Ha ucciso la moglie e i due figli e poi si è suicidato. Carlo Vicentini, ex primario di urologia nell’ospedale di Teramo, in pensione da circa un mese avrebbe usato una pistola registrata regolarmente per sterminare la sua famiglia, forse depresso per le gravi condizioni del figlio maggiore Massimo, 43 anni, affetto da distrofia muscolare e ormai attaccato ad un respiratore. Nonostante la sua formazione di medico non avrebbe retto alla sofferenza per l’aggravarsi delle condizioni del figlio affetto da una malattia neurodegenerativa. “Carlo era un professionista straordinario – ricorda il legale di famiglia Emilio Bafile accorso davanti la villetta – ha sofferto sicuramente per la situazione clinica del figlio che stava poco bene e questa vicenda lo ha segnato. Ovviamente, la sofferenza è arrivata all’estremo e ha maturato questa idea”.
I quattro corpi sono stati trovati oggi all’ora di pranzo nella villetta di famiglia in contrada Tempera, alla periferia de L’Aquila ma la strage nolto probabilmente è avvenuta nella notte. I corpi sono stati trovati ognuno nella sua camera, quello della ragazza sotto il letto come se avesse provato a sfuggire all’aggressione del padre, I vicini e i familiari hanno raccontato di non avere più notizie della famiglia da mercoledì. Il medico abitava con la moglie Carla e i due figli, Massimo, 43 anni, e Alessandra, 36 anni, dietista, da poco assunta alla Asl di Teramo.
Sembra che Vicentini abbia lasciato un biglietto per spiegare il suo gesto. Risalirebbe a circa le 2 della
notte tra mercoledì e giovedì l’ultimo accesso su WhatsApp del telefono della figlia Alessandra. Al vaglio degli inquirenti tutti i telefonini.
Nessuno dei vicini potrebbe indicare con certezza l’ora dell’omicidio suicidio. “Viviamo in una zona dove il rumore dei colpi può essere facilmente confuso – spiega un vicino nella villetta di fronte. Non abbiamo sentito nulla di particolare, pur notando che la abitazione del dottor Vicentini è rimasta chiusa per tutta la giornata di ieri”.
Fuori dall’abitazione anche Giovanni Vicentini, fratello dell’urologo. “Mi aveva detto due giorni fa che con tutta la famiglia sarebbe andata al mare a Tortoreto (Teramo) – spiega – ieri ho provato a contattarlo senza ricevere risposta. Ho solo visto che le finestre erano abbassate e ho pensato fossero già partiti. Solo oggi, con delle chiavi secondarie sono andati ad aprire, rendendosi conto della tragedia”:
Vicentini, 70 anni, era un urologo molto conosciuto all’Aquila. “Siamo devastati. E’ una tragedia
che non riusciamo a spiegarci: il professor Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile”, il commento del direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia che aggiunge: ” Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di urologia a gestione universitaria al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato da Vicentini che era medico ricercato da fuori Teramo e fuori regione”.
repubblicawww@repubblica.it (Redazione Repubblica.it) , 2023-03-31 17:03:08 ,www.repubblica.it