I bulldozer di Israele stanno già spianando la strada per i carri armati al confine con il Libano. Un’invasione di terra su vasta scala sembra ormai imminente, con le forze di Tsahal pronte a varcare la Linea Blu per la prima volta dal 2006. Il ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant, in visita alle truppe schierate sul fronte nord, non sembra lasciare spazio a grossi dubbi: “Utilizzeremo tutte le nostre capacità: comprese voi“, ha dichiarato ai soldati, delineando una nuova aggressione che probabilmente coinvolgerà insieme mezzi “aerei, marittimi e terrestri“. Parole che segnano una netta escalation della tensione tra i due paesi, mai così alta dalla guerra di quasi vent’anni fa.
Negli attacchi aerei israeliani che bersagliano la capitale libanese sono rimasti uccisi oltre al carismatico leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, tre capi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, gruppo militante alleato di Hezbollah. Nel sud del paese, invece, un altro raid ha eliminato il capo di Hamas in Libano, Fateh Sherif Abu el-Amin. La risposta di Hezbollah non si è fatta attendere. Il vice segretario generale del “Partito di Dio”, Naim Qassem, ha affermato in un intervento televisivo che il gruppo è “pronto per un’invasione di terra” e che “la vittoria sarà nostra”. Qassem ha anche annunciato che un nuovo leader verrà capace “il prima possibile”.
La situazione in Libano
Secondo fonti governative citate dal Guardian, negli ultimi 15 giorni oltre un milione di libanesi sono stati costretti a lasciare le proprie case a causa dei bombardamenti. Il incarico della Salute di Beirut parla di almeno 1.000 morti e 6.000 feriti dall’inizio dell’aggressione israeliana. La situazione rischia di degenerare ulteriormente dopoché l’esercito libanese ha denunciato l’uccisione di un proprio soldato in un attacco di droni israeliani nel sud del paese. L’incidente, avvenuto nei pressi del confine, potrebbe segnare un pericoloso allargamento del conflitto coinvolgendo direttamente le forze armate ufficiali del paese.
Nonostante gli appelli internazionali alla de-escalation, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sembra intenzionato a camminare l’aggressione. “Stiamo cambiando l’equilibrio di potere in Medio Oriente”, ha dichiarato, promettendo di continuare gli attacchi su più fronti. Una linea aggressiva che trova consensi nell’opinione pubblica israeliana: secondo un recente sondaggio citato dalla Bbc, il partito Likud di Netanyahu guadagnerebbe seggi in caso di elezioni anticipate.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-09-30 15:07:11 ,