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Tra Kamala Harris e Donald Trump si gioca il futuro presidenziale degli Usa ma anche, al contempo, una sfida su quello dell’Ucraina. Da una parte Washington ha in Joe Biden un presidente che ha deciso (volontariamente o no) di ritirarsi dalla corsa per il secondo mandato, anziano e malato, incapace di difendere la propria figura all’interno del Paese, figuriamoci quella del Paese nel mondo. Dall’altra una vicepresidente completamente dedita a risollevare una campagna elettorale che fino a domenica pomeriggio (ora americana) sembrava potesse concludersi solamente con una disfatta totale per il proprio partito.
Ucraina, la guerra arriverà alle prossime presidenziali?
Questo appare per molti osservatori un momento in cui gli States farebbero bene a ritirarsi dal “Risiko” – il gioco da tavolo con cui Jeffrey Sachs descrive la politica estera statunitense – che stanno giocando da ormai trent’anni e concentrarsi sul caos che sta dominando la loro politica interna. Il momento perfetto per far emergere proposte di negoziato in Ucraina.
Dall’alimentare una speranza di vittoria con continui foraggiamenti militari a costanti opposizioni (proprie o dei propri “alleati”) a possibili proposte di pace, non è un segreto che gli Stati Uniti hanno ricoperto un ruolo importante nel far – se si vuole evitare la parola “fallire” – non avvenire la pace tra Russia e Ucraina. “Sebbene le capitali europee e i leader ucraini non siano esenti da colpe, Washington…
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di Beatrice Chizzola
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2024-07-27 10:10:42 ,