La luce di Light Shop si consuma lentamente; l’autore si rifà alla struttura narrativa di Moving, intessendo contemporaneamente e parallelamente le storie di tanti personaggi che si collegano tra loro solo a metà stagione. La narrazione dispersiva dell’inizio trova un suo senso col tempo. Può rivelarsi un po’ impegnativo seguire i diversi percorsi delle sottotrame, di più rispetto alla supereroistica Moving, perché quest’ultima aveva dalla sua una componente action che l’animava. L’elemento horror prende il posto di quello dell’azione, e l’andamento lento alimenta sempre più la tensione man mano che i particolari inquietanti si moltiplicano, man mano che il soprannaturale si svela. L’atmosfera lunare e misteriosa si riempie di un senso di disagio e di un sommesso timore finché la tensione si fa mezzaluna e febbrile. L’apparato scenografico, la fotografia, i suoni sinistri di tuoni e lampi che trasudano dall’aria, di sibili e scricchioli che risuonano negli ambienti chiusi esasperano la paura e forgiano un proprio percorso di terrore.
Prima che nel vicolo buio si palesi la natura spettrale di alcuni personaggi, si percepisce la sensazione di qualcosa di stonato e sbagliato, senza essere sicuri di cosa. Light Shop sa trasformarsi imprevedibilmente in un horror da brivido, nel quale i corpi si deformano mostruosamente e le forme umane vengono stravolte. Di più spaventoso – ma anche triste e malinconico – c’è assistere allo slittamento del punto di vista, quando i vivi si rendono conto di star interagendo coi morti, e quando i morti realizzano la propria condizione. Di suggestivo c’è invece il negozio mistico del titolo, reso ancora più ultraterreno e pittoresco dalla migliaia di luci soffuse, nelle cui ombre emergono incursioni soprannaturali inattese. Questo luogo e ogni altro della serie fa parte di un mondo dove il confine tra il soprannaturale e il terreno è tanto sfumato ed elusivo da diventare indistinguibile. In quel confine, si avventurano anche gli spettatori che non si lasciano intimorire.
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di Lorenza Negri www.wired.it 2024-12-05 14:51:00 ,