Jabil: ok sindacati al piano Todde, bene newco TME-Invitalia – Campania

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Scelta ministero considerata elemento di discontinuità


(ANSA) – CASERTA, 27 OTT – “La scelta compiuta dal Mise è un
importante elemento di discontinuità rispetto alle precedenti
reindustrializzazioni, ma è necessario conoscere il piano
industriale e i tempi di realizzazione per avere concretezza
del progetto che i lavoratori volontariamente dovrebbero
condividere”. Così in una nota congiunta le segreterie casertane
dei sindacati dei metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm e
Failms, commentano la visita di ieri del Vice Ministro allo
Sviluppo economico Alessandra Todde alla TME di Portico di
Caserta e alla Jabil di Marcianise, in cui ha illustrato la
creazione di una nuova società formata da TME e Invitalia,
società del Ministero dell’Economia, in cui saranno riassorbiti
circa 200 lavoratori dichiarati in esubero dalla multinazionale
Jabil. “Alla dirigenza Jabil – sottolineano inoltre le sigle
sindacali – abbiamo chiesto anche di rivedere il proprio piano
industriale, che riteniamo insufficiente a garantire il
mantenimento e il rilancio del Plant di Marcianise e, con il
coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali (regionali e
nazionali), di provare a supportare e ampliare le produzioni per
la green economy, che la multinazionale intende intraprendere,
anche con l’utilizzo dei i Recovery Fund”. Nel piano industriale
presentato al Mise qualche mese fa e confermato il 15 ottobre
scorso, la Jabil punta infatti molto sulle lavorazioni legate
alle attività della green economy con una netta decrescita delle
tradizionali lavorazioni legate alla produzione di schede
elettroniche, e prevede soprattutto di scendere dai 480 addetti
attuali ai 250 entro il 2023, con 230 lavoratori che nei
prossimi mesi dovranno essere licenziati da Jabil per poi essere
in parte ricollocati nella newco Tme-Invitalia, disposta ad
assumerne come detto ieri dalla Todde almeno 200. La Jabil, dal
2019 ad oggi, ha già licenziato 220 addetti, quasi tutti
ricollocati a spese della stessa Jabil in aziende come Softlab e
Orefice, che hanno siglato accordi con sindacati e istituzioni
per attivare produzioni nel Casertano; ma tali processi di
reindustrializzazione non sono affatto decollati. (ANSA).
   

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