams a est di Tulkarem e nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron. In precedenza, secondo Al Jazerra, le forze israeliane avevano preso d’assalto le città di Qaffin, Jayyus, Alar, Atil e Sayda nella Cisgiordania. Le agenzie di stampa locali palestinesi hanno riferito che i soldati israeliani hanno fatto irruzione in diverse case, provocando scontri.

Ore 03:45 – Media: attacchi aerei di Israele nel sud del Libano

L’esercito israeliano ha lanciato attacchi aerei nel sud del Libano. Lo riporta Al Mayadeen, media affiliato a Hezbollah. Secondo il rapporto, l’IDF ha colpito a Bint Jbeil e Yarine, vicino al confine con Israele.

Ore 03:26 – L’emiro del Qatar sente Biden: «Discusso di una possibile mediazione congiunta a Gaza»

Il premier del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha sentito al telefono il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Lo riferisce l’agenzia stampa qatarina Qna. I due leader hanno discusso «degli ultimi sviluppi a Gaza e nei Territori palestinesi occupati» e «degli sforzi di mediazione congiunti per raggiungere un cessate il fuoco permanente». «Durante la telefonata – riferisce Qna – si è discusso delle relazioni strategiche tra i due Paesi amici e dei modi per sostenerle e svilupparle, oltre che dei principali temi regionali e internazionali di interesse comune».

Ore 02:52 – L’esercito israeliano espande l’operazione di terra fino ai campi profughi urbani

Le forze militari israeliane dichiarano di aver ampliato la propria offensiva terrestre nella Striscia di Gaza fino ai campi profughi urbani nella parte centrale del territorio. I residenti hanno riferito di bombardamenti e attacchi aerei che hanno scosso i campi di Nuseirat, Maghazi e Bureij. Le città ospitano palestinesi le cui famiglie sono fuggite o sono state costrette a lasciare le loro case durante la guerra del 1948 per l’indipendenza di Israele. I campi sono ora affollati di palestinesi fuggiti dal nord di Gaza nelle fasi iniziali dell’offensiva terrestre israeliana. Nel frattempo, il principale provider di telecomunicazioni di Gaza ha annunciato un’ulteriore “interruzione completa” dei servizi.

Ore 02:40 – Usa: «Distrutti 12 droni e 5 missili lanciati dagli Houthi sul Mar Rosso»

Gli Usa, attraverso una nota diffusa dal Pentagono, hanno annunciato di aver distrutto 12 droni e cinque missili lanciati dagli Houthi sul Mar Rosso.

Ore 02:19 – Israele: «Intercettato un obiettivo aereo ostile degli Houthi prima che entrasse nel nostro territorio»

«Un nostro aereo da combattimento ha intercettato con successo un obiettivo aereo ostile sul Mar Rosso mentre era diretto verso Israele, prima che entrasse nel nostro territorio»: lo ha reso noto il portavoce militare Daniel Hagari attribuendo la paternità dell’attacco agli Houthi. Secondo i media il velivolo era diretto verso Eilat. «Gli attacchi degli Houthi contro Israele sono azioni terroristiche», ha proseguito Hagari. «Avvengono sotto la direzione dell’Iran, mediante intelligence e mezzi di combattimento iraniani». «Quelle azioni – ha affermato – sono dirette non solo contro Israele. Sono un problema per il mondo».

Ore 02:08 – Al Jazeera: «Houthi attaccano una nave commerciale Msc nel Mar Rosso»

L’emittente Al Jazeera ha riferito, citando una fonte yemenita, che gli Houthi hanno attaccato una nave Msc nel Mar Rosso per impedirle di raggiungere Israele. La notizia è rilanciata anche dai siti israeliani.

Gli Houthi hanno rivendicato l’attacco alla nave Msc. Un portavoce delle forze armate del gruppo yemenita afferma che una nave commerciale, la Msc United, è stata «bersagliata con missili navali dopo aver ignorato tre chiamate di avvertimento». Il portavoce ha inoltre affermato che sono stati effettuati attacchi con droni anche contro la città israeliana meridionale di Eilat e «altre aree della Palestina occupata».

Ore 01:44 – Il nuovo fronte di battaglia

Martedì le forze israeliane hanno bombardato i campi profughi palestinesi nel centro di Gaza e hanno ordinato ai residenti di evacuare l’area, segno che l’esercito intende espandere la sua offensiva di terra in una terza sezione del territorio assediato. L’apertura di un potenziale nuovo fronte di battaglia minaccia di portare una nuova ondata di distruzione e sfollamento in una guerra che, pronostica Israele, durerà per mesi. Le forze israeliane sono state impegnate in pesanti combattimenti urbani nel nord di Gaza e nella città meridionale di Khan Younis, spingendo i palestinesi in parti sempre più piccole del territorio in cerca di rifugio. Nonostante le pressioni internazionali per un cessate il fuoco e le richieste degli Stati Uniti per una riduzione delle vittime civili, lunedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che la battaglia «non è vicina alla fine».

L’offensiva israeliana è stata una delle campagne militari più devastanti della storia recente. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, più di 20.900 palestinesi, due terzi dei quali donne e bambini, sono stati uccisi: il conteggio non fa distinzione tra civili e combattenti. Nel frattempo, nuovi segnali della guerra tra Israele e Hamas hanno infiammato le tensioni nella regione. Un attacco aereo israeliano in Siria ha ucciso un generale iraniano, provocando promesse di vendetta da parte dell’Iran. Gli aerei da guerra statunitensi hanno colpito le milizie appoggiate dall’Iran in Iraq che avevano effettuato un attacco con droni ferendo i soldati americani lì.

Ore 01:20 – Media, ucciso a Gaza un membro del Consiglio di Hamas

Secondo informazioni da Gaza, riprese da Haaretz, l’esercito israeliano ha ucciso Hamis al-Najar, membro del Consiglio legislativo di Hamas in un raid a Khan Yunis nel sud della Striscia. Secondo le stesse informazioni nell’attacco sono stati uccisi la moglie, i suoi due figli e numerosi nipoti.

Ore 00:51 – Colpita sede Mezzaluna Rossa a Khan Yunis

Proiettili dell’artiglieria israeliana hanno colpito i piani superiori della sede della Mezzaluna Rossa palestinese a Khan Yunis, nel settore sud della Striscia di Gaza, e hanno provocato alcune vittime fra gli sfollati che si trovavano al suo interno. Lo ha riferito su X la Mezzaluna Rossa palestinese. Nel palazzo in questione, ha aggiunto, avevano trovato riparo migliaia di sfollati. In Israele questa notizia non è stata ancora commentata.

Ore 00:27 – Eshkol Nevo, il diario di guerra: la finta normalità e le lacrime all’improvviso

(di Eshkol Nevo) Alzarsi al mattino. Aprire gli occhi. Allungare la mano verso il cellulare. Entrare nel sito delle notizie. Scorrere la lista dei caduti. Ogni mattina il portavoce dell’esercito pubblica i nomi dei soldati uccisi a Gaza il giorno precedente. L’occhio si posa sui nomi. Il cuore batte forte. Una prima lettura, veloce, per assicurarmi che tra i morti non ci sia nessuno che conosco. Il bilancio finora, dopo due mesi e mezzo di guerra, è: il figlio di una cara amica. Il figlio di un’allieva. Il fratello della migliore amica di mia figlia.

Ore 00:06 – Iran: «Su uccisione Moussawi risponderemo a tempo debito»

«L’Iran si riserva il diritto di prendere le misure necessarie e di rispondere a tempo e luogo debiti» all’uccisione del dirigente dei Pasdaran Seyyed Razi Moussawi da parte di Israele: lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani. «Il regime sionista ha commesso un nuovo atto terroristico vigliacco ed aggressivo. Questo atto odioso è un nuovo, chiaro segno della natura terroristica del regime sionista», ha aggiunto Kanani, citato dall’agenzia Mehr. «Dalla sua creazione, il regime israeliano ha commesso ogni genere di crimine, violando ripetutamente e continuamente le regole internazionali»; ha concluso il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran.



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di
www.corriere.it
2023-12-28 01:13:02 ,

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