Da Barbie Land a Narnia: Greta Gerwig è pronta a passare a una nuova terra fantastica, in quanto sarà presto dietro la cinepresa de Le Cronache di Narnia. Come già reso noto lo scorso giugno, infatti, la regista ha firmato un accordo con Netflix per dirigere almeno due film tratti dalla saga letteraria di C.S. Lewis. Questa serie di libri fantasy è stata pubblicata in origine dal 1950 al 1956 ed è incentrata su un gruppo di bambini che accedono a un mondo magico e devono proteggerlo dal male sollecitato da un leone messianico di nome Aslan. Dopo alcune trasposizioni radiofoniche e televisive, a partire dal 2005 Disney e Walden Media hanno realizzato tre adattamenti per il cinema (Il leone, la strega e l’armadio, Il principe Caspian, Il viaggio del veliero, quest’ultimo prodotto da Fox), abbandonando l’idea poi di realizzare ulteriori sequel.
Ora però i diritti della saga stessa sono passati a Netflix che ha deciso di puntare su una regista e sceneggiatrice sulla cresta dell’onda come Greta Gerwig. Al momento non ci sono ulteriori informazioni, soprattutto sull’approccio che si è scelto di dare alla serie filmica e quale ordine si seguirà (i sette volumi possono essere letti in ordine cronologico in base alla trama o nell’ordine in cui sono stati pubblicati). Ma nelle ultime ore, almeno, si è appreso che la lavorazione su un primo capitolo filmico potrebbe essere imminente: “Penso che si sappia che stiamo cercando di mettere insieme il film di Narnia di Greta Gerwig entro l’anno prossimo”, ha dichiarato a Collider, Scott Stuber, responsabile dei film della piattaforma di streaming. Quindi l’obiettivo è quello di lavorare al film nel corso del 2024.
In molti sono curiosi di sapere quale sarà il punto di vista che Gerwig adotterà nell’affrontare Le Cronache di Narnia. Si tratta di un universo narrativo molto complesso e stratificato, ricco di personaggi, elementi magici, ambientazioni e svolte, ma anche e soprattutto di simbologie e significati nascosti. Aslan, appunto, è una figura profetica e salvifica spesso paragonata a quella di Cristo e non sono mancate le critiche all’impianto sostanzialmente cristiano delle opere di Lewis, giudicato sotto certi punti di vista conservatore e reazionario. Molte critiche sono state rivolte anche ai riferimenti razzisti e sessisti di cui è imbevuta la trama (in particolare nel trattamento di un personaggio come Susan, che viene “allontanata” in quanto cresce e s’interessa a “calze, rossetti e inviti”). Di sicuro, dal trattamento di Gerwig dobbiamo aspettarci grandi sorprese.
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di Paolo Armelli www.wired.it 2023-11-08 10:24:02 ,