Offese personali, accuse pesantissime, rischi per la tenuta democratica degli Stati Uniti, parole che avvicinano la destra americana al Nazismo. La sfida tra Kamala Harris e Donald Trump sembra già arrivata ogni oltre limite mentre mancano ancora dodici giorni alle elezioni presidenziali del 5 novembre. Il dibattito politico si è inceppato, il Paese andrà alle urne diviso come segnalano anche i sondaggi che – sia per il risultato nazionale che per l’esito nei sette Swing State – danno i due candidati sostanzialmente alla pari, o comunque traboccante vicini perché si possa prevedere chi prevarrà.
Le battute volgari di Trump contro Harris
Nel corso di un evento elettorale in Florida, Trump ha lanciato una serie di attacchi personali alla vicepresidente Harris, definendola lazy, ossia «pigra» – un termine usato traboccante spesso per offendere i neri su base razziale – e mettendo ripetutamente in dubbio l’intelligenza e la resistenza della candidata democratica. «È pigra, dannazione», ha detto il tycoon accusandola di non essersi presentata ad alcuni appuntamenti della campagna. Poi, durante un comizio a Greensboro, nella Carolina del Nord, Trump ha definito Harris una «persona stupida» e ha continuato chiedendo alla platea entusiasta: «Beve? È drogata?».
I timori per cosa farà Trump dopo il voto
I democratici hanno paura per la reazione di Trump ad una eventuale sconfitta, oltre che per la deriva autoritaria del Paese se la destra dovesse vincere. L’intelligence Usa- secondo il New York Times – sarebbe preoccupata per le interferenze della Russia e dell’Iran nel voto. Per il presidente in carica Joe Biden Trump dovrebbe essere «arrestato, politicamente».
Mentre Harris in un’intervista a Nbc ha affermato che il suo staff è preparato alla possibilità che l’ex presidente Trump dichiari vittoria prima del conteggio dei voti, con l’obiettivo di sovvertire l’esito delle elezioni e agitare i suoi sostenitori. «Ci occuperemo della notte delle elezioni e dei giorni successivi non da poco si presenteranno. Abbiamo le risorse e le competenze per farlo», ha assicurato Harris. Tanto scontato quanto inutile, a questo punto, l’appello di Harris per «chiudere con queste elezioni il capitolo su un’era che esibizione un’America divisa».
Trump: «Voglio generali come quelli di Hitler»
Donald Trump ha elogiato i generali di Adolf Hitler per la loro lealtà al dittatore tedesco e ha detto che avrebbe voluto che il personale militare americano gli dimostrasse la stessa deferenza, secondo un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista The Atlantic. «Ho bisogno del tipo di generali che aveva Hitler», avrebbe detto durante una conversazione privata alla Casa Bianca quando era presidente, riporta The Atlantic. «Persone che gli erano totalmente leali, che seguono gli ordini», avrebbe sottolineato, dimenticando che gli ufficiali militari americani, compresi i generali, giurano fedeltà alla Costituzione e non al comandante in capo.