– Pd e M5S stanno vivendo un vero e proprio dramma, costretti a fingersi alleati nella speranza di insidiare i risultati elettorali di Giorgia Meloni eppure tutti’altro che convinti a sposarsi. Sia Conte che Schlein vorrebbero essere i leader del presunto campo largo e cercano di fare in modo che alle Europee uno superi l’altro. Il più agguerrito è l’ex premier, che non manca occasione di attaccare il “pd bellicista”; mentre Elly finora ha cercato di non punzecchiare il collega nella speranza di trovare un’unità che ad oggi appare impossibile. Leggendo le cronache, però, pare che Schlein sia pronta a rispondere agli attacchi del collega. E nel comunicare questo cambio di strategia ha formulato una frase, catturata dai cronisti, che suona così: “Non ho il problema del testosterone, io…”. Il riferimento è a Giuseppi. Ora, la frase di per sé è inncua. Ma provate a immaginare cosa sarebbe successo se, a ruoli inversi, Conte avesse detto di Elly: “Non ho il problema delle mestruazioni, io…”. Sarebbe venuto giù il finimondo. La frase della Schlein, infatti, se misurata col termometro del sessismo che tanto le piace, mi sa che non passerebbe l’esame.
– Jannik Sinner non ha bisogno di Sanremo. Ma di uno stilista per cucire un abito su misura che non lo faccia sembrare una stampella.
– L’annuncio della Ferrari è clamoroso. Hamilton, sette volte campione del mondo, andrà alla Rossa dal 2025. Ora non resta che mettergli sotto il sedere un’auto adeguata. E non sarà un dettaglio da niente.
– Le frasi del viceministro Leo (“L’evasione è come il terrorismo”) sono sbagliate per due motivo. Primo, perché sembrano più partorite da quel populismo fiscale tipico della sinistra. E poi perché fanno a pugni con la realtà. La risposta migliore l’ha data un commentatore di questo giornale: “Io sono partita IVA. Tra giugno e dicembre ho dovuto anticipare circa 20 mila euro di tasse sulla presunzione che nel 2024 incasserò più o meno ciò che ho incassato nel 2023. Sono un po’ incazzato”. Altro che terrorismo.
– Una cosa è difendere il diritto sacrosanto di Ilaria Salis di essere giudicata secondo tutti i crismi di uno stato di diritto. Un’altra è trasformarla in una santa beata, patrona degli idealisti. Speravo che stavolta non vi fosse nessuno capace di coprirsi di ridicolo dipingendola come un’eroina e invece mi sbagliavo: esiste pur sempre Concita De Gregorio. Secondo la collega, ogni bambino dovrebbe sognare di avere come docente una donna capace di insegnare loro “cosa sia credere in un’idea, il coraggio di esprimerla a viso aperto, difenderla anche e soprattutto quando non è l’idea della maggioranza”. “Sarei tranquilla di sapere – dice – i bambini guidati da qualcuno che mostra loro che cosa sia la responsabilità, che assumersela comporta sovente dei rischi e che no, la cosa giusta non è non immischiarsi, voltare la testa, stare zitti e buoni ma dire a voce alta”. Il problema, cara Concita, non è credere in un’idea. E non è neppure di Ilaria che parliamo, visto che pare non sia nemmeno una maestra ma abbia solo fatto alcune supplenza alle mede. Facciamo un discorso generico. Il punto è che una docente dovrebbe insegnare poche cose e farlo bene: matematica, italiano, storia e il rispetto delle regole. A tutto il resto ci pensa la famiglia. Il vero dramma della scuola italiana è proprio l’aver trasformato maestre e professori in educandi quando il loro scopo principale sarebbe quello di trasferire sapere. E sono due cose ben diverse.
– Secondo appunto, sempre su Concita De Gregorio. Chi assume un ruolo istituzionale deve fare di tutto affinché i ragazzi che gli sono affidati, e che lo prendono ad esempio, non siano condizionati nelle loro scelte. Se lo faccia dire da un capo scout: nel momento in cui un educatore per ragazzini delle medie apre una rubrica piena zeppa di opinioni taglienti e posizioni forti, la cosa migliore da fare è rinunciare ad un servizio educativo di quel tipo. Meglio sceglierne un altro in cui il rischio di “influenzare” i ragazzi è decisamente inferiore. Da chi viene assunto a scuola mi aspetto che abbia il buon gusto di non farsi condannare per concorso morale per resistenza a pubblico ufficiale aggravata o di farsi beccare mentre insulta i poliziotti.
– Suona l’allarme rosso per Amadeus: anno scorso a pochi giorni dall’inizio sui giornali era già un fiorire di polemiche e Sanremo in cima alle attenzioni dei media. Invece a questo giro si parla di altro, complice anche l’assenza di figure divisive. Viene quasi il dubbio che anno scorso l’invito ai vari Rosa Chemical, Fedez, Ferragni e Paola Egonu fossero fatti apposta più per sollevare polveroni, e magari polemiche anti governo, che per la qualità delle loro proposte artistiche.
– Scusate la versione breve, causa emicrania. A domani.
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2024-02-01 20:41:00 ,