Ci segnalano un tweet del 19 maggio 2022 di Silvana De Mari, che riporta una narrazione già trattata nel progetto Open Fact-checking – per es. qui, qui e qui -, e nonostante tutto ancora in voga nelle condivisioni Facebook. Parliamo del sangue dei vaccinati contro il nuovo Coronavirus che si coagulerebbe. La fonte non viene riportata, ma le immagini al microscopio che mostra non ci sono nuove. Un aiutino ce lo da la stessa De Mari, che il 16 maggio posta su Facebook la locandina di un convegno previsto per il giorno successivo, presso il Centro polivalente Crosà Neira di Savigliano, al quale avrebbe partecipato come relatrice, dove si vedono altre foto ottenute al microscopio. Vediamo di cosa si tratta.
Per chi ha fretta:
- Non esistono studi sottoposti a revisione e pubblicati su riviste serie che dimostrino in maniera rilevante il fenomeno della coagulazione del sangue nei vaccinati.
- Le diapositive presentate alla conferenza di Savigliano da sole non possono sovrapporsi agli studi scientifici veri e propri pubblicati fino a oggi sui immunizzazioni Covid.
- Anche la presenza di grafene risulta non dimostrata.
Analisi
L’evento, intitolato Il diritto alla scelta, è stato interamente documentato e trasmesso da Byoblu – non sappiamo se ne avesse o meno l’esclusiva -, poco importa. A noi in questa sede interessa capire il contesto delle immagini mostrate da De Mari su Twitter, di cui riportiamo la didascalia:
Esaminato al microscopio in campo oscuro, il sangue presenta i globuli rossi tondi e distanziati. In persone inoculate possono essere deformi e ammassati, ostruiscono i piccoli vasi, trasportano male l’ossigeno.
Grazie a Byoblu ora possiamo risalire comodamente alla parte in cui vengono trasmesse le immagini dandole il giusto contesto. Una base di partenza fondamentale per proseguire con la nostra analisi.
Il background No vax già trattato
Le immagini che ci interessano sono relative all’intervento di Luciana Beccaria dell’associazione Il filo di Arianna, come possiamo vedere dal minuto 11:34. Il suo intervento si intitola Eventi avversi: le voci negate.
La relatrice cita tra le sue fonti uno “studio” intitolato Micro-tech in Comirnaty vaccine. In realtà è una presentazione in pdf della New Zealand Doctors Speaking Out with Science (“NZDSOS”). Una associazione di medici No vax neozelandesi, che notoriamente porta avanti le proprie istanze non di fronte ai propri pari attraverso veri studi scientifici, ma mediante lettere o petizioni. Tra le fonti del documento troviamo il dottor Pablo Campra, infatti compaiono anche diverse immagini tratte dai suoi precedenti lavori -volti a trovare grafene nei immunizzazioni Covid -, rivelatisi privi di fondamento.
Le nuove analisi col microscopio in campo oscuro
Inoltre, la relatrice riporta i risultati di alcune presunte analisi sul sangue dei vaccinati, che sarebbero state eseguite presso un laboratorio di biotecnologia. Le immagini ottenute col microscopio in campo oscuro, e diffuse da De Mari, possiamo cominciare a vederle dal minuto 12:43. Abbiamo così la didascalia integrale della seconda immagine, quella che mostrerebbe cosa succede al sangue dei vaccinati:
Ragazza, 17 anni, 2 dosi, asintomatica. È questo che vogliamo vedere nel sangue dei nostri figli?
Seguono altre immagini che mostrerebbero quel che sarebbe stato trovato confrontando campioni di sangue tra vaccinati e non vaccinati; i coaguli mostrati riguarderebbero i primi. La relatrice parla anche di tracce di grafene.
Manca uno studio revisionato
Al momento non ci risulta uno studio sottoposto a revisione e pubblicato su rivista scientifica. Non sappiamo molto del metodo usato, ma dal momento che la stessa relatrice parla di persone portate in laboratorio, di cui sapevano in partenza se fossero vaccinate o meno, possiamo legittimamente temere che non ci sia stato un cieco, ovvero quella prassi fondamentale che impedisce allo sperimentatore di sapere in anticipo da chi provengono i campioni analizzati. Ecco perché sarebbe meglio leggere uno studio peer-review prima di parlarne in una conferenza.
Le immagini in sé non ci dicono niente di nuovo. Sono compatibili con quelle già mostrate da Campra e sodali, rivelatesi insignificanti. Ma trattandosi di nuove “rivelazioni” abbiamo voluto comunque consultare un esperto. Innanzitutto c’è da chiedersi come siano stati conservati i campioni. Avevamo già visto in un precedente articolo, che il sangue tende a coagulare quando entra in contatto con una superficie. È una cosa che possiamo sperimentare tutti quando ci facciamo un taglio, come spiega a Open il dottor Filippo Testa, anestesista, già medico di Emergency e co-autore della pagina Facebook Pop Medicine.
«Quelle immagini possono dipendere da tanti fattori confondenti – continua il dottor Testa -, per esempio da quando e come è stato eseguito lo striscio di sangue periferico. È determinante anche la qualità del prelievo. Se poi lo striscio non viene eseguito entro certi tempi, il sangue inizia comunque a coagulare. Da quelle foto non sappiamo nemmeno se ci sono state alterazioni nei fattori di coagulazione insite nelle persone analizzate, ed è solo uno dei tanti limiti».
Per tanto questo genere di immagini da sole non dimostrano niente. Senza contare che ci è ignoto anche il modo in cui avrebbero stabilito una correlazione tra vaccinazione e questo genere di risultati, né di vedere i risultati del controllo coi non vaccinati. Ma qui il problema è un altro.
Cos’è la microscopia in campo oscuro
È proprio lo strumento utilizzato a lasciare perplessi. Il microscopio in campo oscuro viene usato anche nell’ambito della Live blood cell analysis e non sono poche le ragioni che hanno ispirato lo scetticismo degli esperti, come spiega in tempi non sospetti il dottor Stephen Barrett, in un articolo su Quackwatch.
Il dottor Hayley Anderson spiega su MicroscopeMaster, che questo genere di analisi sono spesso sostenute da medici che hanno fatto «affermazioni dubbie sulla salute e manipolano i risultati dei test per mostrare la necessità e la successiva prova che gli integratori nutrizionali ed enzimatici stanno funzionando. Studi informali […] mostrano che i risultati dei test spesso non possono essere replicati». Il laboratorio menzionato dalla relatrice utilizza lo stesso tipo di microscopia di cui si sono avvalsi gli autori neozelandesi del precedente “studio”, come illustrato dai colleghi di Lead Stories.
Conclusioni
Mentre i immunizzazioni sono stati approvati dopo tre fasi di sperimentazione, con gruppi di controllo ben definiti e il doppio cieco; nella conferenza in oggetto promossa da De Mari vediamo solo delle diapositive, senza che venga spiegato chiaramente il protocollo utilizzato, se vi è stato un cieco, né riferimenti a studi peer review.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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Scritto da Juanne Pili perwww.open.online il 2022-05-23 14:29:12 ,