Cariche super partes, hanno funzioni di garanzia e autorevolezza. Previste più votazioni per le elezioni, riducendo le maggioranze, nel caso non siano raggiunti i quorum necessari
Per avviare i lavori delle Camere, il primo adempimento è quello dell’elezione del presidente di Montecitorio e poi di Palazzo Madama (vedi qui i precedenti). La legislatura iniziata con la proclamazione degli eletti completerà così l’iter di partenza . Alla prima seduta, che questa volta è in calendario il 13 ottobre (con convocazione alle ore 10 per i deputati e alle 10,30 per i senatori), i neoeletti (vedi qui il neo Parlamento insediato) voteranno dunque quelle che sono considerate cariche super partes, con funzioni di garanzia e di autorevolezza sia per la maggioranza sia per l’opposizione.
Come si elegge il presidente della Camera?
Può diventare presidente della Camera solo un membro dell’assemblea. Viene eletto con voto segreto con questo iter: al primo scrutinio il deputato con i voti di almeno due terzi dei membri della Camera (la stessa maggioranza necessaria per riformare la Costituzione senza passare dal referendum popolare); se nessuno supera l’asticella alla prima votazione, al secondo e terzo scrutinio il quorum si abbassa a due terzi dei votanti (le schede bianche contano come voti validi); se anche in questo caso nessuno viene eletto, dal quarto scrutinio in poi basta la maggioranza assoluta dei voti (la metà più uno dei votanti, pari a 201), e da lì il voto va avanti a oltranza.
Qual è il suo calibro istituzionale?
Il presidente è la terza carica dello stato (dopo il presidente della Repubblica e il presidente del Senato). Storicamente la «fumata bianca» arriva prima al Senato e poi alla Camera, spesso il giorno dopo. A sovrintendere la prima seduta sarà questa volta Ettore Rosato (Italia viva), vicepresidente anziano nella scorsa legislatura. La prima cosa che emerge, tanto alla Camera quanto al Senato, è l’estrema stabilità di queste cariche rispetto alla fragilità degli esecutivi. A fronte dei 64 governi con 31 diversi presidenti del Consiglio succedutisi in 18 legislature repubblicane, i presidenti della Camera nello stesso periodo sono stati per esempio solo 15.
Come si elegge il presidente del Senato?
In Senato, a presiedere la prima seduta toccherebbe quest’anno al senatore a vita ed ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il più anziano tra i componenti di Palazzo Madama (è del 1925). Parendo escluso che Napolitano possa adempiere a questo compito per le condizioni di salute, dovrebbe quindi sostituirlo la senatrice a vita Liliana Segre, nata nel 1930. Nei primi due scrutini (previsti per la prima seduta) per eleggere il presidente servirà la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell’assemblea (101).
La regola del ballottaggio
In Senato, se non si ottiene quest’ultima maggioranza richiesta, si procede il giorno successivo con una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti (anche qui le schede bianche contano come voti validi). Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato il minimo risultato richiesto, Palazzo Madama procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che ne prende di più. A parità di voti sarà eletto il candidato più anziano di età.
12 ottobre 2022 (modifica il 12 ottobre 2022 | 10:53)
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Franco Stefanoni , 2022-10-12 08:53:36 ,