«La magistratura non può dettare la linea al Parlamento. La costruzione dice che le norme dell’ordinamento giudiziario vengono stabilite per legge. La politica non deve chiedere il permesso ai magistrati. Dove è previsto che le leggi sia condizionata alla conversazione con i giudici?». E’ il duro attacco sferrato dai penalisti alla magistratura nel giorno dello sciopero contro la nuova riforma indetto dall’Anm. Torre Annunziata è diventata l’epicentro del dibattito nazionale. A villa Tiberiade, ieri pomeriggio, la Camera Penale presieduta da Renato D’Antuono, ha organizzato un convegno dal titolo “La riforma dell’ordinamento giudiziario, riflessioni sul rapporto tra potere legislativo e ordine giudiziario”. Un dibattito al quale hanno preso parte, tra gli altri, il deputato Enrico Costa (ex viceministro della giustizia che ha firmato gli emendamenti capaci di scatenare le ire dei magistrati), l’avvocato Nicolas Balzano, ex presidente della Camera Penale e componente della giunta nazionale dei penalisti e il presidente dell’Unione Italiana Camere Penali, Giandomenico Caiazza. Un confronto che ha visto la partecipazione anche del presidente del tribunale di Torre Annunziata, Ernesto Aghina. «Questa riforma è debole e non mina i poteri della magistratura – le parole pronunciate da Caiazza -Per una volta il Parlamento e il Governo si sono presi un piccolo timido spazio in una materia che voi magistrati considerate una vostra prerogativa. Noi vogliamo un giudice forte, temuto dagli avvocati ma anche dai pm. Sulla responsabilità civile del magistrato – conclude il presidente dei penalisti – l’attuale sistema non funziona. Ed è importante che il magistrato risponda della qualità del suo lavoro. La protesta contro la riforma è a mio avviso pretestuosa». Più duro il commento di Balzano che definisce «suicida» la scelta della magistratura di scioperare, sottolineando i tentativi di invasione dei magistrati nell’ambito legislativo. «Questa non è la riforma che noi vogliamo. E’ pallida, incerta e lacunosa. Trae qualche spunto dalle nostre osservazioni ma procede a passi claudicanti e con un respiro corto. Una riforma che riforma poco – le parole di Balzano – Di cosa protestano i magistrati? Dicono di non essere stati interpellati. Ma la Costituzione dice chiaramente che il potere legislativo compete al Parlamento. E il Parlamento non è tenuto a chiedere il consenso ai magistrati. Voi rifiutate le responsabilità a dispetto di un potere enorme che esercitate». Le critiche dei penalisti si sono anche incentrate sulla questione della separazione delle carriere tra giudici e pm, altro tema lambito in parte dalla riforma Cartabia. Nel corso del convengo, tra l’altro, è stata più volte ribadita l’importanza del disegno di revisione costituzionale proposto dalle Camere Penali per rivoluzionare il sistema giustizia. Una «vera riforma», come la definiscono gli avvocati. @riproduzione riservata
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di Ciro Formisano
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2022-05-17 06:40:16 ,