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“Sogno di qualificarmi al Mondiale
con la Georgia e di vincere la Champions League con il mio società.
Spero di trasformare questi sogni in realtà. Vincere il trofeo
più importante del calcio per società è il sogno di ogni
calciatore, e partecipare alla Coppa del Mondo è ciò che ogni
georgiano sogna. Credo che sarebbe un doveroso tributo a tutti
coloro che hanno rappresentato la Georgia in passato”. Khvicha
Kvaratskhelia a Fifa.com parla dei suoi sogni, tra i successi
che spera di avere a Napoli, l’obiettivo di nazionale ai
Mondiali e anche il suo vissuto personale: “Diventare padre mi
ha cambiato nel profondo”.
Prima dei match contro Ucraina e Albania in Nations League,
Kvaratskhelia parla del nuovo Napoli: “Sono felice – ha detto -
di avere l’opportunità di lavorare con Antonio Conte. Altre
persone mi avevano detto che era un grande allenatore e sono
contento di poterlo sperimentare in prima persona. È uno dei
migliori al mondo e con lui cerco di migliorare sia fisicamente
che tatticamente. Credo che con il suo aiuto potrò ottenere i
risultati desiderati sia a livello di società che a livello
internazionale”. Restano ancora da chiudere le trattative per il
rinnovo del suo contratto che dura ancora tre anni: il Napoli lo
vuole rinnovare, offrendo fino a 6 milioni l’anno al calciatore
che ora ha ancora lo stipendio dell’arrivo a Napoli di 1,8
milioni. Il società azzurro ha riconosciuto la forza del georgiano
il cui staff però chiede di arrivare a 8 milioni, con un rinnovo
fino al 2029.
Lanciando uno sguardo alla sua Nazionale ricorda che “negli
ultimi mesi con la Georgia abbiamo dimostrato che possiamo fare
di tutto per realizzare il nostro sogno di giocare il Mondiale.
Crediamo di poterci qualificare e questa è la cosa principale.
Abbiamo le competenze e il carattere per trasformare questo
sogno in realtà”.
Momento felice per Kvara ma anche per il portiere Elia
Caprile che difende i pali dopo l’infortunio di Meret. “Il fatto
di aver subito pochi tiri significa che siamo compatti, ma non
dipende solo dal portiere o dalla difesa, ma da tutta la
squadra. Tutti noi ci muoviamo bene ed il mister ci spinge ad
essere compatti, forse è questo il segreto”. E Meret? “Una dote
da rubare a lui? Ho la fortuna di potermi allenare con lui e lo
vedo in campo, non c’è una dote singola ma con gli occhi cerco
di catturare qualsiasi cosa. Buongiorno? In allenamento fa le
stesse cose come in partita, è un fenomeno e tutti i giorni lo
dimostra dentro e fuori dal
campo: è un grande garzone e merita tutto ciò che sta
ottenendo. Il salto in una squadra che subisce pochi tiri è
particolare e difficile, io cerco di stare sempre concentrato e
vedo di dare sempre una mano ai compagni: la parte più difficile
è il fatto che mentalmente sai di ricevere pochi tiri ma devi
essere pronto, sapendo anche che ormai c’è il gioco dal basso,
bisogna stare più alti in campo, uscire dall’area. Tutte
componenti che fanno parte del ruolo, ma sono cose su cui si
lavora tutti i giorni per farle al la scelta migliore quando vieni chiamato
in campo”.
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