Eppure qualcosa sta cambiando. Dal 2022, inizio della guerra in Ucraina, le aziende europee della difesa hanno registrato performance di Borsa straordinarie, con un rendimento del 128,1%, più del doppio rispetto al +59% delle americane. Sul podio delle performance 2024 brillano la tedesca Rheinmetall (+66,2%), la britannica QinetiQ (+55,6%) e l’italiana Leonardo (+49%).
L’Italia tra Stato e privati
Nel panorama della difesa europea, l’Italia si conferma un attore di primo piano, con una quota del 14% del fatturato continentale e del 4% di quello mondiale. Il settore è dominato da due giganti a controllo statale: Leonardo, nona azienda mondiale con 11,5 miliardi di ricavi nella difesa, e Fincantieri, al trentunesimo posto con 2 miliardi.
Ma il sistema italiano è più articolato. L’Area Studi Mediobanca ha analizzato le 100 maggiori aziende nazionali del settore, tutte con fatturato superiore a 19 milioni e più di 50 dipendenti. Un comparto che vale 40,7 miliardi di euro di ricavi totali, di cui circa 20 miliardi direttamente legati alla difesa, e che occupa oltre 181mila persone, di cui 54mila nel settore militare.
La struttura proprietaria racconta di un settore ancora fortemente legato allo Stato, che controlla il 59,3% dei ricavi attraverso partecipazioni pubbliche. Significativa la presenza di gruppi stranieri, che pesano per il 25,1% del fatturato (12,2% europei e 10,1% americani). Le famiglie italiane controllano il restante 15,6%, con 56 aziende di dimensioni più contenute.
“L’Italia eccelle in alcuni settori cruciali come l’elicotteristica, l’elettronica e la cantieristica navale“, evidenzia il report, che sottolinea come il 68,2% della produzione sia destinata all’export. I mercati principali sono l’Europa (61% delle vendite), le Americhe (29%, soprattutto Stati Uniti) e gli altri continenti (10%).
La redditività del settore è in crescita, con un margine operativo salito dal 5,7% del 2021 al 6,2% del 2023. Nel triennio 2021-2023 le aziende hanno generato utili cumulati per 4,5 miliardi di euro, con un record di 1,6 miliardi nel solo 2023, pari a “43mila euro di utili medi netti al giorno per azienda“.