Ormai da alcune settimane i paesi dell’Occidente, e in particolare gli Stati Uniti, stanno tenendo uno stretto dialogo diplomatico con la Russia per risolvere la questione dell’Ucraina, al cui confine il governo russo sta ammassando decine di migliaia di soldati e mezzi: l’intelligence americana teme che l’esercito russo stia preparando un’invasione dell’Ucraina, che sarebbe probabilmente impreparata a difendersi. Dopo un lungo lavoro diplomatico, questa settimana hanno parlato in videochiamata il presidente americano Joe Biden e quello russo Vladimir Putin. Putin ha posto una condizione per allentare la tensione: avere una garanzia legale che l’Ucraina non entrerà mai nella NATO.
Quella avanzata da Putin è una condizione che viene considerata al tempo stesso irricevibile e imbarazzante per l’Occidente e in particolare per gli Stati Uniti.
Irricevibile perché significherebbe cedere l’Ucraina all’influenza della Russia, pochi anni dopo che il paese se n’era allontanato cacciando il governo filorusso di Viktor Yanukovich e cercando di allinearsi con l’Occidente. Imbarazzante perché più di 10 anni fa la NATO promise all’Ucraina che l’avrebbe accolta tra i suoi membri. La promessa era eccezionalmente vaga e nessun paese NATO intendeva davvero mantenerla, ma rimangiarsela adesso sarebbe comunque un problema.
L’espansione a est della NATO è da sempre una delle preoccupazioni principali del presidente russo Putin.
La NATO, l’alleanza militare a guida americana che raccoglie buona parte dei paesi occidentali e che fu creata per contrastare l’Unione Sovietica, dopo la fine della Guerra Fredda ha accolto tra i suoi membri numerosi paesi che un tempo facevano parte della sfera di influenza sovietica. Negli ultimi vent’anni sono diventati membri della NATO la Polonia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca, la Romania, i paesi baltici, vari paesi balcanici e diversi altri.
Tutti questi paesi hanno aderito alla NATO volontariamente per convenienza strategica ed economica, ma la Russia, ex potenza egemone della regione, ha visto in questo allargamento un’espansione indebita dell’influenza occidentale, un accerchiamento diplomatico e una possibile minaccia militare. Da anni l’espansione della NATO è quindi una specie di ossessione di Putin e di tutto l’apparato militare russo.
Nel 2008, con gli accordi di Bucarest, la NATO promise anche all’Ucraina che un giorno sarebbe entrata nell’alleanza. Fu una promessa molto vaga, che non aveva un limite di tempo e che non dava l’avvio a nessun meccanismo di ammissione. Come ha scritto di recente il New York Times, fu anche una promessa azzardata, forzata dall’allora presidente americano George W. Bush mentre gli altri paesi membri erano scettici.
La promessa di accogliere l’Ucraina nella NATO era azzardata anche perché avrebbe significato portare l’alleanza occidentale in un paese che condivide un ampio confine con la Russia, e che la Russia ha sempre considerato come parte della propria sfera d’influenza. Putin stesso lo ha detto più volte, e lo ha scritto in un lungo articolo pubblicato quest’anno: per lui, russi e ucraini (e anche i bielorussi) sono lo stesso popolo, e dovrebbero tutti vivere in un unico stato (a guida russa).
Nel 2008, nell’ambito degli accordi di Bucarest, la NATO fece la stessa promessa di ammissione anche alla Georgia. Tre mesi dopo, il paese fu invaso dalla Russia nell’ambito della guerra per l’indipendenza dell’Ossezia del Sud.
La promessa della NATO all’Ucraina, comunque, era volutamente vaga, non è mai stata mantenuta e ancora oggi nessun paese membro della NATO intende davvero mantenerla. Anche Biden, di recente, ha detto che l’ingresso dell’Ucraina nell’alleanza per ora è «fuori discussione». Attualmente l’Ucraina è un paese “partner” della NATO: significa che gode di un rapporto di vicinanza e di vari benefici, ma non dei diritti dei membri a pieno titolo, compreso il celebre articolo quinto del Trattato NATO, che obbliga i componenti dell’alleanza ad andare in soccorso dei propri alleati in caso di aggressione.
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Secondo il New York Times, che ha sentito alcuni analisti, oggi quella promessa è diventata scomoda un po’ per tutti. Per la Russia, che da un lato se ne sente minacciata e dall’altro la usa come scusa per la sua aggressività in politica estera; per la NATO, che non può ritirarla senza rischiare di perdere la sua credibilità; e per l’Ucraina, che si trova in mezzo ai due blocchi.
Per Ivo Daalder, un ex ambasciatore americano presso la NATO, gli accordi di Bucarest furono «un peccato capitale»; Carl Bildt, ex primo ministro e ministro degli Esteri svedese, ha detto che la promessa della NATO «ha creato aspettative che non sono state soddisfatte e paure che sono state ampiamente esagerate».
In ogni caso, questi scontri diplomatici sullo status dell’Ucraina all’interno della NATO hanno certamente ricadute pratiche, ma non devono essere considerate come l’unico elemento che guida la politica estera e le decisioni dei vari paesi: l’appartenenza alla NATO è soltanto un elemento di una questione eccezionalmente complessa.
Gli Stati Uniti non hanno intenzione di accogliere l’Ucraina nella NATO, ma l’Ucraina rimane comunque uno dei maggiori beneficiari al mondo degli aiuti militari americani. Al tempo stesso, anche se la NATO accettasse di fornire garanzie legali che l’Ucraina non entrerà mai nell’alleanza, difficilmente la Russia smetterà di intromettersi negli affari interni del paese.
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2021-12-12 09:49:16 ,