In Asia la comunità lgbt+ non ha certo sempre vita semplice. Anzi, Taiwan è l’unico luogo del continente in cui i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono legali. Ora, però, si compiono dei passi avanti anche altrove. Per l’esattezza a Singapore, città-stato piccola a livello geografico ma dalla grande importanza dal punto di vista economico, finanziario e politico. Il primo ministro Lee Hsien Loong ha annunciato che verrà abolita la storica legge contro l’omosessualità, emanata in epoca coloniale e mai abrogata. Fino ad ora.
“Il sesso tra uomini consenzienti non dovrebbe essere criminalizzato. Non c’è alcuna giustificazione per perseguire le persone per questo, né per renderlo un crimine“, ha detto Lee nel suo discorso politico annuale, il National Day Rally, trasmesso in diretta televisiva. “Credo che l’abrogazione sia la cosa giusta da fare e che la maggior parte dei singaporiani la accetterà. Questo porterà la legge in linea con gli attuali costumi sociali e, spero, darà un po’ di sollievo ai singaporiani omosessuali“, ha aggiunto.
Si tratta di una promessa attesa da lungo tempo dalla comunità lgbt+ di Singapore, che ha ancora la spada di Damocle della sezione 377A del codice penale della città-stato che prevede condanne fino a due anni di carcere per chi intrattiene rapporti omosessuali. Due precedenti tentativi di abrogare la norma, promossi dalla società civile, erano andati a vuoto. Nel 2007, il governo di Singapore ha abrogato parti della sezione 377 del suo diritto penale dopo una revisione completa, ma ha mantenuto la 377A. Nel febbraio 2022, la Corte d’Appello di Singapore ha stabilito che la sezione sarebbe rimasta nella legge, ma annunciandone limitazioni nell’applicazione.
Un hub internazionale sempre più rilevante
Una norma che, seppur non applicata da tempo, contrastava e contrasta ancora con l’ecosistema vivace di una città-stato sempre più internazionale. Singapore è il quarto centro di cambio più grande al mondo e dispone di capacità di finanziamento in dollari molto elevate. Il flusso di investimenti e depositi bancari è ulteriormente aumentato dopo la “normalizzazione” di Hong Kong, alla quale ora contende il ruolo di principale hub finanziario dell’Asia. Negli scorsi mesi, per la prima volta Singapore ha superato Hong Kong nella classifica degli hub finanziari midshore. Merito delle azioni fatte in proposito: nel 2018 la città-stato ha introdotto una nuova struttura di fondi di investimento, la Variable Capital Company (Vcc), per far aumentare il domicilio di fondi alternativi. Le sue trust law offrono riservatezza a migranti e beneficiari, nonché esenzioni fiscali. Attratti da aliquote fiscali favorevoli e da un contesto politico-normativo stabile, sempre più imprenditori miliardari decidono di stabilirsi da queste parti.
In tanti, in fuoriuscita da Hong Kong, hanno scelto proprio Singapore. Soprattutto per i servizi finanziari. Secondo un’analisi della banca Hsbc Holding Plc, entro il 2030 Singapore diventerà la città dell’Asia-Pacifico con la percentuale più alta di miliardari. Si prevede infatti che oltre il 13% dei suoi cittadini saranno miliardari entro la fine del decennio, nonostante i tempi tempestosi prefigurati dallo stesso premier Lee in un discorso di qualche settimana fa in merito alle tensioni su Taiwan.
La comunità lgbt+ teme due passi indietro
Appare dunque una conseguenza naturale un passo avanti anche su diritti sociali e civili. Ciò avverrà comunque in modo graduale e l’annuncio non deve essere scambiato per la soluzione di tutti i problemi per la comunità lgbt+. Lee ha infatti chiarito che il governo non cambierà la “definizione legale” di matrimonio, cioè quello tra uomini e donne alla latitudine di Singapore. “Proteggeremo la definizione di matrimonio, contenuta nell’Interpretation Act e nella Carta delle donne, da eventuali contestazioni costituzionali nei tribunali. Dobbiamo emendare la Costituzione per proteggerla, e lo faremo“, ha dichiarato Lee.
Resta comunque un grande passo avanti a livello culturale quanto detto dall’erede di una dinastia politica che controlla Singapore sin dalla sua indipendenza: “Come ogni società umana, anche noi abbiamo persone gay in mezzo a noi. Sono i nostri concittadini di Singapore. Sono i nostri colleghi, i nostri amici, i nostri familiari. Anche loro vogliono vivere la propria vita, partecipare alla nostra comunità e contribuire pienamente a Singapore“, ha detto Lee. Gli attivisti sono preoccupati per la spinta dei conservatori religiosi locali che vogliono sancire costituzionalmente la definizione di matrimonio tra uomo e donna, il che di fatto rischierebbe di eliminare qualsiasi possibilità futura di legalizzazione delle nozze tra persone dello stesso sesso. La loro speranza è che dopo aver fatto un passo avanti non se ne facciano due indietro.
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di Lorenzo Lamperti www.wired.it 2022-08-22 14:55:44 ,