di Mara Magistroni
C’è da dire, però, che non tutti reagiscono a questa illusione ottica. Nel test di Laeng e colleghi il 14% dei partecipanti non ha riferito di percepire il buco nero espandersi. Per Laeng ciò potrebbe essere dovuto alla percezione dell’immagine in due dimensioni, sulla base di passate esperienze.
Il cervello prevede davvero il futuro?
Ma perché, se non c’è nessun motivo, il cervello (e quindi l’occhio) reagisce in quel modo? Secondo i ricercatori la ragione è che il cervello interpreta la realtà: analizzando certi stimoli, costruisce lo scenario più probabile in base alle esperienze passate e reagisce di conseguenza. Le informazioni che otteniamo dal mondo esterno non sono mai precise e univoche e per rispondere in modo efficace a una situazione (e per efficace si intende, per esempio, per preservare la nostra incolumità oppure per farci ottenere un vantaggio) il nostro cervello non ha tempo per analizzare in modo oggettivo (sempre che si possa) la realtà, per vagliare tutti i possibili scenari e poi reagire: se facesse tutto questo risponderebbe a qualcosa che ormai è passato, perché il mondo esterno nel frattempo è cambiato. Quindi tira a indovinare, reagendo alla situazione per lui più probabile.
Il cervello, dunque, cercherebbe di prevedere il futuro immediato per percepire il presente. E la domanda sorge spontanea: ciò che vediamo è un’illusione? Probabilmente sì, ma un’illusione selezionata dall’evoluzione, pragmatica, utile, che ha permesso alla nostra specie di sopravvivere.
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www.wired.it
2022-06-07 15:00:00