Dopo decenni di lotta per i diritti della comunità lgbtq+, il Senato degli Stati Uniti ha approvato uno storico provvedimento federale per tutelare i matrimoni tra persone dello stesso sesso, inviando un forte messaggio sui progressi compiuti dal Congresso e dal paese a stelle a strisce.
La legge garantisce il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso attraverso i confini degli Stati e da parte del governo federale. L’approvazione è arrivata con il sostegno di 62 senatori, tra cui 12 repubblicani. Un voto significativo, che dimostra il sostegno bipartisan e rivela un risultato a prova di ostruzionismo.
C’è da notare quanto sia cambiato il trend sulla questione: sin dal 2009, la legislazione sul tema si era arenata al Senato. L’ampio sostegno a questa proposta è notevole, anche perché il Congresso è stato molto diviso su altri diritti, come l’aborto e il voto delle minoranze.
Dato che anche la Camera ha approvato il disegno di legge, esso potrà approdare in breve presso la scrivania del presidente Joe Biden. Una volta promulgata, la legge abrogherà il Defense of Marriage Act del 1996, che definiva il matrimonio come un’unione legale tra un uomo e una donna, e richiederà agli Stati di riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Già dagli anni Novanta, in tutto il Paese si erano alzate voci a sostegno della questione. Nel 2003, il Massachussetts diventò il primo Stato a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nel frattempo, però, a livello federale l’allora presidente George Bush dichiarava la sua opposizione sul tema. Con il passare degli anni, i singoli Stati hanno iniziato ad abbattere i divieti del passato e a sancire l’uguaglianza matrimoniale con nuove leggi. Fino a oggi, quando è arrivato un provvedimento pronto a tutelare le coppie dalle potenziali decisioni della Corte Suprema.
Lo spauracchio della Corte Suprema
Il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso era stato sancito nel 2015 dalla sentenza della Corte Suprema Obergefell vs Hodges. Tuttavia, dopo la decisione della Corte sul diritto all’aborto, il giudice conservatore Clarence Thomas aveva dichiarato di essere interessato a rivedere anche la sentenza sui matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Questa preoccupazione ha spinto i legislatori a codificare le tutele, fornendo uno scudo importante ai cittadini: in caso contrario, i singoli Stati avrebbero potuto rivedere le condizioni sancite nel 2015. La legge mira a fornire protezioni durature nel caso in cui la sentenza Obergefell venisse ribaltata: assicura il riconoscimento dei matrimoni omosessuali celebrati in altri Stati e garantisce le tutele legali previste da queste unioni. Per esempio, se una coppia si è sposata in uno Stato a guida democratica che ha sancito il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso e poi si è trasferita in uno Stato repubblicano che non l’ha fatto, quest’ultimo dovrà comunque riconoscere il loro matrimonio.
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di Francesco Del Vecchio www.wired.it 2022-11-27 05:40:00 ,