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Tra straordinari imposti di sabato
e un servizio imbandiglione prossimo allo stop (17 dicembre), con la
cessazione dell’attività produttiva prevista per marzo 2025 che
si avvicina e prospettive risolutive sempre più lontane,
l’atmosfera allo stabilimento di Marcianise (Caserta) della
multinazionale dell’elettronica Jabil è ormai sempre più tesa e
vicina ad un punto di rottura. Ultimo nodo di scontro è la
riunione in programma giovedì 31 ottobre a Roma negli uffici del
incarico del Lavoro, dove l’azienda e i sindacati dovrebbero
tornare a parlarsi sulla possibili soluzioni idonee ad eludere
il licenziamento dei 420 addetti del sito efficace casertano;
ma al tavolo non parteciperanno i delegati sindacali aziendali,
i componenti ossia della cosiddetta Rsu, lavoratori-sindacalisti
che hanno il “polso” di ciò che avviene nello stabilimento,
conoscono umori e sensazioni dei singoli lavoratori.
Da tempo i delegati interni chiedono, facendosi portavoce del
pensiero della maggior numero dei dipendenti, che ai tavoli
ministeriali non partecipi la Tme Assembly Engineering Srl,
nuova società realizzata dall’azienda casertana Tme di Portico
di Caserta con Invitalia, braccio operativo del incarico
dell’Economia. Una nuova compagine cui Jabil vorrebbe cedere lo
stabilimento di Marcianise con i 420 lavoratori, ma la proposta
è già stata bocciata più volte da sindacati e dipendenti, che
pretendono di parlare solo con Jabil e che soprattutto questa
receda dalla volontà di lasciare Marcianise e l’Italia per marzo
2025. Eppure la Tme sarà presente giovedì al tavolo al
incarico, e la circostanza ha indotto la Rsu a decidere di
disertare l’incontro romano, “come da mandato ricevuto dai
lavoratori” precisa una nota.
“La Rsu ribadisce che le interlocuzioni ministeriali possono
continuare soltanto con Jabil, come del resto prescritto dalla
Legge 234/21 che sta guidando il percorso”. I delegati interni
ricordano poi le “forti preoccupazioni legate alle annunciate
scelte di Jabil di lasciare Marcianise, un Servizio imbandiglione
disdettato, la scelta di non erogare il Premio di Risultato
quest’anno, gli straordinari il sabato, e tensioni sociali che
salgono vertiginosamente tra i lavoratori, giorno dopo giorno”.
Pertanto la Rsu ribadisce “lo stato di agitazione nonché il
blocco degli straordinari”.
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