Gli alleati e la tentazione di contarsi prima sul nome di Nordio. Ma per i centristi «la strada di Draghi è ancora aperta»
Il centrodestra alla prova. Dopo una notte di consultazioni con alleati e «avversari», Matteo Salvini è tentato dal cominciare a contare le forze in campo. Forse non già oggi, ultimo giorno con voto a maggioranza qualificata, ma comunque al più presto. Anche se non tutti nell’alleanza sono convinti che i tempi già siano maturi per rinunciare alla scheda bianca, che è comunque segnale di disponibilità al dialogo, per spedire i candidati sulla graticola della conta. In ogni caso, al di là del formale no alla rosa da parte di Pd, M5S e Leu, prima del voto di questa mattina il centrodestra tornerà a fare il punto sulla situazione. E magari anche Salvini e Letta torneranno a vedersi intorno a un tavolo o davanti a un caffè. Sulla scelta di oggi, peserà senza dubbio un primo resoconto riguardo allo «scouting», per esempio tra i 5 Stelle, che sarebbe in corso soprattutto da parte leghista.
La proclamazione della «terna» ufficiale dei nomi, ieri pomeriggio, tra i parlamentari è da molti considerata semplicemente «un atto dovuto».
Ma non è così: è il segno, per dirla con Salvini e con Meloni, che il centrodestra c’è, è compatto, avanza le sue proposte e non accetta dei «no pregiudiziali». Con il segretario leghista che avvisa: «Questi nomi non sono candidati di bandiera, noi non facciamo giochini…».
L’idea potrebbe essere quella di partire con il nome dell’ex procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio. Un po’ curioso, forse, visto che l’ex magistrato a suo tempo aveva pronunciato un «non sum dignus»: «Non ho fatto neanche il consigliere comunale, meglio una donna liberale».
Resta il fatto che il suo nome, ufficialmente proposto da Giorgia Meloni, è considerato quello che potrebbe meglio trovare consensi trasversali. E in ogni caso, sarebbe un buon test per vedere da dove si parte: se il centrodestra sulla carta conta 453 voti (sui 505 necessari), si potrebbe cominciare a intravedere il saldo tra i voti persi e quelli che, al contrario, potrebbero manifestarsi nel segreto dell’urna.
Il coordinatore azzurro Antonio Tajani ieri ha spiegato agli alleati che Berlusconi potrebbe apprezzare molto la candidatura di una personalità a lui riconducibile. Il nome è quello di Maria Elisabetta Alberti Casellati, la presidente del Senato, che nella «rosa» non figura perché, dice Salvini, «abbiamo voluto tenere le cariche istituzionali al riparo dalla discussione». Così come lo stesso Tajani, che come spiega Salvini, pure «avrebbe tutti i titoli», non è tra le proposte ufficiale in quanto leader di partito. Resta il fatto che la presidente del Senato con ogni probabilità è la «carta coperta» che il centrodestra non vuole bruciare.
Però, se i voti su Nordio dovessero risultare, come è possibile, insufficienti, la strada è meno semplice. E si banalizza nella domanda: «La presidente del Senato sarebbe in grado di fare meglio», al di là del fatto che formalmente non sia inclusa nella rosa? Salvini è convinto, come dice ai suoi, che «ce la si possa fare». Per lui, tra l’altro, sarebbe la possibilità di intestarsi — fatto senza precedenti come centrodestra — l’elezione di un presidente della Repubblica. Altri, convinti lo sono molto meno. Luigi Brugnaro, leader con Giovanni Toti di Coraggio Italia, ha detto che se il «centrodestra ha dato dimostrazione di compattezza», la situazione resta «evidentemente complicata». Per dire che «la strada per Draghi presidente è ancora aperta, ma dobbiamo garantire la continuità di governo».
E poi, c’è Pier Ferdinando Casini. Pochi nella Lega escludono, e meno ancora lo escludono in Forza Italia, che l’ex presidente della Camera possa ancora essere in corsa, se le altre strade risultassero senza sbocchi. Nella Lega, pochi sarebbero soddisfatti anche perché tutti ne sono convinti: «Nel pacchetto di Casini al Quirinale, sarebbe inclusa anche una legge elettorale proporzionale». Non che il capo dello Stato c’entri con la legge elettorale. Ma chi lo ricorda, è liquidato con un gesto.
25 gennaio 2022 (modifica il 25 gennaio 2022 | 22:58)
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Marco Cremonesi e Paola Di Caro , 2022-01-25 21:59:09
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