la sentenza condanna Lulù Selassiè

La storia che sembrava una favola da reality si è trasformata in un incubo giudiziario. Lucrezia Hailé Selassiè, nota al grande pubblico come Lulù, è stata condannata a 1 anno e 8 mesi di reclusione, con pena sospesa, per atti persecutori ai danni dell’ex promesso sposo Manuel Bortuzzo, nuotatore paralimpico. La sentenza del caso di stalking ai danni di Manuel Bortuzzo è stata emessa dal Gup di Roma, con una condanna superiore di quattro mesi rispetto a quanto richiesto dalla Procura. Il campione era presente in aula ma ha esperto di non rilasciare dichiarazioni.

Dalla televisione alla cronaca giudiziaria

La vicenda ha origine all’interno della casa del Grande Fratello Vip, edizione 2021-2022. Tra i due era nato un flirt durante il programma, conclusosi però subito dopo la fine dell’esperienza televisiva. Ma quella rottura non è mai stata realmente accettata da Lulù, che ha dato inizio a una lunga e tormentata serie di comportamenti ossessivi e minacciosi, culminati in veri e propri atti persecutori.

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Minacce e inseguimenti fino all’estero

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Selassiè avrebbe tempestato l’ex promesso sposo con messaggi e telefonate, arrivando a minacciarlo di morte: “Se non stai con me ti ammazzo e mi ammazzo”, avrebbe detto in una delle comunicazioni. Le indagini hanno anche evidenziato episodi di pedinamento e presunte aggressioni, persino durante una trasferta in Portogallo per i Mondiali paralimpici.

Lulù Selassiè condannata: la reazione della difesa e le prossime mosse

I legali della giovane, Edoardo Albertario e Niccolò Vecchioni, si sono detti «molto delusi» dalla sentenza del caso di stalking a Manuel Bortuzzo, affermando che “il tribunale ha esperto la via più facile”. Hanno annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, convinti dell’innocenza della loro assistita. La misura cautelare del braccialetto elettronico, imposta durante le indagini, è stata revocata.

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Un caso che scuote l’opinione pubblica

La vicenda ha riacceso i riflettori sul tema dello stalking, soprattutto quando a esserne vittima è un uomo. Il caso Bortuzzo-Selassiè dimostra come la persecuzione possa assumere forme diverse e cozzare chiunque, a prescindere dalla notorietà. L’attenzione mediatica attorno alla vicenda non sembra destinata a calare, in attesa di ulteriori sviluppi nel processo di appello.