di Lorenza Negri
Il manga Rurōni Kenshin o Kenshin – Samurai vagabondo – Storia d’amore dello spadaccino del periodo Meiji sbarcava in Italia vent’anni fa grazie a Star Comics. È trascorso più di un quarto di secolo, invece, dal debutto in patria nel 1994 del fumetto giapponese di Nobuhiro Watsuki sulla pagine di Weekly Shonen Jump incentrato su un minuto samurai dai capelli rossicci in cerca di redenzione per un passato da assassino. Serie a cartoni, oav (il primo, Shin Kyoto-hen, debuttava il 17 dicembre di dieci anni fa), light novel, live action: la popolarità dell’ex sicario patriota non si è mai sopita, anche grazie ai film della saga cinematografica di Rurouni Kenshin con attori in carne e ossa che hanno scandito l’ultimo decennio. Gli ultimo due hanno visto la luce quest’anno, conquistando anche Netflix con i capitoli prequel che narrano la storia d’amore tra Kenshin teenager e l’amata Tomoe.
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Ciò che rende indimenticabile Kenshin – Samurai vagabondo sono, anche in questo caso, i suoi personaggi; le loro versioni nei cinque live action (passibili di ulteriori sequel sul triste finale di colpa e malattia della saga) secondo noi rendono onore alle controparti a fumetti. Ecco chi sono i personaggi più belli creati da Watsuki – e impersonati da una manciata di attori celebri interpreti di trasposizioni di manga e anime in film e serie live action -, perché sono così speciali e cosa ci hanno insegnato.
Kenshin Himura
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Bimbo orfano raccolto da un severo maestro che gli insegna i segreti della spada e lo ribattezza Kenshin, diventerà, appena adolescente, l’implacabile sicario Battosai al servizio di un ideale patriottico, e poi un giovane ronin vedovo in cerca di una redenzione, riconoscibile per la cicatrice a croce sulla guancia e la katana con la lama al contrario. Nei fumetti e nel cartone lo conosciamo come un buffo nanetto dai capelli fulvi dall’apparenza innocua che ripete molto spesso “oro”. Man mano i suoi occhi grandi e il viso diventeranno più affilati, fino a mutare nella versione più seriosa del suo interprete Takeru Satoh (Ajin Demi-Human, Inuyashiki). Quest’ultimo offre un’interpretazione fisica impeccabile grazie a una rigida preparazione atletica protratta per quasi un decennio; sebbene tradisca una certa ironia solo raramente – vedi il suo primo incontro con Misao – non tradisce invece lo spirito del personaggio: inflessibile idealista, questo paradosso vivente di peccato e purezza ci ha insegnato che non tradire i propri principi è l’unica cosa che conta veramente.
Sanosuke Sagara
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Sanosuke è l’amico che tutti vorrebbero, nonché uno dei primi personaggi a entrare a far parte della famigliola eletta del Kenshin penitente. Apparentemente uno scavezzacollo sempre pronto alla rissa, Sanosaku condivide con Himura una gioventù contraddistinta dalle persecuzione dei propri ideali, parimenti infranti dalla prevaricazione di corruzione e crudeltà. Combatte con la gigantesca spada tagliacavalli, è un valoroso e leale alleato del protagonista e un difensore di deboli e indifesi. Nei film è una presenza ricorrente con le sembianze di Munetaka Aoki (Battle Royale II), che ci insegna l’importanza della fedeltà verso gli amici.
Aoshi Shinomori
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Originariamente un ninja esperto nell’uso della kodachi (spada corta) al servizio dello shogunato, Shinomori diventa il paladino dei suoi compagni che come lui non sono riusciti a integrarsi nella società del dopoguerra. Proietta tutta la sua frustrazione e rabbia su Kenshin, decidendo di ucciderlo, ma ne esce sconfitto e con una possibilità di redenzione. Nei film – fa il suo debutto nel primo sequel Kyoto Inferno – ha le fattezze spigolose e il fisico nervoso di Yusuke Iseya (Casshern, 13 assassini, Sukiyaki Western Django): silenzioso – si esprime a monosillabi e quando lo fa è quasi sempre incazzato – elegante e letale, diventerà lo sfuggente ma leale Goemon del caso, difendendo Kenshin dai nuovi anniversari. Villain riformato, bevitore di tè incallito, ci ha insegnato l’importanza di cercare sempre la via dell’illuminazione.
Sōjirō Seta
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Erede di una sfilza di assassini dal volto angelico, è l’alleato più fidato del folle Shishio. Ragazzino pacato e a modo che uccide senza manifestare emozioni, è la vittima di abusi infantili che ne hanno asfaltato i sentimenti. Darà del filo da torcere a Kenshin, ma finirà come tutti sconfitto e “graziato” dallo spirito redentore dell’ex killer. Il trauma dell’ultimo incontro con Himura finalmente lo smuoverà e Seta sarà l’ennesimo antagonista che grazie all’intervento di questa sorta di Kenshiro dell’era Meiji scoverà tra le macerie di tanti traumi la parte buona di sé stesso. Nei film, Seta fa il suo debutto in The Legend Ends per poi tornare in The Final con un’adrenalinica comparsata. Lo interpreta l’esilissimo e minuto (lui sì che somiglia al Kenshin dei manga) Ryunosuke Kamiki (JoJo’s Bizarre Adventure: Diamond is Unbreakable, As the Gods Will) e ci insegna a non perdere la speranza in un futuro migliore.
Enishi Yukishiro
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L’ultimo antagonista di Kenshin è il fratello più piccolo di Tomoe, la sposa defunta di Battosai. Persuaso della perfidia del cognato – effettivamente responsabile della morte del primo promesso sposa della sorella e involontariamente anche di questa – crescerà diventando un giovane uomo forte e roso dal desiderio di vendetta. Giovane forte ma slanciato, dai capelli candidi (per il trauma della morte dell’amata parente), viene adottato da una delle famiglie più ricche della Cina della seconda metà del XIX secolo ma la truciderà e tornerà in Giappone ordendo i piani più crudeli per torturare Kenshin. Reso quasi folle dalle visioni della sorella, si salverà grazie alla bontà del suo avversario – e della sua (nuova) amata Kaoru. In The Final/The Beginning, Enishi è impersonato da Mackenyu Arata (JoJo’s Bizarre Adventure: Diamond is Unbreakable, sarà anche Pegasus nel live action di I cavalieri dello zodiaco e Zoro in quello di One Piece), a suo agio nello stiloso look del manga con la chioma argentea, gli occhialini tondi e le spalle nude. Ombroso e ossessivo, è uno dei personaggi più cupi della saga, ma anche il più vicino a Kenshin. Un’altra faccia della medaglia, che ci ha insegnato quanto il desiderio di vendetta nuocia più a noi stessi che agli altri.
Bonus: Gein
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Nei manga è un villain mascherato, un guerriero sibillino e un diabolico burattinaio (sarà lui a creare la bambola di Kaoru che farà quasi perdere il senno a Kenshin). Nei film compare brevemente – solo nel primo capitolo – rivelando alla fine il volto sfregiato sotto i capelli biondi. La sua presenza è di fatto il pretesto un cameo dell’attore Go Ayano, veterano dei live action tratti dai manga – Crows Zero II, Gantz, Gatchaman, Luipn III, Shinjuku Swan, Ajin Demi-human e Homunculus sono solo alcuni – ma il suo personaggio è comunque importante: è il villain senz’anima e senza ritorno, a ricordarci che questi esistono veramente.
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www.wired.it
2021-12-17 13:00:00