Insomma, diciamoci la verità: proprio nel suo tenero tentativo di travestire la Venere da giovane e modaiola viaggiatrice smart di circa trent’anni la campagna è il perfetto cortocircuito comunicativo pensato da boomer per Millennial e Gen Z ma infine destinato a parlare solo ad (alcuni) coetanei, con quel gusto un po’ pataccoso da buongiornissimi e fotomontaggi da Whatsapp. Magari riuscirà a farsi notare da un certo target, dipenderà anche dalla pervasività e dagli investimenti, ma certo rimane l’ennesima occasione persa per il sistema istituzionale turistico italiano. Da sempre e senza eccezioni ministeri ed enti vari non riescono in alcun modo a immaginare una comunicazione efficace e possibilmente originale per la nostra inestimabile ricchezza.
Abbiamo tanto, troppo, è vero, ed è come se nei palazzi non si decidesse mai per l’innovazione di metodi e messaggi – asciugare, togliere, ispirare, affascinare con gli indizi, non con i pezzi di pizza – ma sempre e solo per l’aggiunta, la strada sicura o magari un azzardo pur sempre all’interno del paradigma tricolore che finisce in un pasticcio. E ancora con l’insopportabile italian sounding autoinflitto e, stavolta, perfino la sconsacrazione di un nostro capolavoro. Se ci avesse provato qualcun altro, non avremmo contato gli attacchi contro lo scempio del patrimonio artistico italiano. Se ce lo facciamo da soli, invece, va tutto bene. Come sempre.
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di Simone Cosimi www.wired.it 2023-04-21 08:39:46 ,