La Lega rilancia sulla castrazione chimica e incassa il sì della maggior parte. Mercoledì 18 settembre l’esecutivo ha dato parere favorevole all’ordine del giorno al disegno di legge Sicurezza, presentato dal deputato del Carroccio Igor Iezzi, che impegna il governo a valutare l’istituzione di un tavolo tecnico sulla possibilità di sottoporre i condannati per violenza sessuale a trattamenti farmacologici e psichiatrici volontari, anche con “eventuale blocco androgenico temporaneo e reversibile“, per ridurre il rischio di recidiva.
Una “vittoria” per il leader del partito Matteo Salvini, che parla di “storica battaglia di giustizia e buonsenso” e di “tolleranza zero per stupratori e pedofili“. Ma l’opposizione insorge: per il Pd si tratta di una proposta “incostituzionale” che “mina alle basi il nostro ordinamento giuridico” e segnerebbe un ritorno al “Medioevo“. Dura anche la capogruppo dem in commissione Affari costituzionali Simona Bonafè: “Una proposta che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali“.
I paesi in cui è legale
La castrazione chimica, vale la pena ricordarlo, non è una vera e propria castrazione chirurgica con asportazione dei testicoli, ma consiste nella somministrazione di farmaci anti-androgeni che riducono i livelli di testosterone, limitando così la libido e l’attività sessuale. È una tecnica criticata per le sue conseguenze. Non ha effetti permanenti, tant’è che se si sospende il trattamento si torna alla condizione di partenza, ma può avere pesanti effetti collaterali come calo della massa ossea, aumento di peso, depressione, disfunzioni erettili.
Negli Stati Uniti la castrazione chimica per coloro che sono condannati per reati sessuali è legale in almeno 8 stati, dalla California alla Florida, ma non mancano le critiche sulla sua efficacia e costituzionalità.
Anche in Europa non è una novità: è in vigore in Francia, Estonia, Moldavia e Macedonia del Nord. E ancora, nel Regno Unito dal 2007 quando l’allora ministro dell’Interno laburista John Reid fece approvare una legge che la consentiva su base volontaria, mentre dal 2009 è prevista in Polonia per i pedofili. Anche in Corea del Sud, dal 2011 i giudici possono imporla agli stupratori di minori di 16 anni, mentre in Indonesia una legge del 2016 la consente per i pedofili, e a fine 2020 sono state definite le procedure cliniche per la sua attuazione. Pure India e Pakistan stanno valutando di introdurla, rispettivamente insieme all’ergastolo e come alternativa alla pena capitale. In Russia, una legge del 2011 permette di prescriverla a chi abusa di minori di 14 anni. Insomma, benché controversa, la castrazione chimica sta diventando uno strumento sempre più diffuso nella lotta alla criminalità sessuale.