A volte sono piccole differenze a determinare il successo di una tecnologia, come nel caso della Driver’s Eye realizzata da Zeronoise, divisione elettronica dell’azienda italiana Racing Force Group. È la videocamera inserita nel casco dei piloti della Formula 1 che offre le riprese in tempo reale della prospettiva esatta di chi guida la monoposto, vanta un peso di 1,43 grammi, un diametro di 9 millimetri e una capacità di ripresa in 4K (sfruttata solo in parte). “Siamo partiti dal nostro know-how sulla sicurezza e i caschi (Racing Force Group include il celebre marchio Bell, ndr) e dai tentativi fatti in passato per la Formula 1, la nostra idea è stata mettere la camera non sul casco, ma dentro il casco in un punto preciso”, racconta Alexander Haristos, COO di Racing Force Group.
La svolta di Driver’s Eye non arriva a caso, negli ultimi anni è cambiato il modo di raccontare gli sport, anche per via dei social. Lo spettatore vuole essere sempre più coinvolto e avere una prospettiva come se fosse sul campo da gioco o in pista, di pari passo anche la Formula 1 si è evoluta sempre di più, in generale, verso una modalità da show business. “Non era sufficiente dare immagini dalla vettura, la vista non doveva essere vicina, ma esattamente uguale a quella del pilota, per ottenere un contenuto più crudo, simile alla realtà. Abbiamo quindi cercato di mettere la camera il più possibile vicino agli occhi del driver, è una differenza di pochi centimetri che cambia esaurientemente il feeling”, continua Haristos, “abbiamo individuato un’area che rappresenta quel rettangolo di ripresa in grado d’offrire la sensazione umana, la vista soggettiva, da qui siamo partiti per trovare una soluzione con la camera”.
Per ridurre peso e ingombro, parte delle componenti normalmente nella videocamera “pov” (acronimo di point of view, punto di vista) sono stati posizionati in una centralina sulla vettura, in un solo cavo di collegamento al casco passano l’alimentazione, i comandi e il flusso del video. “Una volta che i dati sono sulla centralina, sono trasmessi ai box per il broadcasting. A livello tecnologico, la sfida è stata proprio riprendere le immagini con quella esatta prospettiva e trasmetterle in tempo reale nel contesto ambientale non semplice della Formula 1”.
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di Lino Garbellini www.wired.it 2024-09-17 04:10:00 ,