Un casolare ad un piano, malmesso ma non abbandonato, che si affaccia direttamente sulla via Montecarottese, percorsa quotidianamente da centinaia di auto. Un portone di legno verde e a sinistra una finestra sfondata che si apre su una stanza pericolante con il solaio mezzo crollato.
È qui che ieri pomeriggio alle 14 umo dei due fratelli proprietari dell’edificio, andato a prendere della legna, ha trovato i resti che – secondo i carabinieri di Ancona – appartengono ad Andreea Rabciuc, la ragazza 27enne di origine romena ma da anni residente a Jesi con la madre, scomparsa nella notte tra l’11 e il 12 marzo di due anni fa.
“Datemi la certezza che è lei, ditemi come è stata uccisa”, la disperata richiesta agli investigatori di Georgeta Croceanu, la mamma della ragazza arrivata a tarda sera sul luogo del ritrovamento che dista meno di un chilometro dalla roulotte da dove Andreea era sparita.
A dare la certezza, con la comparazione del Dna, che quei resti siano proprio di Andrea Rabciuc lo diranno nei prossimi giorni gli esami medico legali disposti dalla pm titolare del caso, ma i rilievi dei carabinieri dovranno innanzitutto accertare se – come sembra probabile – il corpo di Andreea sia stato portato lì in un secondo momento.
È stata confermata la testimonianza dei due proprietari del casolare: l’edificio fu infatti ispezionato dai carabinieri in cerca della ragazza due volte, la seconda il 16 marzo del 2022, con tanto di cani molecolari. Impossibile che non si possano essere accorti del corpo che ieri è stato trovato sui gradini della scala mezza distrutta che dalla stanza al piano terra porta al primo piano. Quel che è certo, dallo stato dei resti, è che la morte di Andreea risale a molto tempo fa, probabilmente poco dopo la scomparsa e non sarà facile neanche risalire alle cause della morte. Ad offrire la certezza che si tratti di lei i resti di un giubbotto bianco e degli scarponcini neri che corrispondono alla descrizione di quelli indossati dalla ragazza al momento della scomparsa.
Unico indagato, prima per sequestro di persona e ora anche per omicidio, resta il fidanzato di Andrea, Simone Gresti, che si è sempre professato innocente. Il loro rapporto era conflittuale e la sera della scomparsa avevano litigato. La madre della ragazza è convinta che sia lui il responsabile ma a carico di Simone Gresti non sono mai venuti fuori elementi concreti tanto che l’uomo è a piede libero. Ad informarlo del ritrovamento dei resti, ieri sera, l’avvocato Emanuele Giuliani accorso al casolare: “Non mi aspettavo questo epilogo”, ha detto. “Simone è sotto choc”
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-01-21 10:40:28 ,www.repubblica.it