Si avvia verso una vittoria al primo turno Roberto Lagalla, medico, ex rettore dell’università di Palermo e candidato sindaco di tutto il centrodestra a Palermo. In base alla legge comunale basta superare il 40% dei voti per essere eletti al primo turno. E gli exit poll del consorzio Opinio Italia per la Rai gli assegnano una forchetta tra il 43 e il 47 %. Il centrodestra conquisterebbe dunque la città dopo il regno incontrastato per quarant’anni, anche se in più fasi, di Leoluca Orlando.
Il percorso complicato per la candidatura unitaria
Alla candidatura di Lagalla, classe 1955, il centrodestra è arrivato dopo un lungo tira e molla. ideatore nel 2017 del movimento civico Idea Sicilia, Lagalla in quello stesso anno è stato eletto deputato dell’assemblea regionale siciliana. E fino allo scorso 30 marzo è stato assessore nella giunta regionale di Nello Musumeci, quando si dimise per candidarsi a sindaco di Palermo. Appoggiato all’inizio solo dal leader dell’Udc Lorenzo Cesa, Lagalla ha ricevuto il sostegno di Fdi. E solo più tardi è arrivato il via libera anche da Forza Italia e Lega (che qui si presenta come Prima l’Italia). A pesare sulla trattativa la ricandidatura in autunno alla guida della Regione di Nello Musemueci (esponente di Fratelli d’Italia). Ipotesi su cui la coalizione resta divisa. La convergenza di tutto il centrodestra sul nome di Lagalla ha fatto cambiare idea a Matteo Renzi, che inizialmente aveva sostenuto l’ex rettore. Ma Italia Viva Palermo ha confermato il sostegno.
Gli arresti e le polemiche per il sostegno di Dell’Utri e Cuffaro
La corsa di Lagalla è stata segnata dalle polemiche per l’arresto per scambio elettorale politico-mafioso la campagna elettorale di due candidati del centrodestra (Pietro Polizzi di Forza Italia e Francesco Lombardo di Fratelli d’Italia), entrambi rei, secondo la Procura, di aver cercato i voti dei boss mafiosi. In precedenza aveva suscitato scalpore il sostegno all’ex rettore di Totò Cuffaro (alla guida di “Dc nuova”, una sorta di Democrazia cristiana 4.0 schierata al fianco di Lagalla) e di Marcello Dell’Utri, entrambi condannati in via definitiva per mafia.
«Quello di Dell’Utri è stato un intervento non richiesto, dovuto al dibattito interno a Forza Italia, che io ho subito. Quanto a Cuffaro, esiste una lista con persone degne e verificate che si stanno impegnando; da Cuffaro non ho avuto condizionamenti quando ero suo assessore alla Sanità, figuriamoci adesso» ha puntualizzato Lagalla. E ha aggiunto: «I voti dei mafiosi da qualunque parte vengano non li vogliamo, chi proporrà scorciatoie o passi scellerati sarà accompagnato in Procura». L’ex rettore però ha preferito non partecipare alla commemorazione per il trentennale dell’uccisione di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti della scorta.
I primi tre interventi promessi
Tre gli interventi promessi da Lagalla da neo-sindaco: risanare i conti del Comune aprendo subito un dialogo con lo Stato per risolvere il problema della mancata approvazione dei bilanci di previsione 2021 e 2022; dare una degna sepoltura alle bare accatastate nel cimitero dei Rotoli e organizzare nel migliore dei modi e secondo tradizione il Festino di Santa Rosalia, tanto caro a tutti i palermitani.