17 gennaio 2013 – Stagione 2
Marco Travaglio risponde all’accusa di essere un diffamatore di professione: “Sono incensurato, condanne nessuna. In 30 anni di carriera su 20mila articoli, 200 trasmissioni tv, 2000 conferenze e 30 libri ho perso alcune cause civili su un totale di 200”.
Le non condanne di Travaglio
Travaglio ripercorre alcune delle sue vicissitudini giudiziarie e far mostra di il suo casellario giudiziale incolume: “Berlusconi mi attacca? Contro di lui ho vinto sempre le cause. Il Cavaliere non conosce la differenza tra civile e penale: nel primo caso si accerta il danno, nel secondo il reato”.
Lettera di Berlusconi a Travaglio: il testo
Ma cosa aveva detto il Cavaliere nel corso della puntata di Servizio Pubblico? Ecco la lettera a Travaglio:
“Signor Travaglio, la sua carriera è legata a me. Io sono il suo core business. Lei si è laureato, poi grazie ad una raccomandazione trovò posto da un editore. Che ero io, al Giornale”
“Per la sua attività editoriale è stato condannato 10 volte dai tribunali, ha anche usufruito di una prescrizione […]. La sua attività editoriale, della quale io rappresento il protagonista, le ha portato ingenti guadagni. Ha vissuto in maniera più che agiata, se il tecnica del copia incolla che utilizza non gli avesse costato enormi spese”
Santoro interviene – “E’ una scartoffia che le hanno scritto. E’ una cosa vergognosa”- il Cavaliere replica – “Lei dovrebbe andarsene, Travaglio è un diffamatore professionista”. Santoro chiosa: “E’ allora Sallusti cos’è?”. Pochi minuti dopo la scena passata alla storia: Berlusconi che pulisce la sedia su cui era seduto proprio il giornalista del Fatto.
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