Lee Lozano, pittrice, artista visiva e concettuale americana, nata a Chicago, scomparsa nel 1999, oggi prende ulteriormente vita su tele ad olio, piccole, monumentali, nei disegni, messaggi, parole, azioni, strumenti, visioni esplicite. Lo fa grazie alla mostra-evento (visibile fino al 23 luglio 2023) ed allestita presso la Pinacoteca Agnelli, all’interno dell’ex stabilimento FIAT del Lingotto di Torino, curata da Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, in una prima rassegna monografica dedicata all’autrice. Il titolo, “Strike”, racchiude ed evoca già una sintesi di sguardi, non solo su sé stessa, ma anche riguardo a ciò che la circondava, e che parallelamente si compone da più significati.
Dal rifiuto radicale del lavoro, facendo riferimento all’opera General Strike Piece, all’attaccare, colpire gli spettatori, scuotendoli attraverso combinazioni ed energie incontrollabili. Una produzione inten,sa, unica, provocatoria, ma brevissima quella che si può osservare, che contempla un arco temporale di carriera che copre dal 1960 (quando aveva 30 anni) fino al 1972. Tra dipinti figurativi, astrattismo, espressionismo, minimalismo, la Lee esplora oltremodo il corpo umano, che nei propri lavori è pronto a rigenerarsi ed estendersi tramite arnesi, cacciaviti, coltelli, pistole, bulloni, chiavi inglesi, mescolandoli a membri maschili. Arte e vita insomma coincidono, ma senza compromessi.
La sua rivoluzione personale è stata una ribellione contro ogni forma di potere, gerarchia, meccanismo, anche dello stesso sistema artistico, al punto che ad un certo punto ha deciso addirittura di ritirarsi e chiudere per sempre, in una sorta di missione al contrario, ma geniale. Il suo stesso ritiro dalle scene, facendo perdere di fatto le tracce, ha qualcosa di teatrale, al punto che il nome, nelle firma, si è ridotto volutamente da Lee a Leefer, fino a utilizzare la sola “E”, scegliendo di non scrivere neanche sulla propria lapide. Come a volersi far dimenticare, in un oblio di mistero e fascino.
La mostra
Una selezione, dunque, tutta da esplorare e sorprendente, quella osservabile in Pinacoteca Agnelli, che si sviluppa in ben sette sale tematiche, approfondendo, in ordine cronologico, le diverse fasi della ricerca della Lozano.Opere di rottura, transizione, innovative, capaci di sconfinare tra il grottesco e il satirico, tra il classico e l’immaginifico, tra il giocoso e il letale, tra la dimensione sociale, a quella emotiva e politica. Artista inclassificabile.Perché in lei si sono alternati contenuto ed energia, ordine e disordine, matematica e viscere, soggetti a volte estremi, privi di schermi, ambigui, sensuali, quanto metafore e stati profondi, preconcetti.
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di www.wired.it 2023-03-13 15:30:00 ,