Nel cuore della Germania occidentale il piccolo villaggio di Lützerath, dove un tempo vivevano duemila anime e oggi abbandonato, è ormai trasformato in un simbolo internazionale della battaglia ambientalista in difesa del clima e la lotta ai combustibili fossili. Lì, dopo aver ottenuto permessi governativi e ok dai tribunali, il gigante energetico tedesco RWE vuole procedere alla bonifica dei terreni per espandere la vicina miniera di carbone di Garzweiler: lo scopo è estrarre 280 milioni di tonnellate di lignite (carbone) entro il 2030. Questa data è significativa perchè è quella indicata al governo tedesco – nei suoi piani di decarbonizzazione messi nero su bianco negli obiettivi climatici – come limite all’estrazione dei combustibili fossili.
Nel frattempo però ci sono quasi sette anni da sfruttare: quelli che servono – in questo momento di difficoltà energetica per la Germania legata alla crisi del gas e le ripercussioni della guerra in Ucraina – per il proprio fabbisogno. Questa sorta di contraddizione – da una parte aver fissato obiettivi di addio al fossile e dall’altra l’idea di continuare a estrarre carbone espandendo impianti e territori – ha portato a diverse polemiche sfociate poi in azione da parte degli attivisti. Già a dicembre centinaia di giovani (soprattutto di Extinction Rebellion, Fridays for Future, Last Generation e Scientist Rebellion) hanno iniziato ad accamparsi nell’area, vivendo in tende e case sugli alberi e a costruire barricate in attesa del possibile sgombero.
Lützerath, la polizia sgombera gli attivisti del clima: atteso per sabato l’arrivo di Greta Thunberg
Lo sgombero ha preso il via ufficialmente mercoledì 11 gennaio: centinaia di agenti hanno cominciato a recintare l’area ed allontanare i manifestanti, il che ha portato a primi scontri con gli attivisti. Ci sono stati lanci di bottiglie incendiarie, fermi e allontanamenti, cariche e momenti di tensione, e diversi attivisti si sono rifugiati (e anche incatenati) su alcune case sui vicini alberi, oppure chiusi all’interno di auto posizionate per ostacolare il passaggio della polizia. Gli ex abitanti della zona sono già andati via da mesi ma nel frattempo a Lützerath – che per il movimento ambientalista è oggi semplicemente “Lutzi” – sono in arrivo sempre più attivisti pronti “a dare la vita per la battaglia del clima”. Manifestano e si oppongono allo sgombero perché, dicono, aumentare i piani della miniera significherà accrescere ulteriormente le emissioni mettendo in serio pericolo gli obiettivi climatici per frenare il riscaldamento globale.
Quello che gli attivisti intendono far capire – chiedendo al governo tedesco di tornare sui suoi passi e frenare la bonifica e l’espansione della miniera – è che il piccolo Lützerath è ormai un villaggio globale: le emissioni provocate da questo impianto in futuro riguarderanno non solo la Germania, ma tutto il mondo. Ed è anche per questo che, da gruppi di scienziati ad attori (sul posto sta manifestando anche l’attore tedesco Anton Spieker), dai movimenti sudamericani sino agli attivisti indigeni di isole remote, l’azione di contrasto allo sgombero di Lutzi sta ricevendo solidarietà da ogni angolo del globo. Sabato poi, giorno in cui è prevista una grande manifestazione, a Lützerath arriverà Greta Thunberg, l’attvista svedese simbolo della lotta al cambiamento climatico.
La sua presenza richiamerà nel frattempo decine di altri attivisti da varie zone d’Europa e la situazione, probabilmente, sarà sempre più tesa. Lo scopo dei manifestanti sarà trasformare Lutzi in epicentro della battaglia per la giustizia climatica e continuare con la “disobbedienza civile” in ogni luogo dove si intende insistere nell’aprire nuove miniere o impianti fossili.
Forte vento e situazione in stallo
A Lützerath oggi soffia un forte vento che sta complicando sia le azioni della polizia sia quelle di protesta. Diversi giovani si sono asserragliati all’interno di una vecchia dimora che dovrà essere demolita e non intendono spostarsi. La situazione, riferiscono sui social i manifestanti presenti, è tesa ma in stallo. Attualmente, fra le più impegnate nella protesta, c’è anche Luisa Neubauer, nota attivista di Fridays for Future che lo scorso novembre era alla Cop27 in Egitto e che oggi probabilmente terrà un incontro con la stampa e guiderà parte della protesta.
Luisa ha spiegato che le azioni della polizia sono “assolutamente incomprensibili” e ha annunciato – dopo una notte tutto sommato tranquilla – altre azioni di disobbedienza civile anche nel pomeriggio quando lo sgombero dovrebbe proseguire per permettere i lavori di demolizione necessari alla bonifica. Nel frattempo il ministro tedesco dell’Economia e del Clima, Robert Habeck dei Verdi, in merito alla scelta di usare la località di Lützerath per l’estrazione di carbone ha confermato le scelte fatte. “È la decisione giusta ed è una buona decisione per la protezione del clima” anche perché “siamo ancora in una situazione energetica tesa” e “purtroppo abbiamo bisogno di più carbone”, visto che per consumare meno gas sono state prese “decisioni dolorose” ha detto.
Habeck ha detto anche che ci sono buoni motivi per scendere in piazza e protestare “a gran voce” per la protezione del clima, ma scegliere “l’insediamento di Lützerath, dove non abita più nessuno, è a mio avviso il simbolo sbagliato”. Non la pensano così centinaia di attivisti che invece hanno scelto come icona proprio Lutzi: “Dovrete passare sui nostri corpi”, gridano a gran voce e senza alcuna intenzione di spostarsi.
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2023-01-12 12:15:54 ,
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Il post dal titolo: La battaglia di Lützerath contro il carbone. Greta Thunberg con gli attivisti scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2023-01-12 12:15:54 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue