Con l’addomesticamento della tecnologia dopo il 2000 e l’espansione di internet, i confini sono scomparsi del tutto. L’hip hop non era più un prodotto esclusivo degli Stati Uniti che veniva spedito all’estero. Era diventato una voce globale. Era fatto da tutti ed era per tutti. Si propagava su Napster mentre le cassette e i cd si estinguevano. Si poteva condividere facilmente con gli mp3. L’hip hop comunicava attraverso blog, podcast e cartelle zip. Si evolveva troppo velocemente perché qualcuno potesse tenerne il passo. L’hip hop dà e prende con la stessa facilità.
Non c’era identità che non adottasse come propria. Con il tempo, l’hip hop ha imparato a vestire diverse sessualità e religioni grazie a Young MA e Lil Nas X. La sua forza è innegabile. L’hip hop ha respirato influenze jazz, rock e latine lungo il suo percorso, scendendo a cascata come il codice di Matrix attraverso internet, sgorgando senza sosta in un mondo che non sempre lo amava. Oggi come allora, non esiste un coperchio per il suono dell’hip hop, né una gabbia in cui rinchiuderlo.
Oggi il genere vanta un’autonomia tangibile, oltre che una reputazione e una diffusione ineguagliabili. L’hip hop si estende da Palo Alto a Praga, dalle aule di scuola al Congresso americano. È un’eterna sorgente di vita creativa. L’hip hop è un’enciclopedia del linguaggio e dell’immaginazione. È un fondamento della cultura pop, sempre al limite. È il prologo di ciò che verrà dopo e di chi verrà dopo. L’hip hop crea e distrugge star. Ha 50 anni ma ha ancora la giovinezza dalla sua parte, perché oggi è ancora come è sempre stato: pura invenzione. È come diceva Lauryn Hill: ready or not, l’hip hop è un fatto.
Per essere un genere definito in egual misura dalla sconfitta e dal successo, l’hip hop è ancora qui. Come è possibile, vi chiederete. Perché la sua portata è galattica. La sua influenza è eterna. Anche ora, a 50 anni, c’è qualcosa che l’hip hop non può fare o essere?
L’hip hop ha una voglia ostinata di vita, e di vita rumorosa. La più grande risorsa del genere è il suo slancio vitale. Il suo spirito senza compromessi è il motivo per cui lo ascoltiamo, per cui lo amiamo. L’hip hop è un suono, un popolo e una cultura che non sa come fermarsi – e perché dovrebbe farlo? A cinquant’anni di distanza, l’hip hop è una storia di evoluzioni sorprendenti e singolari. È una linea temporale che non ha una fine chiara, solo nuove origini inesplorate.
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di Jason Parham www.wired.it 2023-08-11 05:00:00 ,