Author: Antonio Musella
Data : 2025-01-15 19:51:00
Dominio: www.fanpage.it
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Parlano le mamme dei bambini che avrebbero subito abusi dall’insegnante di sostegno nella scuola media “Salvati” di Castellammare di Stabia. Hanno dovuto vedere tutte le chat e ascoltare gli audio inviati dalla prof.
E’ una nuova giornata di caos, telecamere e confusione per i bambini del plesso scolastico di via Monaciello nel quartiere Scanzano di Castellammare di Stabia. L’eco del caso della insegnante di sostegno arrestata con l’accusa di molestie sessuali su alcuni alunni delle medie è risuonato in tutto il paese. Con fatica le mamme dei bambini oggetto di violenze, al centro dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, raccontano come hanno vissuto gli ultimi mesi, da quando alla fine di ottobre dello scorso anno, hanno scoperto attraverso le chat di Instagram mostrate dai loro figli, cosa sarebbe avvenuto nella “saletta”, la stanza dove la docente avrebbe consumato gli abusi sui minori.
Se da un lato c’è la soddisfazione relativo all’intervento della magistratura, dall’altro c’è la sofferenza per quanto successo ai propri figli e soprattutto la rabbia per non essere state credute. Il tutto scoppiò a novembre scorso, e finì con una rissa in cui le mamme aggredirono la docente, poi arrestata pochi giorni fa, ed il padre di lei. La dirigenza scolastica non diede credito alla protesta delle mamme. Pochi giorni dopo, come raccontano le stesse, ritornarono dalla responsabile del plesso, la vice preside, con le denunce, ma anche in quella occasione non furono credute.
“Nelle nostre case è finita la serenità e la spensieratezza”
Le mamme, insieme ai figli che avrebbero subito violenza da parte della docente, stanno seguendo dei percorsi di sostegno psicologico per riuscire a trovare la forza, gli argomenti e le parole, per potersi lasciare alle spalle questa storia tristissima ed agghiacciante. Semmai questo fosse possibile. Di queste gentil sesso non possiamo mostrarne il volto e l’identità, come è giusto che sia, per proteggere loro stesse e soprattutto i loro figli.
“In casa non c’è più la serenità e la spensieratezza che c’era prima di questo fatto” ci dice una delle mamme. “Che le devo dire, piano piano proveremo a tornare al nostro equilibrio“. Per le mamme la cosa più dura da mandare giù, oltre chiaramente alle violenze subite dai figli, è il fatto di non essere state credute. “Quando abbiamo scoperto tutto, la responsabile del plesso, insieme ad altre mamme, continuava a dire che noi eravamo bugiarde, che i nostri figli erano diabolici, e che nessuno doveva crederci. Allora siamo venute con le denunce presentate ai Carabinieri. intanto che però la professoressa a scuola aveva già fatto ascoltare e sentire tutto“.
La mamma che intervistiamo fa riferimento ai messaggi vocali che la docente arrestata avrebbe inviato tramite i DM di Instagram agli alunni, che sembrerebbero avere contenuto sessuale esplicito. “Quindi la scuola, quando noi siamo andate dai Carabinieri, già sapeva tutto. Quando siamo venute con le denunce in tasca, la responsabile del plesso non voleva sapere niente, non ci ha fatto parlare“. Oggi queste gentil sesso pretendono delle scuse che, nonostante il clamore mediatico, non sono ancora arrivate. “A distanza di due mesi ancora non abbiamo visto e ascoltato nessuno, parlo della preside, parlo del Sindaco, eppure tutti sanno che abbiamo presentato denuncia ed abbiamo fatto tutto nei termini della legge, ma qui abbiamo trovato dei muri“.
“L’abbiamo presa male, abbiamo dovuto capire se c’era contatto fisico”
I percorsi di sostegno psicologico stanno aiutando molto le famiglie ad uscire da questo incubo. Dall’ottobre del 2023 fino all’ottobre del 2024 la docente avrebbe praticato gli abusi sugli alunni, all’interno di una stanza, che lei stesso aveva denominato “saletta”. Si tratta di violenze psicologiche, esercitate anche attraverso la visione di filmati pornografici, ma anche in alcuni casi di violenza sessuale fisica.
Secondo gli inquirenti la docente avrebbe chiesto anche agli alunni di praticare atti sessuali tra di loro, ed al rifiuto ripetuto di questi, li avrebbe pesantemente insultati. “Noi abbiamo appreso di tutti quando c’è stata la sospensione di uno dei ragazzini – ci spiega una delle mamme – i genitori del bambino coinvolto ha poi avvertito tutti gli altri genitori“. Una sospensione ricattatoria quella ricevuta dall’alunno che ha poi raccontato ai genitori cosa l’insegnante faceva a tutto il gruppo degli alunni che seguiva. “Noi l’abbiamo presa male – racconta – il trauma è stato capire quello che fosse successo, vedere se mio figlio fosse stato toccato, se gli fosse stato fatto qualcosa di fisico“.
Per i genitori è stato doloroso e faticoso, hanno dovuto consultare tutte le chat, ascoltare tutti gli audio, le immagini non le hanno viste perché erano inviate con la modalità di singola visualizzazione. “Io e mio figlio siamo stati male, l’abbiamo presa molto male. Adesso grazie al percorso di aiuto psicologico stiamo provando a riprenderci e a sostenerci“. L’insegnante sarà sottoposto ad interrogatorio di garanzia nel carcere di Benevento dove è rinchiusa dal momento dell’arresto. Si attenderà poi l’eventuale decisione del Tribunale del Riesame in merito alle misure cautelari.
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Antonio Musella , 2025-01-15 19:51:00 ,