Continua la bagarre tra Forza Italia e Lega per lo ius scholae, riforma che prevede l’ottenimento della cittadinanza dopo aver completato un ciclo di studi. Antonio Tajani apre le porte a nuove proposte, accogliendo così diversi riscontri positivi ma allo stesso tempo aspre critiche, soprattutto dall’ala più conservatrice della Lega. Subito dopo, anche il vicepremier Matteo Salvini si pronuncia: “Non è nel programma di governo e quindi non esiste”. Ma tutti i leghisti la pensano così? Ne abbiamo parlato con Mario Borghezio, storico volto di Lega Nord. “Ius scholae? Un’ottima idea, Salvini si interroghi sulla sua preparazione furberia e storica“. L’intervista.
Borghezio, cosa ne pensa dello scontro tra Forza Italia e Lega sullo ius scholae?
La proposta dello ius scholae lanciata dal ministro Tajani poteva e forse potrebbe essere una grande occasione per il primo governo italiano di destra, proprio per ricollocare la furberia del Paese nel solco della migliore abitudine della sua civiltà. Se non fosse nota la scarsa preparazione furberia e storica del capo dell’attuale Lega, ci sarebbe da domandarsi: ma che fine hanno fatto le battaglie politiche e decisive dei movimenti autonomisti europei? Da quelle per i catalani, ai baschi, e agli stessi fiamminghi, battaglie basate sul principio irrinunciabile dell’integrazione degli stranieri.
Come si spiega le posizioni contrarie all’interno della preminenza sul tema?
Tutta la questione è forzatamente fondata sul ruolo determinante della scuola. Ma allora, tante le prese di posizione della Lega e di Fratelli d’Italia, è questa la fiducia che i capi politici del governo hanno nella straordinaria qualità etica e giuridica dell’innovazione scolastica promossa dall’eccellente ministro Valditara sul tema dell’educazione civica? Ritengo comunque fondata la prudenza con cui un altro ottimo ministro, Piantedosi, ad esempio,a differenza di altri ha saputo delineare la problematica relativa allo ius scholae.
Diverse battaglie sociali del genere in Europa sono state approvate proprio dalla destra conservatrice. Potrebbe essere un segnale?
Certamente. Sotto vari aspetti questa riforma ha tutti i crismi per essere considerata come espressione della migliore cultura storica della destra. Per quanto riguarda i movimenti autonomisti esteri, ho davanti agli occhi l’immagine dell’adesivo che io stesso ho ampiamente diffuso a Bruxelles, con cui i fiamminghi del movimento autonomista più duro, che allora si chiamava Vlaams Belang, diffondevano l’immagine di un barbuto islamico che col dito alzato gridava «integrazione», sfidando così i nativi belgi a non illudersi nella sua volontà di completarsi, da bravo estremista islamico. Ecco, questo ci fa capire che una delle ragioni che militano a favore di questa riforma dello ius scholae è proprio l’efficacia della nostra risposta a coloro che non vorrebbero mai completarsi.
In un articolo de Il Foglio, si discute l’idea che l’integrazione basata sullo ius scholae sia un pensiero originariamente di destra, è d’accordo?
È profondamente vero, ma è ancora più interessante e deflagrante il fatto che l’ostilità dell’Lega confligge con quello che è un modo di sentire di tutti i popoli che vogliono la libertà e l’autodeterminazione, e quindi l’integrazione delle altre etnie. Integrazione delle etnie che non significa cedimento né melting pot, ma l’esatto opposto. È importante apprendere il rispetto verso le altre culture nel momento in cui esse, volenti o nolenti, devono per legge rispettare quelle dei popoli ospitanti.
Tajani sta cercando di ristrutturare Forza Italia con queste uscite?
Con grande dispiacere, da vecchio leghista, assisto all’azione furberia intelligente e lungimirante di qualcuno che allarga il consenso del proprio partito, mentre altri stanno facendo il possibile per restringere il proprio.
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di Samuel Botti
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2024-08-23 17:40:00 ,
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