AGI – Credeva che il figlio fosse autistico e per questo lo ha ucciso gettandolo nel mare di Torre del Greco. Ha confessato la donna di 42 anni che nella serata di domenica era stata salvata dalle acque del centro della provincia di Napoli.
Ai soccorritori aveva raccontato di essere stata rapinata e buttata in mare con il figlioletto di due anni, ma dopo ore di interrogatorio, affiancata da un avvocato d’ufficio, ha confessato alla pm Andreana Ambrosino della procura di Torre Annunziata. “Sono stata io ad ucciderlo, sono stata io a gettarlo in mare, era malato”.
Nel pomeriggio la procura aveva emesso un decreto di fermo di per omicidio volontario nei confronti della donna.
I fatti sono accaduti intorno alle 22; la donna era già in riva al mare con il bambino tra le braccia quando il marito ha segnalato alle forze dell’ordine che si era allontanata da abitazione con il figlio.
Nonostante i tentativi di rianimarlo da parte di sanitari del 118, chiamati dei primi soccorridori, il bambino è deceduto per annegamento. Due testimoni hanno raccontato che in acqua c’erano la donna che pronunciava frasi sconnesse, poi lo zio del bambino che ha tentato di rianimarlo”.
Questa mattina uno psichiatra avrebbe dovuto visitare il bambino perché aveva problemi a parlare. La madre del piccolo era entrata in depressione già da alcuni mesi, come conferma l’avvocato Ciro Civitella, che l’ha assistita nell’interrogatorio ha poi portato al fermo per omicidio volontario.
“Non si è trattato di un gesto volontario. Quella povera donna, quando l’ho incontrata in caserma, aveva dei vuoti di memoria assoluti. Dev’essersi trovata sulla spiaggia senza neppure sapere il perché”, dice all’AGI il legale.