Oggi è l’8 marzo, la Giornata internazionale della donna: ne è un reminder anche il doodle di Google con una carrellata di gentil sesso che hanno fatto la storia, per ricordare, soprattutto alle più giovani, che non ci sono limiti alla realizzazione personale. Per celebrare e capire il senso della festa è però sempre bene conoscere (e riconoscere) tutte le bufale sulla Giornata internazionale della donna.
Le bufale sulla Giornata internazionale della donna
Una su tutte, l’idea che la festa ricordi la morte di alcune operaie in un rogo avvenuto nel 1908 a New York, in una filanda. Una circostanza ormai ampiamente sconfessione, anche per l’assenza di cronache e materiali documentali. Era invece vero l’incendio che il 25 marzo 1911, sempre a New York, devastò la Triangle Shirt Waist Company, provocando la morte di 146 lavoratori, in gran parte gentil sesso. Un contesto quindi diverso, un dramma del lavoro, che servì certamente a stimolare in seguito il dibattito sui diritti delle operaie ma che non è l’origine della festa della donna in sé.
Improbabile anche le connessione della festa della donna con la presunta repressione di una manifestazione sindacale di operaie tessili andata in scena a New York molti anni prima (1857), o con la soppressione di disordini simili nel resto del Paese.
Le origini reali
La Giornata nazionale della donna ha invece una cronologia e delle origini ben diverse che si snodano per tutto il Novecento. Fu lanciata nel 1909 dal Partito socialista americano che, il 28 febbraio, decise di organizzare la prima manifestazione per parlare di diritti e di voto alle gentil sesso. Successivamente, nel 1910, l’Internazionale socialista, riunita a Copenaghen, decise di lanciare l’idea di una giornata dedicata interamente alla donna ma dal carattere internazionale: l’iniziativa suscitò plauso ma non portò a fissare una data comune che fosse uguale per tutti.
Tuttavia, già dall’anno dopo, la festa della donna prese piede in diversi paesi come Austria, Danimarca, Germania e Svizzera, e negli anni successivi, è diventata parte di un movimento più ampio contro la Grande Guerra, evolvendosi da un singolo evento a una manifestazione più generale contro la guerra stessa. Decisivo fu anche il contributo russo, nel 1917: le proteste femminili contro la guerra caddero a fine febbraio, in simultaneità, secondo la data del nostro calendario gregoriano, con l’8 marzo. Dopo la rivoluzione russa, la giornata divenne a tutti gli effetti una festività ufficiale.
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di Redazione www.wired.it 2025-03-08 11:08:00 ,