L’unico svago di Boksoon è vedersi per mangiare, bere e chiacchierare in una bettola con i sicari di altre agenzie, tra cui Han Hee-sung (il fenomenale Koo Gyo-hwan della serie Dp), killer caduto in disgrazia che sopravvive ripulendo le scene degli omicidi. Al gruppetto si aggiunge una novellina, Young-il, di poco più grande della figlia di Boksoon, con la quale instaura un rapporto materno. Byun Sung-hyun, il regista del bel noir The Merciless, attinge a Kill Bill, John Wick e altri revenge movie made in Usa dalle coreografie di lotta spettacolari piuttosto che rifarsi agli action di Hong Kong come in uso tra i filmaker coreani della generazione precedente. Le scene che vedono Boksoon affrontare orde di assassini sono sensazionali, acrobatiche e piene di movimenti repentini da videogame della macchina da presa. Byun compensa la mancanza di preparazione della Jeon nelle arti marziali con un montaggio frenetico, espedienti di regia e montaggio mirati (controcampi velocissimi, scontri riflessi in superfici a specchio). Di tanto in tanto inserisce scene d’azione virtuali, nelle quali mostra come Boksoon abbia la facoltà di prevedere i colpi – usa di tutto, dalle asce alle katane, dalle pistole alle penne stilografiche – e sceglie quelli vincenti.
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di Lorenza Negri www.wired.it 2023-03-31 12:00:00 ,