Una festa a Milano, ben riuscita, fra “tradizione e innovazione”: la Lega Pro guarda al futuro, Matteo Marani è al timone dal 9 febbraio dello scorso anno ed è pienamente soddisfatto del cammino già fatto. La terza Lega professionistica vuole fare squadra e dare il suo contributo ad aiutare il nostro calcio ad uscire dalle secche. “Bisogna ragionare di sistema – spiega Marani, un passato importante anche come giornalista – Dobbiamo parlare più di gioco. Il governo dovrebbe tenere conto di chi investe nei settori giovanili, è anche un tema sociale. Ci vogliono più tutele”.
La Serie C, con le sue 60 squadre, fa la sua parte. E’ stata una stagione felice quella ormai alle ultime battute: sono cresciuti gli spettatori nel girone d’andata (40 % in più dello scorso anno), più 700.000 tifosi negli stadi durante le regular season (32,25% di incremento), molto bene sono andati (stanno andando) anche i play-off, 10 giovani di Serie C Now sono entrati nelle ultime convocazioni delle giovanili dell’Italia tra U21, U20 e U19. E ancora, 90 % di calciatori italiani impiegati (37 % in serie A…), aumentati i proventi dei club, quadruplicato il numero dei partner rispetto alla stagione scorsa. E poi, con piena soddisfazione di Marani che da lì viene, è andato bene anche l’accordo con Sky-Now: 3.338.346 “reach”, a cui devono aggiungersi i 3.769.208 contatti Rai per un totale di oltre 7 milioni. La tv aiuta a farsi conoscere, a riportare i tifosi negli stadi, a stimolare gli sponsor.
Sorride Marani quando gli si ricorda che volevano fare fuori la serie C, o quantomeno ridimensionarla a 20-40 squadre. “Mi permetto solo di sostenere che i nostri 60 club incidono solo per il 6 % sul debito del calcio italiano. Che si risolve eliminandoli? Niente. Non è quella la strada…”. E difatti della famosa riforma dei campionati non si parla più, la C ha una sua solidità che in passato non aveva. Basta ricordare gli anni che, proprio in questo periodo, moltissimi club non riuscivano ad iscriversi al campionato e si andava avanti mezza estate in mezzo ai ricorsi e alle polemiche. Ora la situazione è notevolmente migliorata. Si sta andando avanti anche sul progetto delle seconde squadre, “un servizio che noi facciamo al calcio italiano”, ricorda Marani. Alla Juventus under 23, che ha aderito sin dall’inizio, in questa stagione si è aggiunta l’Atalanta e dalla prossima arriverà anche il Milan. Non è molto rispetto all’estero, ma è un tentativo che la Lega Pro porta avanti sempre con convinzione (la Lega B invece è contraria).
Quale futuro ha il calcio italiano? Gravina ha elogiato Marani, suo alleato, in occasione della festa milanese: “Siete una fabbrica di idee”. Giovani e italiani, è la strada giusta. Una volta i grandi club “pescavano” in B e in C, anche nel mercato invernale. Ora non è più cosi, gli stranieri rendono di più. “Dobbiamo fare squadra”, Marani ci crede. E ci prova. E’ stato l’unico che si è opposto all’aumento dell’età, sino a 20 anni, dei calciatori in Primavera 1. “All’estero, a 20 anni, giocano già in A…”. Il sistema deve trovare il suo equilibrio se tutti fanno la loro parte.