Un’analisi attraverso le acque reflue ha permesso di mappare il consumo di droghe nel biennio 2020-2022. L’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha preso in esame le tracce di scarti umani presenti nelle fogne e, concentrandosi sulle principali sostanze psicoattive, ha potuto restituire un quadro completo sull’uso degli stupefacenti in Italia.
Il rilevamento in 20 regioni
Il progetto di ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati nell’ultima Relazione Annuale del Dipartimento per le Politiche Antidroga della presidenza del Consiglio, ha sviluppato una rete di rilevamento che ha incluso 33 città di 20 regioni. “In ognuna – spiega Sara Castiglioni, capo del laboratorio di Indicatori epidemiologici ambientali dell’istituto Mario Negri – sono stati condotti 4 rilevamenti da novembre 2020 ad aprile 2022 per analizzare i residui metabolici delle sostanze stupefacenti nelle acque reflue urbane arrivate ai depuratori. Questo permette di stimare quali e quante sostanze vengono consumate da tutta la cittadinanza”.
Cresce l’uso della ketamina nei capoluoghi di regione
Il consumo di ketamina è cresciuto in città come Milano, Bologna e Firenze. Questo anestetico, che agisce sul sistema nervoso centrale come un potente psichedelico, si riscontra in quasi tutte le città analizzate, con una media di 5 mg al giorno per 1.000 abitanti e consumi sopra della media in alcuni capoluoghi come Bologna, Cagliari, Firenze, Milano, Torino e Venezia. Nel capoluogo lombardo si è passati dai 6 ai 4 mg giornalieri consumati ogni 1000 abitanti, a Bologna da 12 a 22 mg e a Firenze da 8 a 18 mg.
“Quanto all’ecstasy, derivato sintetico delle anfetamine noto anche come Mdma, dopo il calo del 2020 – aggiunge Castiglioni – si nota un aumento nell’autunno del 2021 probabilmente in concomitanza con la riapertura delle discoteche dopo lo stop per la pandemia Covid”.
Per la cannabis sono stati rilevati consumi maggiori di 100 dosi al giorno per 1.000 abitanti a Nuoro, Bologna, Fidenza, Cagliari, Trento e Trieste. Al contrario, a Belluno sono circa 12 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti. Per la cocaina, si osservano i valori maggiori a Pescara, Montichiari, Venezia, Fidenza, Roma, Bologna e Merano (20 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti), mentre quelli più bassi sono a Belluno e Palermo (tra 1 e 4 dosi al giorno per 1.000 abitanti).
Non desta ancora preoccupazione, ma è un osservato speciale, il fentanil, farmaco oppiaceo derivato dalla morfina. I dati indicano che queste sostanze particolarmente pericolose “sono utilizzate in Italia in misura molto ridotta e occasionale, diversamente dagli Stati Uniti” conclude Castiglione.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-08-02 22:00:00 ,www.repubblica.it