AGI – “Una triglia da smagliare, una parola da imparare”. Inizia così la storia della aps “LAbCasa gialla sul molo” di Sampieri (Scicli), con la professoressa, Simona Trombetta che si alza prima dell’alba per andare a pescare e che nel mare di Sampieri guardando l’imponente scheletro della fabbrica di mattoni – vestigia di un passato produttivo – fissa un nuovo capitolo della sua storia personale.
“Ogni giorno al molo, che all’alba è l’unico posto dove c’è un po’ di vita, veniva un bambino. Osservava. In silenzio, senza dire una parola. Col passare dei giorni ho avuto l’impressione che mi aspettasse”. Poi il contatto, con il fare che è la prima lingua universale.
“E così – racconta Simona – una triglia da smagliare, una parola da imparare, abbiamo iniziato anche a comunicare. Parole semplici”. Quel bimbo albanese passava un po’ di tempo al molo, davanti alla ‘dimora gialla’; la mamma all’alba andava nelle serre a lavorare. Si cresce in fretta. E poi, a piccoli passi, una parola alla volta fino a dare parole ai sentimenti. Il mare. “Simona, sei triste oggi?”. “Un pochino”. “Ma lo sai che qui sei nel posto giusto? Simona, lo sai che l’acqua del mare è salata. Sai che le lacrime sono salate. Ecco? Sei nel posto giusto. Le lacrime se le porta via il mare e cosi’ porta via anche la tristezza”.
Per Simona è l’inizio di un percorso. Lei ha un dottorato di ricerca in Storia all’Istituto Universitario Europeo (EUI) – un ente di eccellenza fondato della Comunità europea – e ha insegnato a Milano e Firenze a Scienze Politiche, oltre che in un po’ di università americane. Una nuova storia ora, e una delle tappe importanti è la Casa gialla che sul moletto si affaccia. Il piano terra era l’asilo delle suore. Ora è un punto di riferimento. Si studia e si cresce. Venticinque bambini e ragazzi seguiti dai 6 ai 14 anni. Si fanno i compiti, laboratori, si gioca insieme.
Bimbi di ogni colore e con il colore anche molte sfumature di difficoltà maturate in una società che spesso non ha tempo di spiegare, in cui comunicare in lingue diverse diventa il primo ostacolo da superare. Ma Simona va avanti. E per i bambini le strade a poco a poco le trova: coinvolge specialisti, famiglie, dialoga costantemente con la scuola, con le istituzioni.
Gli ostacoli ancora ci sono ma piccoli successi e grande determinazione sostengono il percorso verso l’integrazione perché quel luogo fisico è diventato un punto di riferimento non solo per bimbi in difficoltà e stranieri, ma per bimbi in generale che giocano insieme, interagiscono e imparano ad apprezzare e valorizzare le differenze.
Ciò che colpisce è l’assenza di giudizio. Simona non giudica. Agisce. Corsi di alfabetizzazione per le famiglie che a lei chiedono aiuto per comunicare, un team di professionisti coinvolti per le necessità specifiche perché i problemi si risolvono cercandone l’origine.
Al gruppo, prima solo di bambini stranieri, quindi, si uniscono anche alcuni bimbi italiani, un doposcuola colorato e vivace. È un sabato mattina, il piano terra di Casa gialla non rimbomba di voci. Simona davanti al mare non racconta solo le difficoltà della gestione, di qualche bimbo che ha fame e non solo di sapere. O dei due anni di ‘dad’ in contesti in cui non c’è connessione in ogni senso. Ma racconta dei sorrisi, dei piccoli gesti, della tenacia dei bambini che va premiata con impegno.
Torniamo alla Casa gialla stavolta animata da piccoli musetti e manine che cercano contatto fisico, abbracci, un incoraggiamento, una parola di apprezzamento. Assieme a Simona ci sono altri volontari, sono colonne portanti di un sistema e parte dell’associazione che è un Aps, una associazione di promozione sociale senza fini di lucro; Concita, Sandro, Simonetta, Giò e Rosetta, Chiara, Maria Vittoria…una mano serve sempre, altri volontari si affiancano in base alle disponibilità e alle necessità, una quadratura del cerchio da trovare quotidianamente e non senza fatica.
È una giornata particolare, una insegnante di Inglese segue un bimbo, un’altra dà un rinforzo di grammatica perché domani uno dei ragazzini ha una interrogazione importante. I più piccoli e chi ha finito i compiti, giocano sui tappeti nel terrazzo, affacciato sul mare piatto. E Simona ‘sfama’ quel nugolo di passerotti interagendo, rispondendo al migliaio di richieste e domande, tagliando cordini che i bimbi chiedono facendo braccialetti con le perline, per mamme e papà. Arrivano abbracci inaspettati. Perche’? “Perché sorridi”.
E anche nell’approccio con i bimbi il linguaggio del corpo comanda. Tutti alla loro altezza, forse per attitudine naturale, a conferma di quel “non giudizio” che tiene uniti bambini e volontari. Siamo alla fine di un pomeriggio come tutti i pomeriggi dell’anno scolastico. Si fa una tombola. C’è chi vince e chi perde e si accetta senza troppe storie. Simona prepara dei piccoli doni, dall’ambo alla tombola. Poi pian piano i bimbi vanno via. Vengono i genitori a prenderli. Resta una bimba che sembra chiusa e dura ma c’è uno spiraglio, spiega le sue esigenze.
Ha vinto alla tombola un piccolo dono, una mini scatolina di acquarelli. Lo tiene stretto, lo guarda di continuo. Anche quando è ora di mettere a posto i giochi, lo tiene tra le mani. Poi chiede a Simona se può regalarlo a una sua amica che così la inviterà al suo compleanno. “Certo! Vuoi fare un pacchettino?”. La bimba prende i fogli di carta, i nastrini ma si incupisce. Simona davanti al gesto della piccola le dice “Non ti preoccupare, darò qualcosa anche a te”.
E torna a spiegare Carlo Magno ad un altro bimbo. La piccola si rasserena. Quasi tutti i bimbi raccontano della loro passione, c’è chi adora disegnare, chi ha semplicemente imparato a leggere o scrivere, chi chiede semplicemente il significato di una parola, sembrano piccole api nel miele di un posto di piccoli scontri e grandi conquiste.
“Viviamo di aiuti dei privati con cui compriamo quanto serve ai bimbi, dal materiale di cancelleria per la scuola con il quale spesso rifocillo i loro astucci, alle merende, alle assicurazioni. Spero che questa esperienza possa continuare così nel segno della interazione e integrazione. Abbiamo un conto corrente sul quale chi vuole, può fare una donazione per aiutarci a sostenere i bambini, attorno ai quali ruotano tutte le attività”, dice ancora Simona. La piccola che ha rinunciato al suo regalo ne avrà un’altro perché è giusto così, acquarelli che lei desiderava tanto. Il dialogo continua a piccoli passi e senza troppe domande. Tutto ciò che fa l’associazione è riscontrabile all’indirizzo https://labdimoragiallasulmoloaps.org dove ci sono anche indicazioni su come dare un aiuto, perché tutti possono farlo.