La sottocultura viaggia in trenino

La sottocultura viaggia in trenino

La sottocultura viaggia in trenino


Mezzogiorno, 5 gennaio 2022 – 09:23

In fumo un’idea diversa di citt

di Leonardo Palmisano

Sono passati alcuni giorni dal trenino inscenato nel teatro Petruzzelli, un po’ folle e un po’ cinico mentre i pugliesi (e gli italiani) si ammalano di Covid e di povert. Giorni nei quali la polemica diventata giustamente nazionale, perch nazionale era il palcoscenico televisivo che ha sostenuto l’idea che si possa trasformare un teatro in una discoteca. Al di l degli aspetti discutibili, dei colpi di coda di un divertentismo da tubo catodico giunto alla fine dei suoi giorni, ci sono aspetti morali che urtano la storia delle festivit baresi. Una volta la citt era, tra la notte di Natale e quella di fine anno, un pullulare di offerte culturali dal basso, di musica dal vivo, di locali e localini nei quali ci si incontrava per farsi gli auguri, giocare a tombola, bere un bicchiere e ascoltare artisti del posto pagati per esibirsi in modo genuino per piccoli gruppi informali, fuori dall’offerta monopolista della tiv. Una volta c’era un senso civico nell’uscita notturna del 31 dicembre. Quel divertimento popolare, diffuso, non soltanto giovanile, stato smantellato dalla concentrazione televisiva di piazza, determinata dall’esigenza provinciale di far credere ai telespettatori italiani che Bari quella l: una realt che si dimena sulle parole della Panicucci come si faceva trasportare dai fraseggi di Gigi d’Alessio qualche anno fa. E a furia di far credere che Bari quella l, la stessa porzione minoritaria di citt si presa il palcoscenico mandando in fumo l’idea di una citt cambiata, civile, colta, rassicurante e quieta.

Quel trenino un boomerang morale, molto di pi di un venditore di birra di strada, redarguito platealmente dal sindaco, mentre passeranno inosservati coloro che hanno ordito la mutazione discotecara del Petruzzelli. Ora, l’evidente stonatura tra narrazione politica e realt ha raggiunto il livello di uno iato, di un fossato, di un buco nero nel quale cadono le menzogne e si scorticano i racconti perbenisti fondati sul decoro. Era decoroso quell’abbraccio televisivo? Era decoroso ostentare frizzi e lazzi, anche a danno degli arredi interni, mentre fuori infuria il Covid? E non sar certo una fiera del libro, un murales qui e l o qualche concertino di musica classica in periferia a compensare l’emergenza sottoculturale prodotta da questa fine anno da dimenticare. Un’emergenza di vastissime proporzioni, che ha ferito la citt che in piazza non ci va pi, che nel Petruzzelli non c’era, che non sente la necessit di vedersi dentro lo specchio deformante e di ripiego della tiv, ma che vorrebbe tornare a frequentare locali e contenitori pieni di cultura una volta sconfitta la pandemia.


5 gennaio 2022 | 09:23

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, 2022-01-05 08:34:10
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